Redazione
Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani
Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani. On air fino a Natale la campagna 2022 declinata su tv, web e stampa. Tra i 33mila preti diocesani segnaliamo in Puglia, don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni, che promuove i benefici dell'accoglienza nella comunità.
Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.
Le Offerte rappresentano un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà. I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.
#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.
“La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.
Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.
Una presenza costante che esercita ogni giorno don Donato Pizzutolo, direttore della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni, impegnato, con la sua comunità di volontari e operatori, nella ricerca di soluzioni alle molteplici richieste di persone che attraversano periodi particolarmente critici della loro esistenza. Per don Donato, sacerdote poco più che trentenne, ordinato appena quattro anni fa, già direttore pastorale e segretario arcivescovile, è un servizio che si declina nel proprio territorio, essendo nato a San Michele Salentino, comune italiano di circa seimila abitanti nell'entroterra pugliese e a forte vocazione agricola. Ne è certamente un esempio la “Casa degli aquiloni”, la struttura di accoglienza che opera per fornire una possibilità concreta di alloggio e l'avvio di percorsi di autonomia per i migranti.
“Vogliamo sensibilizzare la città e la diocesi sul tema dell’emergenza abitativa; accompagnare e sostenere gruppi di persone disponibili ad impegnarsi in prima persona nell’accoglienza – spiega don Donato a Sabina Leonetti su Unitineldono.it –, creare un 'Osservatorio', laboratorio per monitorare la situazione della città, cogliere i bisogni più urgenti, condividere buone prassi esistenti per favorire la realizzazione del proprio unico e irripetibile progetto di vita”.
Inaugurato ufficialmente lo scorso febbraio, il progetto arriva da molto lontano. Si comincia da un’esperienza di accoglienza e condivisione già in atto dal 2017 a cura della Migrantes diocesana: chiamata appunto la “Casa degli Aquiloni”. “L'idea della “Casa” – ricorda la vicepresidente Migrantes, Sabina Bombacigno – nasce dal bisogno di tanti migranti non solo di trovare un riparo, ma anche e soprattutto di vivere uno spazio fatto di relazioni motivanti ed educanti che li possa accogliere ed accompagnare nel cammino di crescita verso la piena autonomia”. Negli ultimi cinque anni sono stati una cinquantina i migranti ospitati che ciclicamente hanno beneficiato dei servizi della struttura – a disposizione ci sono 8 posti letto – e dell'impegno dei tanti volontari, circa una ventina, che forniscono supporto su tutti gli aspetti, dalla ricerca di lavoro alle esigenze quotidiane.
Gli ospiti sono impegnati in corsi di formazione, educazione civica, economia domestica e anche conseguimento della patente di guida. La sintesi di questa iniziativa è affidata alle parole di don Donato: “Casa degli Aquiloni non è un dormitorio, né una mensa, non è neanche semplicemente una casa, ma un luogo di incontro e di relazioni. La condivisione di un tratto di strada nel tentativo di ricostruire la propria vita e riprendersi la propria dignità, perché insieme ci si rimette in cammino e si inizia a volare!”. Un progetto di accoglienza per avvicinare i migranti alla città e far sì che possano soprattutto avviare un dialogo che conduca al reciproco riconoscimento.
Ed è così che si avvertono anche i benefici per la comunità. Don Donato sottolinea l'apertura della “Casa degli aquiloni” nei confronti di un quartiere proprio nei pressi del centro storico e in una zona commerciale particolarmente popolata: “Inizialmente i condomini hanno avuto delle forti perplessità, ma poi hanno riscontrato gentilezza, garbo e civiltà negli ospiti della casa che, grazie anche alla possibilità di stipulare contratti di subaffitto all’interno della stessa, hanno potuto regolare la loro posizione documentale. La casa dunque non ha più una dimensione privata”. A quel punto, conclude il direttore, la collaborazione “tra le istituzioni, l’ambito ecclesiale e il territorio genera esperienze di accoglienza sostenibile e diffusa”.
Non solo video ma anche carta stampata per la campagna #UNITIPOSSIAMO.
“Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.
Sul web e sui social sono previste alcune pillole video “Perché dono”, brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie.
A supporto della nuova campagna anche la pagina in cui sono indicate le modalità per le donazioni.
Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.
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LAUDA EUROPE (GRUPPO RYANAIR) CERCA ASSISTENTI DI VOLO: COME CANDIDARSI
Lauda Europe, compagnia aerea del gruppo Ryanair, dà il via alla stagione invernale di reclutamento per assistenti di volo. A BARI le selezioni l’8 e 9 dicembre.
