Mesagne. Atto intimidatorio a palestra di fitness In evidenza

Dicembre 06, 2016 2822

carabinieri-bloccoUn atto intimidatorio è stato portato a segno

ai danni di una palestra di fitness di Mesagne dove qualcuno ha danneggiato la porta d'ingresso. Inizialmente sembrava che il danneggiamento fosse stato causato da un foro di proiettile calibro 9. Ma gli accertamenti eseguiti dai carabinieri hanno stabilito che il foro è stato praticato con un oggetto metallico. Al vaglio degli investigatori vi sono alcune immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona. L'atto dovrebbe rientrare in un movente maturato nella sfera del privato ed escluderebbe qualsiasi coinvolgimento della criminalità organizzata. L'episodio, su cui c'è il massimo riserbo, si è verificato alcuni giorni fa quando al mattino i proprietari della palestra sono arrivati e nel mentre si apprestavano ad aprire la vetrata d'ingresso si sono accorti di un foro presente sul vetro. Hanno cercato di comprendere cosa potesse essere accaduto e poi certi che si trattava di un atto intimidatorio, letto inizialmente come lo sparo di un colpo di pistola, hanno allertato i carabinieri della stazione di Mesagne. i militari una volta giunti sul posto hanno potuto stabilire che non si trattava di un colpo di pistola, la dimensione poteva far pensare a un proiettile calibro 9, perché altrimenti avrebbe causato all'interno dell'ingresso danni evidenti. Gli accertamenti scientifici, infatti, hanno stabilito che il foro è stato praticato con un cacciavite particolare che ha lasciato sui lati del foro delle sbavature. Inoltre, anche la porta d'ingresso sembra essere stata forzata con il medesimo attrezzo. Dall'interno della palestra sembrerebbe non mancare nulla. Davanti a questo scenario gli investigatori hanno escluso che possa trattarsi di un atto della criminalità poiché ha un "modus operandi" differente. Le indagini sembrerebbero preferire un movente maturato nella sfera personale di qualche individuo. Per fare piena luce vi sarebbero anche delle immagini riprese da alcune telecamere di videosorveglianza che immortalerebbero l'individuo. Da qui la necessità di mantenere un riserbo strettissimo per non compromettere le indagini.