Redazione
IL PRESIDENTE CONTESSA HA INCONTRATO IL PROCURATORE DE DONNO
IL PRESIDENTE CONTESSA HA INCONTRATO IL PROCURATORE DE DONNO: FAVORIRE LA SINERGIA TRA GLI ATTORI DEL TERRITORIO PER CONSENTIRE LA RIPRESA ECONOMICA IN UNA CORNICE DI LEGALITA’ E TRASPARENZA.
Creare una rete sinergica tra gli attori del territorio, compreso il mondo imprenditoriale sano, per agevolare la ripresa economica in una cornice di correttezza e trasparenza.
Questo il messaggio condiviso dal Procuratore Antonio De Donno durante un incontro con il Presidente di ANCE Brindisi Angelo Contessa tenutosi nei giorni scorsi.
Nel corso del confronto è stata evidenziata la necessità di mettere a sistema un percorso di collaborazione proficuo ed efficace che consenta un reale sviluppo del territorio, nella convinzione che una “decrescita economica” favorisce sacche di illegalità ed infiltrazioni mafiose nel tessuto economico.
Diventa quindi indispensabile lavorare unitariamente alla diffusione della cultura della legalità cercando di intervenire nel fisiologico, per evitare di dover agire sul patologico, quando è evidentemente ormai troppo tardi.
Per garantire un mercato non dopato da fenomeni criminali che ledono l’operato delle imprese sane, infatti, è preferibile prevenire e non reprimere.
E’ stata poi sottolineata la necessità per le aziende di riappropriarsi di un ruolo fondamentale che è quello di braccio operativo dello Stato.
Solo una ritrovata fiducia negli imprenditori ed il pieno coinvolgimento degli stessi, infatti, potrà rendere efficace l’azione di governo politica e di investimenti, tra cui il PNRR e produrre realmente effetti positivi sul sistema economico.
L’ auspicio condiviso è che le misure messe in atto possano funzionare da veri e propri moltiplicatori per futuri investimenti privati – un po’ sulla scorta del modello keynesiano - in un clima di rinnovata fiducia da parte degli imprenditori e dell’intera comunità.
Ma risulta evidente che in considerazione degli ingenti flussi economici che ne deriveranno, è ancora più importante sancire un dialogo aperto e costante tra gli attori coinvolti, finalizzato a monitorare il mercato e prevenire eventuali fenomeni di infiltrazione criminale.
E su questo ANCE ha garantito piena e convinta disponibilità.
Nevica in Puglia sui mandorli già in fiorite, sulle mimose e sulle gemme di albicocchi e ciliegi pronte a schiudersi, con la straordinaria morsa di gelo che ha stretto la regione con il brusco abbassamento delle temperature dopo un pazzo inverno primaverile, mentre forti raffiche di vento gelido sferzano alberi e campagne e violenti piovaschi stanno allagando i campi. E’ quanto riferisce Coldiretti Puglia, con disagi nella circolazione soprattutto nelle aree rurali per la neve e le strade ghiacciate, mentre cresce l’allarme per le verdure in campo bruciate dal gelo.
Tutta la Puglia è imbiancata con nevicate a bassa quota anche sulla città di Bari con le campagne si sono improvvisamente coperte di neve, ma la pericolosità maggiore è causata proprio dalle lastre di ghiaccio sia sulle strade che sulle colture, mentre si stanno mobilitando i trattori degli agricoltori – aggiunge Coldiretti Puglia - per scongiurare il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle aree più interne dei comuni maggiormente colpiti da neve e ghiaccio i nostri strumenti di lavoro, usati come spalaneve e gli spandiconcime saranno adattati come spargi sale sulle strade rurali e interpoderali, ma anche sulle strade asfaltate dei centri urbani e sulle statali.
L’interruzione dei collegamenti rischia di lasciare gli animali senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi – aggiunge Coldiretti Puglia - per non parlare dei danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeveratoi, mentre schizzano i costi per l’energia per il riscaldamento di serre e stalle.
La presenza diffusa degli agricoltori sul territorio assicura un intervento capillare anche nelle aree più critiche per dove ci sono le coltivazioni invernali in campo bruciate dal gelo come cavoli, verze, cicorie e broccoli e si registra una impennata dei costi di riscaldamento.
