Neve e gelo. Adesso si quantificano i danni in agricoltura

Gennaio 23, 2017 1081

neve a mesagne 6 gennaio 2017 2L’eccezionale ondata di neve, gelo e forti venti di tramontana,

seguiti negli ultimi giorni da violente grandinate, hanno piegato il comparto orticolo e frutticolo della provincia di Brindisi. Centinaia di migliaia di euro di prodotto andato in fumo o meglio "lessato" dalle gelature che sono seguite alla neve. Particolarmente colpite le zone rurali a ridosso del mare, come ad esempio la città capoluogo, Brindisi, ma anche a Fasano, Specchiolla, Montalbano, Carovigno, Mesagne e Latiano dove le colture orticole hanno subito notevoli danni. Come spesso accade in queste occasioni i prezzi degli ortaggi sono saliti alle stelle. Sia a ridosso del periodo degli eventi, non giustificabile, sia nelle settimane successive. Si pensi che al consumatore un carciofo arriva a costare circa 70 centesimi mentre al produttore il prezzo di acquisto è intorno a 10 centesimi. Una disparità ingiustificabile e su cui la magistratura, già all'indomani degli eventi, ha avviato dei controlli. “Dalle segnalazioni dei nostri soci – denuncia il presidente di Coldiretti Brindisi, Sergio Botrugno - abbiamo stimato un danno fino al 100% sui carciofi, andati completamente distrutti, su insalate e rape. Abbiamo registrato un danno oltre l’80% sull’erbetta, su cicoria, cavolo bianco, verde e cappuccio, bietola, prezzemolo e finocchio. La neve prima e la grandine poi, associate a forti raffiche di vento di maestrale stanno ritardando la stessa verifica e la conta dei danni in campagna, dove sono state le ortive in pieno campo ad avere la peggio ed in particolare le carciofaie”. La Puglia è la maggiore produttrice italiana di carciofi, con 160.000 tonnellate che rappresentano il 94% della produzione del Mezzogiorno ed il 33 % di quella nazionale e la provincia di Brindisi garantisce un notevole apporto in termini di produzione e ricchezza. La produzione lorda vendibile per ettaro presenta un notevole valore economico, dove si riscontra una notevole incidenza delle spese per la manodopera (il 42% delle spese totali) ed il reddito risulta eccessivamente condizionato dalle fluttuazioni di mercato. “Vista la gravità della situazione – aggiunge il direttore di Coldiretti Brindisi, Aldo De Sario – i nostri uffici tecnici stanno procedendo all’immediata verifica dei danni, anche sulla base delle numerosissime segnalazioni che stanno ricevendo. E’ indispensabile che i territori rurali vengano tutelati con efficacia ed immediatezza rispetto ad eventi di tale eccezionalità”. La zona di produzione della Igp “Carciofo Brindisino” comprende l’intero territorio amministrativo dei seguenti comuni: Brindisi, Cellino San Marco, Mesagne, San Donaci, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, San Vito dei Normanni e Carovigno. Anche il comparto zootecnico ha subito dei danni nonostante che in provincia di Brindisi le aziende non sono numerose. Tuttavia, il congelamento delle tubature dell'acqua ha causato la ritardata erogazione dell'acqua agli animali. In alcuni casi gli abbeveratoi esterni hanno subito il congelamento dell'acqua. Difficoltà che, in ogni modo, sono state superate dagli imprenditori che hanno provveduto ad alimentare gli abbeveratoi con acqua corrente prelevata dai pozzi e trasportata in cisterne. Per fare fronte a questi disagi, soprattutto economici, Coldiretti, in attesa che vengano perfezionati i provvedimenti utili a rendere capiente il Fondo di Solidarietà Nazionale e ad azzerare la burocrazia per accelerare l’avvio delle attività di ripristino e ristrutturazione, ha chiesto al Ministero delle Politiche Agricole di dare corso al pagamento a saldo degli aiuti comunitari Pac, in modo che le aziende agricole e zootecniche possano recuperare nell’immediato un minimo di liquidità. 

La straordinaria ondata di maltempo che ha colpito la Puglia nelle scorse settimane ha azzerato produzioni, distrutto stalle, serre, frutteti e vigneti di uva da tavola e ha assestato un duro colpo agli impianti produttivi. La provincia di Brindisi non è rimasta indenne da tale evento e oggi agricoltori e imprenditori fanno la conta dei danni e richiedono lo stato di calamità per cercare di ottenere qualche agevolazione finanziaria che possa, in qualche modo, mitigare le perdite dei bilanci. Poche aziende possono contare su un ristorno assicurativo poiché i costi proibitivi dei premi non ha permesso a molte di esse di sottoscrivere una polizza salva-coltura. Tuttavia, ciò che in questo momento preoccupa maggiormente gli agricoltori non è solo l'aver perso parte della produzione quanto vedersi pregiudicata la prossima campagna agraria poiché le avverse condizioni atmosferiche hanno inciso anche sulla vita delle stesse piante e strutture. Tutte le tipologie di insalate, broccoli e carciofi sono andati quasi del tutto distrutti. Anche le carciofaie hanno risentito del gelo perciò è a rischio la produzione per i prossimi anni. Gli agrumi sono congelati sugli alberi che, a loro volta, hanno subito uno stress termico che ne compromette la prossima produzione. Gli oliveti che erano stati potati precedentemente all'evento neve e gelo hanno subito un trauma che potrebbe incidere negativamente sul prossimo ciclo produttivo. I seminativi, come il grano, che si trovavano nel periodo del germoglio hanno subito uno stress termico che sicuramente inciderà sulla produzione poiché ha distrutto buona parte delle piantine. Una situazione del genere nel brindisino, in passato, era accaduta raramente. Poi ci sono le coperture dei tendoni dell'uva da tavola che a causa dell'eccessivo peso sono venute giù. Stessa cosa per le serre dove il peso della neve ha lacerato i teloni di copertura. Un po' dappertutto si registrano danni agli impianti di irrigazione dei vigneti, oliveti e prodotti orticoli. Danni per migliaia e migliaia di euro che incidono negativamente sui bilanci aziendali già compromessi dalla crisi del comparto. "Contro questo flagello qualcosa avrebbero potuto fare le polizze assicurative", ha commentato l'imprenditore agricolo, Emanuele Guglielmi, che ha terreni in agro di Brindisi e Mesagne. Secondo l'agricoltore "le associazioni di categoria dovrebbero richiedere al ministero per le Politiche Agricole delle agevolazioni economiche sulla sottoscrizione delle polizze i cui premi da pagare oggi sono proibitivi". Eppure, con il mutare degli eventi metereologici degli ultimi anni la polizza assicurativa resta per gli agricoltori uno strumento reale e importantissimo per la proteggere il reddito colturale dalle calamità. Almeno fino a quando le compagnie assicurative lo permetteranno. Ma questo è un altro discorso.