L'Acr a lezione di legalità con il commissario Cotardo

Febbraio 06, 2018 2219

cotardo rosalba acr annunziata 1Combattere il bullismo fin da piccoli.

cotardo rosalba acr annunziata 2E' questa la linea che si è data l'Azione cattolica ragazzi della Santissima Annunziata di Mesagne che sabato scorso ha organizzato una lezione di legalità contro il bullismo con una docente d'eccezione: Rosalba Cotardo, vice questore aggiunto e dirigente del commissariato di Mesagne. Lei, la poliziotta, ha svolto una lezione di legalità consapevole di avere di fronte degli studenti e genitori pronti ad acquisire tutte le nozioni trasmesse. E così è stato. Tanto interesse intorno a un argomento clou della vita dei ragazzi e delle famiglie. «Il tema di fondo che accompagna il percorso di iniziazione cristiana dei nostri ragazzi in questo anno associativo è “Pronti a scattare”», ha spiegato il parroco don Salvatore Tardio. Nell’ambito delle iniziative del mese delle pace, gli educatori hanno invitato i ragazzi a togliere virtualmente dall’obiettivo della propria macchina fotografica il coperchio dell’indifferenza che gli impedisce di “mettere a fuoco” quelle situazioni difficili e dolorose che a scuola, in famiglia, nel gruppo di amici troppo spesso rimangono nell’ombra e nel silenzio. «Abbiamo scelto di “utilizzare il flash” per far luce su tutte quelle realtà in cui un amico o una persona vicina vive nell’emarginazione o soffre a causa della persecuzione fisica o psicologica, che subisce nel silenzio del mondo circostante», hanno spiegato i ragazzi al commissario Cotardo. Dal canto loro si sono «impegnati a “far scattare la pace” in questi ambienti, promuovendo uno stile che va “controcorrente” e seguendo le orme e l’esempio di chi ogni giorno affronta la paura dell’“omertà”, compiendo gesti concreti d’amore e di vicinanza verso il prossimo». Il commissario Cotardo ha esordito chiarendo che «non bisogna avere atteggiamenti omertosi poiché bisogna agire sempre nella luce». Da qui l'invito a isolare e denunciare gli atti di bullismo. «C'è differenza tra il bullismo maschile e femminile - ha spiegato la poliziotta - poiché nella sfera femminile il bullismo è fatto di una violenza sottile che, però, raggiunge l'anima. La vittima soffre tanto ed è isolata dalle amiche. Bisogna stare attenti poiché questi atteggiamenti si potrebbero ritrovare anche nel catechismo». Quindi ha aggiunto: «Tutto ciò non dovrebbe accadere perché noi dobbiamo trasmettere e ricevere amore. Dobbiamo immedesimarci nella vittima per comprendere ciò che subisce. La stessa situazione la si vive nel cyber bullismo quando il malessere della vittima si riversa su internet senza sapere chi c'è dall'altra parte della chat».  

Ultima modifica il Martedì, 06 Febbraio 2018 10:45