“La Direzione Armamenti Aeronautici e Aeronavigabilità ha finalmente dato il semaforo verde al contratto per il supporto-tecnico logistico della flotta dei C-130J dell’Aeronautica Militare. Un contratto importante dalla durata di almeno 5 anni e con uno sforzo economico complessivo di 380 milioni di euro che vede coinvolto un raggruppamento Temporaneo d’Imprese composto da Avio Aero, Leonardo e Lockheed Martin Aero. Si tratta di un primo e significativo riscontro alla nostra iniziativa istituzionale di questi mesi, fatta di atti d’indirizzo della Commissione Difesa e delle Camere, d’incontri con il Governo e le industrie del settore e di una concertata pressione delle forze sociali e delle istituzioni locali. Brindisi sarà al centro di questo importante contratto, sviluppando le attività di ricerca e valorizzando le grandi capacità e conoscenze tecnologiche presenti nel territorio.” Lo afferma, in una dichiarazione stampa, Giovanni Luca Aresta, Capogruppo M5S nella Commissione difesa della Camera dei Deputati.
“Non si tratta solo di una boccata di ossigeno – prosegue Aresta – ma questo contratto deve essere il primo di una serie che veda le nostre industrie in prima linea nell’ammodernamento e nella manutenzione della nostra flotta aerea sia militare che civile. Ho, a tal proposito, recentemente presentato al Ministro dello Sviluppo economico una interrogazione proprio sulla necessità di un piano per il rilancio della nostra aviazione civile che veda le industrie del Mezzogiorno, leader in questo comparto, al centro del progetto.”
“Con questo contratto – conclude Aresta – dimostriamo infine che la buona politica può veramente dare risposte alle esigenze del territorio, con posti di lavoro di qualità e con il coinvolgimento delle nostre eccellenze industriali e i nostri centri di ricerca.”
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Novità sul blocco delle feste patronali per Covid
Blocco delle feste patronali per Covid: accolto l’appello delle Associazioni alle Isituzioni.
Feste patronali ferme da due anni: in qualità di associazioni di categoria della Puglia legate al mondo delle tradizioni e della devozione popolare avevamo presentato una formale istanza al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al presidente della Conferenza Episcopale Pugliese S.E. Mons. Donato Negro e al direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia Aldo Patruno, per la costituzione di un tavolo tecnico.
Con soddisfazione, venerdì 25 febbraio, abbiamo partecipato al tavolo tecnico istituito dalla Regione Puglia, al quale erano presenti il direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia – dott. Aldo Patruno – il capo di gabinetto di presidenza - dott. Claudio Stefanazzi - la dirigente del Teatro Pubblico Pugliese - dott.ssa Claudia Sergio, ed altri responsabili Regionali ai quali abbiamo rappresentato tutto il nostro rammarico e disagio per le nostre categorie che ad oggi non hanno alcuna risposta sulla ripartenza delle feste patronali, nonostante la graduale abolizione delle restrizioni determinate dall’epidemia da COVID-19 con la riapertura di tutte le attività: i lavori pubblici, le scuole di ogni ordine e grado, i cinema e i teatri, stadi e persino discoteche.
In un clima sereno e costruttivo, abbiamo ricordato che, le precedenti restrizioni imposte dall'emergenza hanno soppresso tutte quelle forme di aggregazione sociale, tra cui le feste popolari e le manifestazioni religiose, per cui tutte le attività culturali ed economiche ad esse strettamente legate sono praticamente ferme da ottobre 2019, evidenziando altresì che, già dal 2020, è in vigore un protocollo - richiesto al Ministero dell’interno dalla stessa C.E.I. – che riapre alle feste patronali e relative processioni.
