il condizionale è d'obbligo in questa fase preliminare dei fatti, ha interpretato male una legge e per anni ha pagato impropriamente ai suoi amministratori oneri previdenziali e assistenziali non dovuti. Così, per rimediare al gap amministrativo sarebbero pronte delle missive epistolari che saranno inviate a coloro che hanno beneficiato impropriamente di tale contribuzione. La Sherlock Holmes della situazione è, ancora una volta, la segretaria generale, Giorgia Vadacca, che con testo alla mano ha contestato gli impropri versamenti. E c'è chi tra i vecchi amministratori, assessori, o presidenti del Consiglio comunale dovrebbe risarcire il Comune di migliaia di euro. Una boccata di ossigeno per le asfittiche casse pubbliche. Si prospetta, dunque, una lunga battaglia legale quella che, probabilmente, sarà ingaggiata tra il Comune e i professionisti, avvocati, commercialisti, medici, ingegneri, che negli ultimi anni hanno ricoperto ruoli amministrativi e a cui sono stati pagati i contributi previdenziali prelevando il danaro dalle casse dell’ente locale. Sotto la lente di ingrandimento della segretaria generale del Comune di Mesagne, Giorgia Vadacca, ci sarebbero i versamenti fatti dal Comune per gli amministratori della passata Amministrazione, guidata dal sindaco Scoditti, oltre a quella presente. Al centro della discussione c'è l’articolo 86 del Testo unico degli enti locali. In particolare i professionisti che rivestono cariche in enti locali dovrebbero dichiarare, a inizio di mandato, se l’attività politica è prevalente rispetto a quella professionale. Per rendere chiara questa interpretazione sarebbe arrivata alla segreteria generale del Comune una lettera dell’Ordine degli Avvocati che specifica come la possibilità per il Comune di pagare gli oneri previdenziali per i propri iscritti nasce solo dopo che questi abbiano sospeso l’attività professionale. Il problema si è posto immediatamente per l’attuale presidente del Consiglio, l'avvocato Giuseppe Semeraro, che, sulla scia dei suoi predecessori, sperava di poter evitare di pagare di tasca propria i contributi alla cassa forense. Ma è solo uno dei diversi casi. Così, in questo quadro il segretario generale starebbe per inviare delle lettere di rimborso agli amministratori comunali degli ultimi 5 anni, poiché quelli precedenti si sarebbero prescritti. Le somme che dovrebbero essere rimborsate al Comune varierebbero tra le 15 mila e i 3 mila euro per amministratore. Altro che quisquilie. Inutile dire che su tale fronte si prevedono aspre e lunghe battaglie legali tra il Comune, pronto a riprendersi i soldi versati impropriamente, e i beneficiari che difficilmente acconsentiranno a rimborsare le migliaia di euro ricevute in contributi previdenziali. In serata l'avvocato Orsini, su Facebook, ha così replicato alla vicenda: " "Premesso che nessuno potrà mai dire e provare che vi sia mai stata una qualche richiesta e/o istanza in tal senso da parte mia o che sia mai stata sollevata da parte degli uffici comunali una qualsivoglia obiezione od opposizione a formali comunicazioni pervenuta dalla stessa Cassa, in questa sede mi limito solo ad evidenziare che, non avendo a tutt’oggi ricevuto alcuna formale comunicazione riguardante la questione sollevata, riserverò ogni mia deduzione e valutazione nelle sedi deputate se e quando dovessero pervenirmi richieste ufficiali. Ove il Comune, come è suo diritto, intendesse promuovere un formale contenzioso con tutti coloro che si trovino nella mia stessa situazione, per quanto mi riguarda - ritenendo totalmente insussistente ogni profilo di qualsivoglia responsabilità a mio carico, come ritengo di dimostrare in qualsiasi sede, anche giudiziale - valuterò immediatamente la sussistenza dei presupposti, stante l’evidente conflitto di interessi che si verrebbe a determinare, per rassegnare le dimissioni da consigliere comunale per resistere nel promuovendo giudizio civile-contabile. Naturalmente, ove dovesse ritenersi indispensabile, tutelerò in ogni sede tutti i diritti a tutela della mia onorabilità".
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