Redazione

La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Alla tragedia di decenni di imposizioni dall'alto, pagate col sangue dai brindisini e con la devastazione del nostro territorio oggi si aggiunge la farsa Edison sostenuta dalle argomentazioni capestro del MITE.

Lo diciamo da subito, con chiarezza e senza alcuna possibilità di essere fraintesi: siamo pronti a sostenere la battaglia legale che l'amministrazione comunale intende avanzare in tutte le sedi giudiziarie competenti. Ma la battaglia, lo sappiamo bene, è anche politica: con il governo che nonostante tutto è ancora in debito con questo territorio ma anche, contro il più locale e squallido branco di lupi di cui non abbiamo paura alcuna.

Predoni degli appalti, questuanti del subappalto, ciarlatani della politica e servi sciocchi di ogni ordine e grado pronti, per piccoli interessi di bottega, a mortificare irrimediabilmente una importante porzione di porto, lo sviluppo della città e le ambizioni dei brindisini, come troppe volte è accaduto nella storia della nostra città.

Noi abbiamo le idee chiarissime sul futuro del nostro scalo e sui progetti realmente vantaggiosi: la città chiede certezze e non è disposta ad accettare l'imposizione di un impianto che, non a caso, altri porti hanno respinto.

Per questo, salutiamo con favore il sostegno annunciato al Sindaco dal presidente della Regione Emiliano che, come avvenuto a Manfredonia, negherà l'intesa Stato-Regione.

E salutiamo anche il consigliere Amati: non siamo ideologicamente contrari ad investimenti nel nostro territorio, siamo ideologicamente contrari alle sue enormi, stucchevoli panzane.

Qui non si tratta di essere più o meno ambientalisti o industrialisti, qui si tratta di scegliere tra gli interessi della città e quelli privatissimi di pochi.

Noi scegliamo di difendere il porto e il futuro di Brindisi.

                                                                                                                               Brindisi Bene Comune

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Con la pandemia quasi 7 pugliesi su 10 (68%) vanno a caccia di piante nei vivai per abbellire le proprie case o addirittura per coltivare direttamente frutta e ortaggi da portare in tavola. E’ quanto emerge dall’indagine di Coldiretti Puglia nei mercati dei contadini di Campagna Amica, con i cittadini che con l’emergenza sanitaria hanno cambiato le priorità facendo esplodere il bisogno di verde nelle case e nelle città.

Una vera piante-mania – sottolinea la Coldiretti Puglia – con il raddoppio dell’interesse per le case con giardino con un profondo cambiamento nel mercato immobiliare spinto dalla voglia dei cittadini – insiste Coldiretti Puglia - di spazi verdi sia all’interno che all’esterno delle abitazioni. Per godersi un po’ di piante il 74% delle famiglie può contare almeno su un balcone mentre il 42% vive proprio in una casa con giardino – spiega Coldiretti Puglia - che nel periodo della pandemia è stato un vero e proprio sfogo per adulti e bambini.

A favorire la voglia di verde è la Legge di bilancio 2022 che, come fortemente richiesto da Coldiretti, ha confermato per gli anni 2022-2023-2024 il “Bonus verde”, l’agevolazione fiscale per gli interventi di sistemazione di terrazzi, giardini e aree scoperte di pertinenza.  Interessati sia i proprietari degli immobili che coloro i quali detengono l’immobile sulla base di un titolo idoneo. Il bonus spetta anche nel caso di interventi realizzati nei condomìni. L’agevolazione, introdotta con la legge di bilancio 2018 (articolo 1, comma 12 della Legge n. 205 del 2017) e poi prorogata fino al 2021 – aggiunge Coldiretti Puglia – prevede una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la sistemazione di giardini, terrazzi, coperture, entro un limite massimo di spesa di 5.000 euro, compreso iva, per ogni unità immobiliare, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, il che si traduce in una detrazione massima di 1.800 Euro, con rate da 180 euro.

