patrona, protettrice e avvocata della città di Mesagne è un’occasione irrinunciabile per il sindaco Pompeo Molfetta di fare un punto della situazione su ciò che l’Amministrazione ha fatto in questi tre anni di governo e cosa vorrà fare nei prossimi due. Il primo cittadino ha inizialmente parlato della povertà presente in città. “Nella nostra città – ha detto - il fenomeno è in grande aumento, così come attestato dai dati che ci riferiscono la Caritas diocesana, l’Auser e le altre benemerite associazioni di volontariato sociale presenti nel nostro territorio e che con lodevole ed encomiabile slancio si spendono per arginare questa deriva”. In questi giorni il Comune ha sottoscritto un protocollo d’intesa con queste associazioni per costruire “la rete della solidarietà sociale” con l’obiettivo di coordinare e potenziare gli interventi in favore di queste famiglie in difficoltà. “La povertà è spesso l’esito di un altro dramma sociale che è la mancanza, la perdita o la progressiva precarizzazione del lavoro di cui sono soprattutto vittime i nostri giovani”, ha tenuto a sottolineare Molfetta secondo cui in questa situazione “le risposte che la nostra città riesce a dare sono ancora fragili, ma non vi è dubbio che, pur in un contesto generale di crisi, a Mesagne si assiste ad un certo dinamismo imprenditoriale, sul fronte soprattutto dell’enogastronomia, del turismo culturale, del commercio, dell’innovazione tecnologica e del terziario che ridanno fiato alla speranza e che soprattutto fanno dire che questa città mantiene una buona capacità di attrarre investimenti perché il suo sistema sociale e produttivo è integro e non contaminato dalla corruzione e dal infiltrazioni mafiose”. In questo senso giova ricordare lo sforzo sinergico e ormai strutturato che le associazioni di volontariato come Libera, le agenzie educative laiche e religiose, il mondo della scuola fanno “per tenere alta la guardia sul tema della legalità con esperienze di punta considerate ormai come modelli avanzati di antimafia sociale”. Per il sindaco Molfetta “di fronte a questa deriva morale e alla complessità delle urgenze sociali non serve la contrapposizione ideologica, la faziosità della politica urlata, non bisogna seguire il suono del piffero magico dei tanti tribuni del popolo che soffiano sul fuoco della discordia, che inoculano l’odio nella rete come sangue nelle vene, per trarne consenso e potere. Serve l’ascolto, la comprensione, il confronto e semmai la condivisione”. Infine, il sindaco Molfetta ha detto che “ogni anno è il senso di appartenenza alla mia comunità che mi consente di superare qualsiasi timore e di dirvi di avere coraggio insieme a me, di guardare oltre i problemi di una pur complicata quotidianità”.
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