A San Martino si brinda con il Novello, attenti ai finti novelli In evidenza

Novembre 10, 2016 1319

caliceSe il primo novembre è il giorno del «deblocage», cioè lo sblocco legislativo del vino novello, da domani,

giorno dedicato alla festività di San Martino, dove secondo vino novello natioun antico proverbio "il mosto diventa vino", un fiume di "primo fiore d'autunno" o nettare di Bacco, a dir si voglia, sarà presente su molte tavole italiane. Non sarà un'invasione come, invece, è accaduto dieci anni fa, quando furono stappate 17 milioni di bottiglie, ma gli attuali 2 milioni difenderanno bene la categoria essendo di ottima qualità. Naturalmente, vanno messi al bando i finti novelli, non commercializzati in bottiglie bensì in differenti contenitori, che altro non sono che vini di annata non sottosti al rigido protocollo della macerazione carbonica necessaria per ottenere i "veri" vini novelli. Il vino novello è frutto di un moderno processo di vinificazione, che fu trattato, già nel lontano 1861, dal famoso scienziato francese Louis Pasteur e successivamente perfezionato nel 1934 da un gruppo di ricercatori della stazione scientifica di Narbonne. Cercando di trovare un metodo per la conservazione dell’uva appena raccolta, in quanto allora non esistevano le celle frigorifere posizionarono i grappoli d’uva sotto una cortina di anidride carbonica per alcune settimane e alla fine si accorsero che essi avevano fermentato, diventando gassosi e frizzanti. Decisero, quindi, di procedere ad una rapida vinificazione, col vantaggio che appena poco tempo dopo la vendemmia il vino era già pronto per essere bevuto. Era nata, così, la vinificazione con “macerazione carbonica”. "All'origine del calo della produzione - ha osservato Sergio Botrugno, presidente di Coldiretti Brindisi e amministratore unico della Botrugno vini di Brindisi - ci sono una serie di fattori: a partire dalla limitata conservabilità, fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali. Soprattutto gli stessi vitigni che in passato rappresentavano la base del novello oggi sono spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per aperitivi, ma che non presentano problemi di durata". Il novello è consumato, soprattutto, in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste. "Il nostro novello, "Nasci", - ha continuato Botrugno - è eccezionale per aroma, sapore e corposità che si lega bene con i piatti salentini. E' un vino, morbido, che, attentamente selezionato sui ceppi, è preludio di quella che sarà una buona annata enologica". Tuttavia, il presidente ha invitato a stare attenti alle potenziali truffe: "Il vino per essere denominato novello va venduto in bottiglia, ottenuto con il metodo della macerazione carbonica, non esiste, quindi, nessun altro contenitore in cui può essere commercializzato con il nome "novello" altrimenti siamo di fronte a un vino nuovo ma non a un novello". Soddisfatto della produzione Marco Pagano, presidente della Cantina sociale di Sandonaci: "Il novello "Natìo" è il fiore all'occhiello della nostra produzione - ha confidato - in una settimana abbiamo venduto quasi tutta la produzione di quest'anno. Si tratta di un prodotto di nicchia molto apprezzato dai nostri clienti". Così, se la commercializzazione del novello va a gonfie vele qualche perplessità sulla qualità del prodotto l'ha espressa l'enologo Giuseppe Battista. "Quest'anno è stato il meno indicato per produrre i vini novelli - ha spiegato l'esperto - perché la situazione metereologica sfavorevole di settembre non ha favorito la vendemmia di uve strutturalmente integre e, quindi, perfette per questa particolare tipologia di prodotto". Ed ha, quindi, aggiunto: "Evidentemente chi ha prodotto il novello aveva dei vitigni integri sfuggiti alle piogge. Diversamente crolla l'impalcatura della macerazione carbonica utilizzata per la vinificazione. Infatti, per questa particolare lavorazione le uve devono essere deposte in cassette, per non essere pressate e perdere mosto, dal momento del taglio a quello di immissione nei contenitori in cui sarà lavorata". Che dire, in attesa di degustare queste prelibatezze enologiche non resta che alzare i calici in un brindisi augurale: prosit.