Nuove importanti opportunità sono messe in gioco da Lauda Europe, compagnia aerea del gruppo Ryanair, che ha deciso di dare il via alla stagione invernale con un reclutamento ad hoc per assistenti di volo. Proprio nella città di Bari.
Le selezioni in Italia rientrano nel recruitment programme 2022, per il quale Lauda Europe ha programmato giornate di reclutamento per nuovi assistenti di volo con base a Palma di Maiorca, Vienna o Zagabria, in vista delle prossime assunzioni.
È possibile partecipare agli Open Days in varie località italiane, tra cui l’8 e 9 dicembre a Bari. I candidati si potranno semplicemente presentare presso le location per accedere alle selezioni. Ad attenderli vi sarà la Head of Inflight di Lauda Europe Ltd, Maria Cristina Civiletti.
Gli Open Days si terranno in due sessioni giornaliere, una alle 10:00 e una alle 15:00 per ciascuna giornata:
- 8 e 9 dicembre a Bari, presso iH Hotels Bari Grande Albergo delle Nazioni, Lungomare Nazario Sauro, 7, 70121.
Dopo una breve prova di lingua inglese come pre-selezione per l’accesso ai colloqui individuali, ai candidati ritenuti idonei per accedere al corso di formazione completamente gratuito, verranno spiegate nel dettaglio le opportunità relative alla carriera in Lauda Europe e le possibilità di crescita lavorativa.
Vi è anche l’opportunità di svolgere la selezione da remoto in via telematica, scrivendo all’email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e allegando il proprio curriculum vitae.
Il corso per assistenti di volo è interamente gratuito e prevede una diaria giornaliera.
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GIORNATA SUOLO: COLDIRETTI PUGLIA, 9 COMUNI SU 10 A RISCHIO FRANE / ALLUVIONI (89%)
In Puglia 9 comuni su 10 (l’89% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense che aggravano lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione l’abbandono. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale del suolo nel denunciare gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l’acqua.
Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.
Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia - a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.
A questa situazione – sottolinea la Coldiretti - non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili. Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.
La sparizione di terra fertile non pesa peraltro solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti regionale – una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con più di tremila eventi estremi nel 2022, tra bombe d’acqua, violenti temperali e grandinate, secondo analisi Coldiretti su dati Eswd.
Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio, afferma Coldiretti nel sottolineare che è comunque positiva la scelta del Governo di investire nella manovra sul “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027 previsto dalla manovra. Ma sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva del Paese, conclude Coldiretti sottolineando che gli agricoltori italiani già oggi sono pronti a coltivare un milione di ettari in più in modo da difendere la capacità produttiva nazionale e la sovranità alimentare del Paese messa a rischio dalla guerra, dalla speculazione internazionale e dal clima che nel 2022 ha causato oltre 3 miliardi euro di danni alle coltivazioni.
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Trombe d'aria e bombe d'acqua hanno colpito duramente il Salento, con oltre 100 millimetri di pioggia caduti in poche ore in alcuni comuni provocando danni ingenti agli ortaggi invernali, alle patate, alle serre, mentre sono stati sferzati dalle tempeste di vento gli ulivi dei nuovi impianti di specie resistenti alla Xylella. E’ il risultato dei rilievi dei tecnici di Coldiretti Puglia, dopo la forte ondata di maltempo che ha colpito larga parte della provincia di Lecce, già interessata da frequenti tornado e tempeste di fulmini.
Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti regionale - agli effetti del mix micidiale con i cambiamenti climatici ed il moltiplicarsi di eventi estremi che si abbattono su un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato e dalla cementificazione che nelle campagne nell’ultimo decennio ha provocato danni per oltre 3 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-30%).
Disastrosi gli effetti sui campi del clima pazzo – continua Coldiretti Puglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali, considerato che il rischio idrogeologico con differente pericolosità idraulica e geomorfologica – aggiunge riguarda l’81% dei comuni leccesi.
Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi. Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia - perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia – conclude Coldiretti Puglia - a partire da frutteti, uliveti, ortaggi in pieno campo, pomodori e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata e siccità, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi.
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Mesagne. Alla Santissima Annunziata, pettole, castagne e vino
La parrocchia SS Annunziata di Mesagne organizza la pettolata del giorno dell'Immacolata. Come da tradizione l'otto Dicembre si apre il periodo natalizio con la prima pettolata. Quest'anno la pettolata avrà ancor più importanza perché l'intero ricavato della serata sarà devoluta alla Caritas parrocchiale che opera instancabilmente sul territorio parrocchiale, all'unisono con le altre realtà caritatevoli mesagnesi, per contrastare l'aumento della povertà che sta colpendo tante famiglie di nostri concittadini.
Oltre alle tradizionali pettole si potranno degustare le caldarroste e l'immancabile vino rosso!