Inoltre con il protocollo dell’ 11 giugno 2020: “Applicazione delle misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Esigenze determinate dall'esercizio del diritto alla libertà di culto. Modalità di svolgimento delle processioni religiose” e il relativo emendamento 2.1500/20 al ddl. 2488 , che è stato approvato lo scorso 10 febbraio 2022 durante i lavori al Senato, che disciplina e consente ufficialmente lo “svolgimento delle feste popolari e delle manifestazioni culturali di notevole interesse anche quando si svolgono in modalità itinerante e in forma dinamica” riteniamo sia fondamentale ed urgente un confronto costruttivo con la C.E.P. per permettere di far tornare al lavoro e dare continuità a tutte quelle attività lavorative, culturali ed economiche legate alle feste popolari e alle manifestazioni religiose e poter cosi pianificare una ripartenza, a maggior ragione oggi che, dopo oltre due anni abbiamo il dovere di ridare dignità ai lavoratori di questo indotto - messo in pericolo dalla crisi di settore - quanto la continuità stessa delle tradizioni della nostra terra e di buona parte della nostra memoria collettiva.
Il mondo delle tradizioni e della devozione popolare è indissolubilmente legato ai momenti e alle celebrazioni religiose, pertanto è fondamentale sin da subito far ripartire l’attività dei tanti volontari che compongono i comitati feste e che rendono possibile la realizzazione delle feste e degli eventi legati alla tradizione popolare. Continuare ad attendere servirà a ben poco, infatti, è noto che l’organizzazione di eventi di sorta non sia riducibile a pochi giorni. E’ necessario oggi adottare criteri e decisioni più miti e consapevoli che a questi appuntamenti è legata la sopravvivenza di intere categorie di lavoratori e secoli di storia del nostro patrimonio culturale immateriale.
Ringraziamo ancora una volta la Regione Puglia che ha promesso attenzione al tema e un immediato tavolo tecnico al completo per cercare in ogni maniera di ridare un segno tangibile di normalità e speranza ai nostri territori e alle nostre attività artistico/culturali.
In data 28 Febbraio 2022, alla presenza del Segretario nazionale FP CGIL Fabrizio Rossetti, del Segretario Generale FP Puglia Domenico Ficco e del Segretario Generale della Camera del Lavoro di Brindisi Antonio Macchia, l’Assemblea Generale della FP CGIL di Brindisi ha eletto all’unanimità Patrizia Stella Segretaria Generale della categoria.
Patrizia Stella, subentra a Pancrazio Tedesco a seguito di dimissioni dello stesso per motivi personali.
Dipendente pubblico, ispettore del lavoro, la nuova S.G. della FP CGIL Brindisi vanta un lunghissimo percorso sindacale nella categoria come componente di segreteria per 8 anni con responsabilità alle Funzioni Centrali ed Enti locali e responsabile di Dipartimento Funzioni Centrali e Funzioni Locali dopo.
Successivamente dal 2018 eletta anche componente della Segreteria Confederale della Camera del Lavoro Territoriale di Brindisi con delega al pubblico impiego, alla salute e sicurezza, all’immigrazione.
Patrizia Stella è la prima donna alla guida della categoria e insieme a gruppo dirigente provinciale dovrà affrontare numerose sfide per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori del comparto e potenziare i servizi all’utenza in un contesto storico/ sociale difficile come quello che stiamo attraversando.
Per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori iscritti e non alla FP CGIL i rinnovi contrattuali in corso e una nuova forte rappresentanza ad iniziare dalle prossime elezioni RSU del 5,6 e 7 aprile 2022 nei comparti Sanità, Funzioni Centrali e Funzioni Locali saranno motore per dare sostegno e risposte a nuove e vecchie sfide.
Il nuovo numero di “Buone Nuove - l’altra informazione”
Nelle edicole il numero di gennaio-febbraio di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:
"SE TUTTO VA BENE SIAMO ROVINATI”
Il prossimo 3 marzo 2022 la città di Mesagne giocherà il suo jolly sul fronte della candidatura a Capitale della Cultura 2024. Per arrivare preparata a quell’appuntamento la città si è trasformata in un set cinematografico, sotto la regia di Paul Haggis con attore il “nostro” Sergio Rubini.…...
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La New Virtus Mesagne batte la Juve Trani 76 a 71
Torna a vincere la New Virtus Mesagne e lo fa contro una diretta concorrente per la salvezza in uno scontro diretto che vale doppio e rimette in moto la macchina gialloblu dopo alcuni passaggi a vuoto che avevano risucchiato i ragazzi di Bray nei piani bassi della classifica.
