I rapinatori, nel numero di tre, erano appostati nelle adiacenze a bordo di un “Fiat Doblò” asportato nello scorso mese di aprile in Locorotondo (BA); hanno atteso che uno dei due operatori di vigilanza scendesse dal mezzo blindato per intervenire e, dopo averlo immobilizzato a terra, lo hanno disarmato della propria pistola. Hanno fatto oggetto di ripetute raffiche di “Ak 47 - Kalashnikov” il furgone, costringendo l’autista dello stesso ad aprirne la portiera e a consegnare la sacca, contenente 31.000 euro in contanti, destinata al predetto ufficio postale. Successivamente, sono fuggiti a bordo del citato “Fiat Doblò”, poi ritrovato a circa 6 km di distanza, in contrada Porcaro di Ostuni.
Con estrema professionalità, gli operatori intervenuti, tra i quali un maresciallo, hanno seguito le orme degli pneumatici su di un tratturo sterrato, grazie anche alle indicazioni fornite da un elicottero dell’Arma, che sin da subito ha perlustrato l’intera zona, permettendo, così, di rinvenire il veicolo utilizzato per la fuga. Lo stesso era collocato in un sito ben occultato, utilizzato come nascondiglio, lontano da occhi indiscreti. Il mezzo si presentava con il motore ancora caldo e l’immediata ispezione dei luoghi del ritrovamento ha consentito di individuare, all’interno di uno zainetto nascosto nella vegetazione circostante, alcune armi e a poca distanza, occultata in un cespuglio, una busta contenente 355 chiodi a “quattro punte” e due giubbetti antiproiettile, il tutto sottoposto a sequestro. Riguardo alle armi rinvenute, si tratta di un Ak 47 Kalashnikov con caricatore vuoto, una pistola mitragliatrice “VZ 61 Skorpion” completa di caricatore con 19 proiettili cal. 7.65, armi micidiali per le loro potenzialità, nonché un fucile calibro 12 con 11 cartucce del medesimo calibro e un cinturone operativo con una pistola Beretta 98 FS, con caricatore con 13 proiettili, sottratti all’operatore di vigilanza. Tutte le armi dei rapinatori si presentano con matricola abrasa.
Il tempestivo sopralluogo da parte personale tecnico della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Bari, coadiuvato dagli operatori del Nucleo Investigativo di Brindisi e della Sezione Operativa di Fasano, specializzato nei sopralluoghi e nel repertamento, ha permesso di rilevare materiale biologico fondamentale, tra cui tracce ematiche ed altro, al fine dell’identificazione degli autori dell’evento criminoso. Nel prosieguo delle attività, il repertamento dei 20 bossoli dei proiettili esplosi costituisce valido ausilio per gli accertamenti balistici, al fine di verificare se le armi sequestrate siano state utilizzate nel compiere altri eventi criminosi. Infatti, quanto in sequestro sarà inviato al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma e costituisce un importante volano per le investigazioni.