Allieterà la serata il gruppo di pizzica Sangamaru!
Vi aspettiamo per questi “assaggi di solidarietà” nel campetto parrocchiale della SS Annunziata Giovedì 8 Dicembre dalle ore 19.30.
Il Cobas dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori Ecotecnica
Il Sindacato Cobas dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori Ecotecnica per una serie di problematiche irrisolte;
il Cobas è pronto a dichiarare lo sciopero dei lavoratori in quanto ha svolto con l’azienda presso la Prefettura di Brindisi il tentativo di conciliazione tra le parti, obbligatorio per poter successivamente dichiarare lo sciopero.
La Prefettura alla fine della riunione invitò le parti , Cobas ed Ecotecnica , ad un ulteriore incontro per tentare di superare i problemi posti sul tavolo dalla nostra organizzazione sindacale.
Anche in questo incontro i tentativi di soluzione andarono a vuoto.
Successivamente nel corso di un incontro al Comune esponemmo tutti i problemi che con Ecotecnica non eravamo riusciti a superare.
Il Comune di Brindisi aveva preso l’impegno di convocare l’azienda in modo tale da poter affrontare i problemi di cui ci siamo lamentati da tempo……niente di niente.
Alle continue richieste delle ultime settimane da parte del Cobas nessuna risposta.
Questi sono i problemi che abbiamo sottoposto alla Ecotecnica
-Nei mesi passati abbiamo posto con determinazione il problema della sicurezza sui mezzi.
-Ci siamo lamentati fortemente del fatto che la Ecotecnica ha inviato al Comune una “Platea Storica” dei lavoratori impiegati nel cantiere di Brindisi inserendo numerosi lavoratori provenienti dalla Provincia di lecce.
Il Cobas è un sindacato che non può essere accusato certamente di razzismo ma il suo responsabile, Roberto Aprile, finì in galera con altri 18 disoccupati per affermare il principio che i precari ed eventuali stabilizzazioni dovevano essere del territorio.
-Molti lavoratori continuano ad essere mantenuti nella ultima categoria del contratto, quella J; su nostra richiesta la Ecotecnica ci doveva presentare da mesi una lista con gli aggiustamenti dei livelli, cosa mai avvenuta.
-Stiamo collaborando con gli avvocati perché i lavoratori non trovano il pagamento dei fondi pensione, dei prestiti del quinto, gravi difficoltà a versare gli alimenti alle ex mogli .
Lo stato di agitazione è quindi quanto mai necessario.
Per il Cobas Roberto Aprile
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Mesagne. Pioggia di euro se acquisti a Mesagne nel "Natale Green"
A Mesagne quest’anno sarà un Natale dal “Cuore green”, grazie alle iniziative promosse dal Comune e dal Distretto urbano del commercio “Castrum Medianum”. Da ieri, infatti, i commercianti possono ritirare un abete da decorare e abbellire l’esterno della propria attività commerciale. Il comune e il Duc ne hanno acquistati ben 300 da distribuire a tutti i commercianti che ne faranno richiesta. Gli alberi al termine delle festività natalizie saranno ritirati e piantumati nelle zone verdi di proprietà dello stesso ente. Un’operazione ecologica che arricchirà il patrimonio verde della città. Non è tutto poiché in via Guglielmo Marconi e in via Brindisi saranno ricollocate le 600 piante di ciclamini rossi in vaso acquistati lo scorso anno e tenuti a vivaio per il Natale 2022. In piazza Orsini del Balzo ci sarà il “Mercatino di Natale” allestito dai commercianti in delle caratteristiche casette in legno. E che dire del “Borgo dei presepi” e del “Villaggio di Babbo Natale”, quest’ultimo allestito nel castello. E poi tanti premi sia per i clienti sia per i commercianti.
Si inizia con il concorso “Fatti un regalo, compra a Mesagne”, promosso dal Distretto urbano del commercio “Castrum Medianum”, a favore dei clienti delle attività commerciali ai quali sarà consegnato gratuitamente un biglietto per ogni scontrino emesso nei negozi aderenti per un controvalore superiore ai 30 euro. Ogni biglietto concorre ad un solo premio secondo l’ordine di estrazione. L’iniziativa partirà il prossimo 7 dicembre e si concluderà l’8 gennaio 2023. Saranno estratti 35 biglietti. Il primo premio sarà di 500 euro mentre l’ultimo è di 50 euro. Ai vincitori sarà consegnato, dal titolare del negozio estratto, un buono spesa spendibile esclusivamente presso una delle attività commerciali che hanno aderito al concorso a premio. Ma ci saranno ricchi premi anche per cinque titolari di attività commerciali che avranno abbellito la loro vetrina espositiva e partecipato al concorso “Natale in vetrina 2022”, sempre promosso dal Duc. Infatti, i negozi partecipanti dovranno vestire a festa la propria vetrina, secondo la loro libera interpretazione e fantasia rispettando il tema prescelto.