Se in passato erano soprattutto i più anziani ad avere il pollice verde, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso – sottolinea la Coldiretti Puglia – la passione per le piante complice la pandemia con chiusure e restrizioni si sta diffondendo anche tra i più giovani o tra persone che di solito non si occupavano di vasi, torbe e trapianti.

In Puglia la maggior parte delle città possiede una dotazione di verde pro capite che non supera i 10 metri quadrati per abitante – denuncia Coldiretti Puglia – dove Il rischio è legato anche alla scarsità di aree verdi, con Barletta che registra una percentuale di verde pubblico dello 0,2%, Foggia, Andria e Brindisi dello 0,3%, Lecce e Trani dello 0,4%, Taranto inferiore all’1, solo Bari supera il 2%, con molte città della Puglia - spiega Coldiretti Puglia - dove la dotazione di verde pro capite non supera i 10 metri quadrati per abitante, con Bari che conta 9,2 metri quadri di verde pubblico, mentre il valore più basso si registra a Barletta pari a 3,9 metri quadri per abitante.

Con l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% dei cittadini la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo – precisa la Coldiretti Puglia - è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili.

L'obiettivo è creare vere e proprie oasi mangia-smog nelle città, scegliendo gli alberi più efficaci nel catturare l'inquinamento dell'aria. Se una pianta adulta – conclude Coldiretti Puglia - è capace di 'mangiare' dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, 1 ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

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«E’ necessario fare rete tra le realtà locali: il programma Cis può essere davvero un’occasione di sviluppo per le province di Brindisi e Lecce». E’ quanto affermano i parlamentari del Movimento Cinque Stelle On. Valentina Palmisano e On. Giovanni Luca Aresta, a margine dell’incontro di ieri con la Sottosegretaria per il Sud e Coesione Sociale On.Dalila Nesci (M5S). «Durante il tavolo di confronto, al quale ha partecipato anche la struttura tecnica del Ministro per il Sud e Coesione Sociale Mara Carfagna, abbiamo rilevato come molteplici siano state negli anni le criticità, le aspettative e gli annunci in riferimento a questo importante contratto istituzionale di sviluppo del territorio. Purtroppo però -commentano Palmisano e Aresta- è sempre stato difficile rendere effettivamente operativi questi programmi. Ed è per questo che nell’attuale momento storico rendere concrete tutte quelle progettualità è una condizione non più rinviabile per implementare processi virtuosi di crescita all’interno delle due province». I due portavoce del Movimento 5 Stelle continueranno in queste settimane a seguire da vicino ogni fase del “Contratto di Sviluppo Lecce-Brindisi Costa adriatica”. «Riteniamo importante fare una premessa: non occorrono misure o progetti di campanile, che possano favorire un Comune piuttosto che un altro. Serve invece sintonizzarsi sulla qualità delle proposte in campo anche allargando i singoli confini. E’ necessario che possa rafforzarsi e divenire materialmente operativa una rete tra le amministrazioni comunali coinvolte direttamente in questo contratto di sviluppo e tutti coloro i quali hanno incarichi di responsabilità in ambito istituzionale e sociale nel territorio. Occorre unire e non dividere.  Crediamo che le città di Lecce e Brindisi con le loro province possano diventare più forti se si rapportano con il resto dei territori. Un progetto di area vasta con opere in grado di rinnovare profondamente il sistema infrastrutturale e servire fasce estese di popolazione, anche oltre i comuni della costa. E per far ciò -concludono Valentina Palmisano e Giovanni Luca Aresta- fondamentale sarà individuare delle direttrici strategiche d’intervento a beneficio dell’intero territorio. Noi continueremo a lavorare per unire e non per dividere i territori».

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Un furto è stato perpetrato nel pomeriggio di oggi presso l'ipermercato di Mesagne, dove un uomo di Brindisi ha preso dallo scaffale un rasoio elettrico. Solo che anziché passare dalla cassa a pagarlo lo ha nascosto nel giaccone e si è avviato verso l'uscita. L'azione è stata notata dai vigilantes che lo hanno bloccato e consegnato ai carabinieri. I militari lo hanno denunciato per furto. La merce è stata restituita ai proprietari. 

