il giorno dopo l’inaugurazione. La città si è svegliata ancora una volta attonita ma desiderosa di chiarimenti. Tutti vogliono conoscere la matrice dell’atto intimidatorio poiché è tanto il timore di essere ripiombati in una spirale di violenza che ha come autori gli uomini della criminalità legati al racket delle estorsioni. Ipotesi che, per la verità, in pochi credono. Non fosse altro per gli anticorpi sociali dell’antimafia che la città ha sviluppato negli anni grazie a una serie di iniziative che hanno inciso sulla cultura della legalità. Resta, allora, l’ipotesi di una vendetta personale maturata nell’ambito della costruzione dell’intera opera. Su questo ventaglio di ipotesi stanno lavorando gli investigatori desiderosi, anche loro, di dare risposte e, soprattutto, serenità alla società civile. Anche ieri le indagini sono continuate senza sosta partendo dagli elementi che gli agenti hanno tra le mani. Tracce biologiche, qualche impronta e, soprattutto, le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza. Volti che, bensì camuffati, potrebbero rilevare gli autori dell’atto. Immagini che in queste ore i poliziotti stanno selezionando con un programma di “Open face” collegato alla banca dati internazionale. Tuttavia, già da questa mattina gli operai entreranno negli ambienti coinvolti dalle fiamme per ripristinare in tutto entro tre settimane. I danni sono ingenti ma coperti da assicurazione.
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