Dovranno essere rispettati gli accorgimenti relativi al buon gusto ed al decoro. Gli allestimenti decorativi dovranno essere necessariamente visibili dalla pubblica via. Il titolare della vetrina prima classificata riceverà un premio in denaro pari a 1000 euro, il secondo classificato riceverà un premio di 800 euro, la terza vetrina classificata otterrà un premio di 600 euro, la quarta di 400 euro e la quinta di 200 euro. Inoltre, a tutti i titolari delle vetrine partecipanti verrà inoltre consegnata una pergamena a testimonianza della loro partecipazione alla rassegna “Natale in Vetrina 2022”. Le attività che partecipano al concorso saranno individuabili attraverso l’esposizione in vetrina di apposita vetrofania che recherà un numero identificativo di riferimento, necessario per esprimere la preferenza. “L’invito è venire a Mesagne e acquistare per vincere premi corposi grazie ai fondi regionali del Duc. Stiamo rendendo più bella e attrattiva la nostra città per supportare un settore economico che ha sentito particolarmente la crisi”, ha chiosato il sindaco Toni Matarrelli.
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Mesagne. Dopo i furti, o i tentativi, bisogna alzare la guardia
“Brutta sensazione quella di non poter uscire per paura e sentirsi prigionieri in casa propria”. È lo sfogo amaro e timoroso di alcuni cittadini di Mesagne dopo aver appreso dell’ennesimo tentativo di furto verificatesi in una villetta lungo la via per San Pancrazio Salentino. I fatti si sono verificati venerdì intorno alle ore 19 nell’estrema periferia della città, lungo la strada per San Pancrazio. Qui ci sono una serie di residenze tra cui quella di un medico. Tre malviventi con il volto travisato da passamontagna hanno scavalcato con estrema disinvoltura il muro di recinzione e si sono portati verso l’abitazione. L’intento era chiaro, portare a segno un furto, nonostante che all’interno ci fossero i proprietari. Il loro raid è saltato grazie alla presenza di un cane che ha iniziato ad abbaiare e a inseguirli.
I malviventi, colti impreparati, hanno voltato i tacchi e sono fuggiti facendo perdere le tracce. Sul posto sono giunti gli agenti del locale commissariato, chiamati dai proprietari dell’abitazione, che hanno perlustrato la zona e avviato le indagini. Indagini che, per la verità, ancora non hanno dato un volto a questi malviventi che, ormai da tanto tempo, stanno mettendo a ferro e fuoco l’intera provincia di Brindisi. Banditi che saccheggiano le abitazioni depredandole di soldi e preziosi. Fin qui la cronaca dei fatti. Tuttavia, alla luce anche dei precedenti episodi predatori portati a segno, e non, a Mesagne resta nei cittadini la paura per questi episodi di criminalità diffusa che hanno fatto alzare il livello di allarme sociale, anche alla luce di ciò che sta accadendo in altre realtà limitrofe. Secondo gli investigatori si tratterebbe di bande di malviventi che giungono da fuori provincia, colpiscono a “batteria” e ritornano nei loro ambienti facendo perdere le tracce. Insomma, non sarebbe criminalità locale a compiere questi atti delinquenziali.
Giustificazione che, per la verità, interessa poco sia alle vittime sia ai cittadini. Il tutto a pochi giorni dal Natale, periodo caldo che le forze dell’ordine conoscono bene poiché, secondo le casistiche, aumentano questi episodi predatori. “Vogliamo essere tutelati poiché non è possibile sentirsi dei detenuti in casa propria – hanno protestato ieri mattina alcuni cittadini – abbiamo paura sia a uscire da casa che restarne dentro poiché questi banditi hanno dimostrato con i fatti la loro capacità predatoria incuranti di chi è presente nelle abitazioni”. Così, se i banditi non sono sodali della criminalità locale bisognerebbe cercarli altrove, magari con operazioni di intelligence, indagini certosine, tradizionali e a largo raggio. Intanto, il sindaco di Mesagne e presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, ha assicurato il proprio impegno per tranquillizzare le comunità locali e già nelle prossime ore è pronto a incontrare i vertici delle forze dell’ordine provinciali per chiedere un loro maggiore impegno, in termini di uomini e mezzi, sull’intero territorio della provincia di Brindisi. Il Natale è alle porte ed è bene trascorrerlo nella massina serenità e, soprattutto, libertà individuale.
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Locorotondo vs Mesagne Calcio 1-1
12^ giornata di andata