Per il recupero della decima giornata d'andata, la New Virtus Mesagne fa visita alla Valentino Castellaneta, formazione che naviga in piena zona playoff ma reduce da due sconfitte consecutive.

Coach Bray deve fare i conti con gli ormai consueti dubbi di formazione e schiera la miglior formazione possibile con Crovace, Gallo, Galantino, Dekic e Cardillo. L'inizio di gara è da dimenticare, con i padroni di casa che scappano via sul 13-2 dopo pochi minuti, sfruttando l'atteggiamento troppo morbido in partenza dei gialloblu. Si chiude sul 18-9, per un parziale giocato molto al di sotto delle aspettative.
Nel secondo quarto la New Virtus si rifà sotto, sfruttando la buona vena di Cardillo dalla lunga distanza, raggiungendo così anche il -4. In generale, tutta la squadra risponde meglio alle sollecitazioni biancorosse tanto da chiudere in sostanziale pareggio il tempo (20-19). Si resta, tuttavia, sulla doppia cifra di vantaggio per Castellaneta, per merito dell'ottimo finale di tempo di De Angelis (38-28).
Al rientro in campo la Virtus non c'è: i padroni di casa spingono forte, sfruttando la propria aggressività e buone percentuali sia nel tiro dalla media che in quello dalla lunga distanza. Il parziale si chiude sul 24-4, segno tangibile della differenza di valori vista in campo (62-32).
Nell'ultimo quarto, sfruttando anche i ritmi più lenti, il Mesagne gioca una discreta pallacanestro, vincendo il mini-tempo ma chiudendo comunque sotto per 76-48.
La condizione fisica non ottimale, unita alle assenze di fatto di alcuni uomini chiave hanno impedito alla Virtus di poter giocare alla pari con il Castellaneta. I padroni di casa sono apparsi nettamente più in palla fin dalle battute iniziali, vincendo con ovvio e pieno merito una sfida che ha avuto pochi spunti positivi per i ragazzi di Bray.
Cuore e testa ora vanno alla sfida di domenica al PalaDefrancesco contro il Mola. Fischio d'inizio alle ore 18.30.
VALENTINO CASTELLANETA: De Angelis V. 23, Biasich D. 13, Vasilev R. 11, Conidi D. 10, Kalnius H. 6, Tartaglia M. 6, Resta F. (K) 4, Berkelund S. 3, Dettorre G., Pancallo C., Conforti A.. All.re: Polucci.
NEW VIRTUS MESAGNE: Cardillo M. 16, Galantino F. 10, Dekic D. 6, Bellanova L. 5, Crovace D. 6, Risolo P. (K) 3, Gallo G. 0, Fiusco S. 2, Zullo G. ne. All.re: Bray.

Campagna vaccinale anti Covid, il report sulle dosi somministrate al 10 febbraio 2022. 

