a dirlo è Mimmo Stella, presidente del comtato civico “Terra di Mesagne” che da anni si batte per la salvaguardia del territorio. Dunque, dopo oltre 30 anni finalmente stanno per essere cantierizzati i lavori a cura dell’Aqp che interesserà, oltre al sottosuolo, anche e soprattutto chilometri di antico basolato che dovrà essere tutelato. Più volte, in questi anni, il comitato civico “Terra di Mesagne”, ha chiesto al Comune di dotarsi di un Piano di recupero dell’antico basolato. Questa esigenza è nata, soprattutto, alla luce delle polemiche sulle scelte tecniche adottate nel vicinato di Sant’Anna dei Greci, tra via dei Dormio e via Rini nel 2012 ma più recentemente e proprio con l’operato di quest’Amministrazione comunale, dopo i lavori di pubblica utilità che hanno interessato piazza IV novembre, via Geofilo e piazza Porta Piccola, “dove furono maltrattate e sfregiate le antiche basole”, ha ricordato Stella che è rimasto amareggiato poiché “dopo i proclami, non ci aspettavamo che quest’Amministrazione arrivasse così impreparata e senza un regolamento ad hoc su un aspetto urbanistico importantissimo”. Ad oggi l’unico regolamento comunale che dovrebbe disciplinare sotto l’aspetto tecnico e amministrativo i lavori sulle antiche “chianche” è generico ed è contemplato nella “Pianificazione della Manutenzione Stradale”. “Il Piano di recupero dell’antico basolato, avrebbe dovuto contenere invece, oltre alle indicazioni della Soprintendenza anche le soluzioni più idonee e le linee guida per capire quando una "chianca" si deve intendere usurata o, comunque, non più' riutilizzabile, come eventualmente sostituirla, le norme sulla modalità di estrazione delle stesse basole dal loro letto stradale, i disegni geometrici da rispettare”, ha fatto notare il presidente del comitato civico che è rimasto particolarmente colpito dalle “parole che il sindaco Molfetta ha proferito nell’incontro con residenti ed operatori del centro storico, in merito agli imminenti lavori, quando ha detto che la ditta appaltatrice dei lavori ha previsto la sostituzione di un 30% di basole che si andranno a rompere”. Stella ha, così, concluso: “Il mio pensiero è andato subito alle pregiate basole di Piazza IV novembre e l’ho immaginata con il 30% di basole diverse, cioè ogni 10 basole hanno previsto che ne potrebbero sostituire 3, una enormità a mio avviso”.
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