Cia Puglia: “E’ l’acqua la prossima emergenza, serve piano per autosufficienza idrica”
Cia Puglia: “E’ l’acqua la prossima emergenza, serve piano per autosufficienza idrica”. Nella Diga di Occhito, 10 milioni di mc d’acqua negli ultimi tre giorni, ma resta deficit rispetto al 2021. La situazione peggiore nelle province meridionali della Puglia, troppo dipendenti dalla Basilicata. Piogge e nevicate degli ultimi due giorni hanno portato alla Diga di Occhito circa 9,6 milioni di metri cubi d’acqua: il 25 febbraio, infatti, l’invaso conteneva 156.308.660 metri cubi di riserva idrica, oggi 28 febbraio è salito a 165.933.620. Eppure, rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, il lago artificiale al confine col Molise contiene comunque 18 milioni di metri cubi in meno. Complessivamente, le dighe gestite dal Consorzio di Bonifica della Capitanata in tre giorni hanno incrementato le loro riserve idriche di circa 12.500.000 metri cubi, ma il deficit totale rispetto allo stesso periodo del 2021 registra ancora un ammanco di 38milioni di metri cubi d’acqua. Le precipitazioni degli ultimi giorni hanno portato incrementi non solo sulla Diga di Occhito, ma anche nelle dighe di Capaccio sul Celone (+2,1 milioni di mc), San Pietro sull'Osento (+400mila mc) e Marana Capacciotti (+500mila mc). Tutti gli invasi menzionati, tuttavia, rispetto al 28 febbraio 2021, contengono minori riserve idriche: il lago artificiale di Occhito è sotto di 18milioni di mc; Capaccio sul Celone registra un meno 4 milioni; mancano 8 milioni di mc d'acqua, inoltre, sia a San Pietro sull'Osento che a Marana Capacciotti.
Come per la questione energetica, anche per il problema relativo all’acqua, e nello specifico alla risorsa idrica necessaria all’agricoltura, da molti anni si segnala la necessità di nuovi investimenti in infrastrutture e tecnologie capaci di soddisfare appieno il fabbisogno irriguo. Un problema comune a tutta la Puglia, ma più pressante soprattutto nelle province meridionali, quasi del tutto dipendenti dall’acqua della Basilicata. Gli effetti della lunga siccità degli ultimi mesi presenteranno il conto tra poche settimane. CIA Agricoltori Italiani della Puglia chiede da tempo un piano di interventi per l’autosufficienza idrico-irrigua della Puglia, per garantire agli agricoltori pugliesi l’acqua necessaria per le diverse colture e per ridurre gli sprechi che compromettono il già insufficiente apporto di acqua.
CIA Puglia ritiene che non sia più rinviabile la realizzazione di invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale, oggi fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe.
CIA Puglia chiede che siano potenziati gli impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque di recupero e il finanziamento di sistemi dotati di innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica.
È necessario potenziare le infrastrutture già esistenti, per renderle in grado di ridurre gli sprechi e recuperare quanta più acqua possibile. Si deve, infine, investire sull’innovazione tecnologica, in modo da assicurare sempre più il risparmio idrico, rendere più efficienti gli impianti e garantire agli agricoltori il necessario apporto idrico a prezzi equi e sostenibili.
POMODORO: COLDIRETTI PUGLIA, CON ACCORDO FILIERA PREZZI EQUI E BONUS PER QUALITÀ 100%
Con il caro energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi e si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto, in Capitanata si gettano le basi per una contrattazione anticipata, la definizione di prezzi equi e un bonus per il pomodoro di qualità 100%. E’ Coldiretti Puglia a sottolineare la politica lungimirante e di visione adottata dalla Princess a Foggia che ha siglato con Coldiretti l’accordo di filiera per unire gli sforzi a sostegno della filiera del pomodoro “Made in Italy”, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale.
La definizione del contratto annuale sul pomodoro, nell’ambito dell’”Accordo di Filiera” garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale – spiega Coldiretti Puglia - con i coltivatori che si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione basato su una equa pianificazione degli investimenti.
Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata, che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. La provincia di Foggia – insiste Coldiretti Puglia - è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Un bacino produttivo straordinario se confrontato al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita, una realtà che va salvaguardata e promossa – aggiunge Coldiretti regionale - perché rappresentata da imprese agricole e agroalimentari pugliesi che operano con grande professionalità e in assoluta trasparenza.
Quasi un barattolo di pomodori pelati Made in Italy su cinque esportati finisce in Gran Bretagna che è dipendente dall’estero per l’80% del pomodoro che consuma e rappresenta per l’Italia uno sbocco di mercato di vitale importanza che la Brexit, soprattutto in caso di mancato accordo, potrebbe mettere a rischio.
Princes lavora nello stabilimento di Foggia - il più grande sito industriale d’Europa - unicamente pomodoro di origine pugliese e si rifornisce esclusivamente da produttori che rispettano i più alti standard in tema di lavoro etico, secondo le certificazioni “Global G.A.P. GRASP” o “SA8000”.
Coldiretti e Princes intendono così ulteriormente sostenere e promuovere la filiera del pomodoro pugliese, unica al mondo per la qualità del prodotto e che da sola contribuisce per circa il 30% all’intero volume del pomodoro italiano da industria.
Nel contesto dell’accordo, Princes e Coldiretti stanno sviluppando congiuntamente un’innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che per la prima volta in Italia verrà applicata a un prodotto trasformato industrialmente. La piattaforma garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera e il rispetto di tutti i requisiti previsti con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali. La blockchain, grazie a registri informatici distribuiti e concatenati, fornirà ulteriore garanzia che il pomodoro provenga da cooperative che rispettano gli standard etici richiesti.
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Telefoni bollenti alla Regione, Zullo (Fdi): nel 2020 la Puglia ha speso oltre 3 milioni
Telefoni bollenti alla Regione, Zullo (fdi): nel 2020 la Puglia ha speso oltre 3 mil, la Lombardia solo 160mila. Emiliano spieghi come e’ possibile se i dipendenti regionali erano quasi tutti in smart working. |
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Di seguito la dichiarazione del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo. “Telefoni bollenti alla Regione Puglia… la battuta viene anche facile, ma è evidente che visto che a pagare sono i pugliesi sarebbe opportuno che venga fatta immediatamente chiarezza sul perché nel 2020 – per altro in piena pandemia e quindi con la stragrande maggioranza dei dipendenti in smart working – la Regione Puglia abbia pagato di telefonia fissa TRE MILIONI E 240 MILA EURO. Una cifra spropositata che se paragonata a quelle delle altre Regioni (nelle stesse condizioni della Puglia sul piano sanitario). Due paragoni su tutte: la Regione Lombardia ha speso poco più di 160mila euro, la vicina Basilicata circa 18mila euro. “Quelli del 2020 sono stati mesi particolari - marzo e aprile, per altro di lockdown – per la pandemia: gli uffici regionali erano praticamente vuoti e lo sono stati per molto tempo se solo si tiene conto che ancora oggi è data la possibilità di poter lavorare qualche giorno alla settimana in smart working. E allora come si spiega una bolletta così salata tanto da far acquisite alla Puglia – unica fra tutte le Regione – la categoria ‘C’ come rating finale? Siamo di fronte a una compagnia telefonica con prezzi troppo alti? E perché allora non cambiarla… Abbiamo avuto troppe telefonate con l’estero? Magari con la Cina da dove importavamo i DPI, per cui al costo del materiale dobbiamo aggiungere anche quello delle bollette telefoniche? “Ma non dimentichiamo che il 2020 è stato sì l’anno della Pandemia, ma anche delle Regionali… non è che per caso a qualcuno è sfuggita qualche telefonata di troppo pensando di essere in un comitato elettorale? “Ma il presidente Emiliano questi dubbi li può fugare subito prima che sia un altro Organo esterno alla politica a far ‘tornare i conti’. Non sarà difficile accertare da dove e quando sono partite le telefonate, da quali fissi e da quali uffici… perché ai pugliesi che devono pagarle qualche spiegazione va data!”. |