Secondo l'ultimo report a cura dell'Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi, dal 27 dicembre 2020 al 10 febbraio 2022 sono state somministrate 903.708 dosi di vaccino, di cui 340.876 prime dosi, 324.291 seconde dosi e 238.541 terze dosi; mediamente, sono state somministrate 2.335,2 dosi per giornata di vaccinazione.
Il 63,3% (572.225) delle dosi è rappresentato da Pfizer, il 23,3% (210.127) da Moderna, il 9,5% (86.097) da AstraZeneca, il 2,6% (23.163) da Pfizer pediatrico e l'1,3% (12.096) da Janssen (Johnson&Johnson). Il dato delle prime dosi risulta così distribuito: il 53,1% a persone al di sotto dei 60 anni; il 24,9% agli anziani; il 12,2% ai soggetti fragili; il 3,9% al personale sanitario; il 2,6% al personale scolastico; l’1% alle forze dell'ordine; il 2,3% ad altre categorie. Questa la distribuzione delle seconde dosi: per il 54,3% ai soggetti al di sotto dei 60 anni; per il 26,4% agli anziani; per il 10,5% ai soggetti fragili; per il 4% al personale sanitario; per il 2,5% al personale scolastico; per l'1% alle forze dell'ordine; per l'1,3% alle altre categorie. Questa, infine, la distribuzione delle terze dosi: il 30,1% agli anziani; il 48% a persone al di sotto dei 60 anni; l'11,2% ai soggetti fragili; il 3,6% al personale sanitario; l'1,3% al personale scolastico; l'1% alle forze dell'ordine; il 4,8% alle altre categorie. 
Fino al 10 febbraio i residenti o domiciliati in provincia di Brindisi vaccinati con la prima dose sono 333.682, di questi 313.801 con la seconda dose e 226.358 con la terza dose, con una copertura vaccinale pari rispettivamente al 90,5%, all'85,1% e al 65,4%.  La copertura vaccinale con la prima dose relativa ai residenti con più di 80 anni di età è pari al 98,6%, al 95,8% per il ciclo completo e all'83,2% per la terza dose. I residenti di età compresa tra 5 e 11 anni vaccinati con prima dose risultano essere 12.648 per una copertura vaccinale pari al 55,3%.
Sono 125.033 le dosi erogate finora dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, di cui 52.853 (42,3%) in ambito ambulatoriale. Il 17,5% (21.894) delle dosi è stato somministrato a soggetti over 80, il 24,7% (30.915) a soggetti della fascia di età 70-79 anni, il 24,4% (30.558) a soggetti con età tra 60 e 69 anni e il 33,3% (41.666) a soggetti sotto i 60 anni. I soggetti fragili rappresentano la categoria a rischio vaccinata prevalentemente dai medici di famiglia (69.938; 55,9%), seguita dai soggetti con età superiore a 60 anni (30.393; 24,3%), dai soggetti sotto i 60 anni (9.055; 7,2%) e da altre categorie (15.647; 12,5%). 

PNRR SANITA’ – LE PROPOSTE DELLA REGIONE PUGLIA. 

 Stamattina si è svolta la seduta congiunta delle Commissioni consiliari della Regione Puglia “Programmazione” e “Sanità”, presiedute dal collega Fabiano Amati e dal sottoscritto. Abbiamo valutato le proposte dell’Ente in riferimento al PNRR Sanità che per la Puglia prevede investimenti per centinaia di milioni di euro. 
L’obiettivo è quello di realizzare un potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale attraverso la realizzazione di Case di comunità, di Ospedali di comunità, della digitalizzazione, dell’adeguamento sismico e strutturale e della formazione. Previsto, inoltre, l’acquisto di grandi macchine collegate al miglioramento dell’offerta sanitaria.
Nel corso dell’audizione l’assessore Palese ha garantito un equo impiego delle risorse disponibili in tutte le province pugliesi. Il tutto, con un attenzione particolare alla dotazione organica di medici, infermieri e specialisti.
Il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, invece, ha informato le Commissioni che sono già state raccolte le proposte delle singole Asl pugliesi, il cui valore di investimenti, però, supera le risorse disponibili. Saranno privilegiati, pertanto, gli interventi la cui realizzazione rientra nei tempi previsti dal decreto.
Insomma, si sta lavorando nella giusta direzione e nell’interesse dei cittadini pugliesi! 
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia

Dati del giorno: 11 febbraio 2022

4.952
Nuovi casi
45.270
Test giornalieri
14
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.332
Provincia di Bat: 385
Provincia di Brindisi: 445
Provincia di Foggia: 827
Provincia di Lecce: 1.340
Provincia di Taranto: 578
Residenti fuori regione: 33
Provincia in definizione: 12
100.528
Persone attualmente positive
745
Persone ricoverate in area non critica
68
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

