dei lavori che si stanno eseguendo nel centro storico dove, dai primi tagli, sembra essere messa in discussione la rimozione delle antiche chianche. In particolare, ai cittadini non sono piaciute le esternazioni dell’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona, circa i saggi eseguiti in via Caracciolo poiché il basolato presente non è moderno, come ha affermato l’assessore, ma alquanto antico. In ogni modo il Comune, per il futuro, ha redatto un regolamento per la rimozione dell’antico basolato che, a breve, sarà portato in Consiglio comunale per l’approvazione. “Se il buon giorno si vede dal mattino”, ha esordito sarcasticamente l’architetto Carmelo Profilo che ha precisato -. “Fermo restando la volontà di esprimere solo un parere dettato dall'ignoranza in materia, mi chiedo se non fosse il caso di fermarsi un attimo a riflettere su quanto sta accadendo e accadrà alla viabilità del centro storico”. L’architetto Profilo ha, quindi, precisato: “Personalmente rivisiterei il progetto. Penso che qualcuno dovrebbe prendere in considerazione il fatto che, così da come si manifestano i primi lavori, il progetto risolve si un problema ma ne crea un altro. E ciò non è cosa trascurabile, pertanto ritengo che deve essere fatta una riflessione sulla tipologia dei lavori”. “Le chianche di via Caracciolo sono antiche, e quand'anche non lo fossero, nessuno dovrebbe autorizzare uno scempio del genere”, ha dichiarato Mimmo Stella, presidente del comitato civico “Terra di Mesagne”, secondo cui “la critica è costruttiva perché non bisogna superficializzare e accantonare il problema ma valutare attentamente cosa sta accadendo in via Caracciolo. Questi lavori sono un biglietto da visita per tutto il centro storico, per la tutela dell'antico basolato e per le aspettative di residenti e operatori”. A difesa delle antiche chianche è sceso in campo anche Mario Vinci, valente storico locale e ricercatore archivistico. “Se qualcuno ancora oggi ha l'ardire di affermare che il lastricato presente nel centro storico di Mesagne non è antico – ha fatto notare - vuol dire che ignora le proprie radici e la storia del suo paese. Buona parte di queste "chianche" sono state poste intorno al XIX secolo e parliamo della metà dell'800 quando si ristrutturarono diverse vie cittadine del centro riutilizzando materiale presente in loco. Questa non è una mia congettura ma lo attestano i documenti e gli atti presenti nell'archivio storico comunale. Basterebbe documentarsi prima di affermare cose non esatte. Condivido l’allarmismo proprio per evitare di commettere errori ai quali difficilmente poi si potrà rimediare”. Per lo studioso Franco Arpa: “Per salvaguardare le antiche chianche occorre imporre l'estrazione manuale, dopo una corretta mappatura, comprensiva di numerazione, evitare la movimentazione con mezzi meccanici sia per lo stoccaggio temporaneo che per la successiva posa in opera, la quale deve avvenire a regola d'arte secondo antiche tecniche ancora in uso fra bravi artigiani salentini”. Tuttavia, c’è un altro problema che i cittadini hanno posto: “Visto che si deve rifare l’intera pavimentazione del centro storico – hanno fatto notare - perché il Comune non ha pensato di fare interrare anche i cavi elettrici e far porre la linea del gas lì dove non c’è. Altrimenti a fine lavori bisognerà rompere di nuovo per eventuali nuovi allacci”.
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