che ruota intorno alla gestione dei rifiuti che nessuno è riuscito a svelare in tanti anni. Il Comune di Mesagne ha 10 telecamere mobili, meglio conosciute come foto-trappola, che, incomprensibilmente, restano chiuse in un armadio poiché non c’è nessuno che le possa installare. I mezzi, dunque, per stanare gli sporcaccioni ci sono, bisogna solo chiedersi perché non sono operativi. Su questa vicenda c’è una querelle tuttora in atto tra gli assessorati all’Ambiente e i Lavori pubblici. In mezzo c’è la polizia locale impossibilitata a svolgere il proprio servizio per stanare gli sporcaccioni. “La polizia locale, rispetto all’abbandono incontrollato dei rifiuti, non può far nulla perché non ha telecamere in dotazione da poter installare nei punti critici”, ha chiosato Maria Teresa Saracino, assessore alla Polizia locale. L’Assessorato all’Ambiente, negli ultimi giorni ha inviato una nota all’ufficio Lavori pubblici affinché si attivino per mettere in funzione il servizio. Purtroppo alla nota epistolare non c’è stata fornita, ancora, nessuna risposta. “L’installazione delle telecamere-trappola – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona – è un servizio discreto e specializzato che, al momento, i nostri operai non possono svolgere poiché oberati da molti altri impegni a servizio della collettività”. Per D’Ancora “l’installazione delle foto-trappola dovrebbe essere un servizio da esternalizzare poiché non si tratta solo di installare ma anche di, settarle con la centrale operativa e monitorarle giornalmente”. In effetti l’ultima volta che una telecamera è stata installata è stata scoperta e rubata. Tuttavia, su questa vicenda l’assessore D’Ancona ha invitato il collega dell’Ambiente, Omar Ture, e della Polizia locale, Maria Teresa Saracino, a sedersi “intorno a un tavolo e affrontare una volta per tutte questa materia al fine di offrire un servizio primario alla città per l’individuazione di quei cittadini che depauperano il territorio”.
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