670.456
Casi totali
8.235.298
Test eseguiti
562.520
Persone guarite
7.408
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 226.098
Provincia di Bat: 67.691
Provincia di Brindisi: 62.796

Mesagne. Auto a fuoco

Febbraio 11, 2022

I vigili del fuoco di Brindisi sono ntervenuti a Mesagne per spegnere le fiamme sprigionate dall’auto di una coppia di anziani. E’ successo in contrada Calderoni. L’auto, una Ford Focus, era parcheggiata nei pressi di un terreno dove stavano bruciando i residui della potatura di alcuni alberi di ulivo. Sul posto è sopraggiunta una squadra di vigili del fuoco e la polizia. 

LAVORO: COLDIRETTI PUGLIA,​ SI PAGA PIÙ BOTTIGLIA CHE POMODORO; STOP ALLO SFRUTTAMENTO DELLE IMPRESE AGRICOLE. Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti a Foggia sulla gestione del lavoro in agricoltura, in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, a cui hanno partecipato Ludovico Vaccaro, Procuratore Capo di Foggia, Sebastiano Luigi Gentile, Presidente del Tribunale di Foggia, Fabrizio di Marzio, Capo area Giuridica Coldiretti, Romano Magrini, Capo area gestione del personale, lavoro e relazioni sindacali Coldiretti, Cataldo Motta e Colomba Mongiello, Componenti del Comitato scientifico Fondazione Osservatorio Agromafie, Bruno Giordano, Direttore Generale Ispettorato nazionale del lavoro.

“È necessario investire sul futuro competitivo delle imprese agricole, percorrendo insieme ai lavoratori l’unica strada possibile della crescita, tenendo conto dello scenario europeo. Le nostre imprese sono spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna. Occorre rafforzare la catena della legalità in agricoltura, minacciata e indebolita dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne, dove i prodotti agricoli sono pagati sottocosto pochi centesimi”, ha detto Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

Sono 100mila gli operai agricoli impiegati nei campi pugliesi che danno vita al 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale – dice Coldiretti Puglia - un mercato del lavoro di grande valenza da tutelare. Non è rinviabile e derogabile l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come dimostrano i 38mila immigrati assunti regolarmente in agricoltura.

A 5 anni dall’approvazione della legge sul caporalato, l’esperienza dimostra che la necessaria repressione da sola non basta ed è invece necessario – sottolinea Coldiretti Puglia - agire anche sulle leve economiche che spingono o tollerano lo sfruttamento, come il “caporalato bianco” che alimenta la insostenibile competizione tra prodotti italiani e stranieri, agevolati questi ultimi da forme di “dumping sociale e sanitario” che consente di ottenere il miglior prezzo possibile sul mercato.​

Per questo occorre affiancare le norme sulla legalità e sui corretti rapporti di lavoro, anche attraverso una nuova trattativa sul rinnovo dei contratti di lavoro provinciali, all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali – insiste Coldiretti Puglia - nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione. Necessario tagliare la burocrazia a carico delle imprese per aiutarle a recuperare qualche punto di Pil – incalza Coldiretti Puglia - passando attraverso il pit stop della legge anti caporalato in tempi brevi e certi, uno strumento da non stravolgere, ma certamente da migliorare nelle parti che non hanno funzionato, prevedendo azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro in agricoltura.

Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti regionale - sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.​ Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

Una risposta tanto attesa e fortemente voluta da Coldiretti è arrivata con l’approvazione dal Consiglio dei Ministri in via definitiva, dopo il passaggio parlamentare, della direttiva Ue contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare e commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. Un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese agricole.

Con il nuovo provvedimento – riferisce la Coldiretti Puglia – scatta lo stop per 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti. Si realizza così – precisa la Coldiretti - un percorso virtuoso finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera.

L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare – conclude la Coldiretti Puglia – rappresenta una svolta storica per garantire un giusto prezzo ad agricoltori ed allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricololo.