Si scrive “climate change”, si legge cambiamenti climatici

Tranquillino Cavallo Novembre 18, 2019 1419

albero sradicatoSi scrive “climate change”, si legge cambiamenti climatici. E’ il fenomeno

della tropicalizzazione dovuta ai cambiamenti climatici con temperature in aumento e caldo soffocante che si accompagnano a violenti episodi atmosferici, causando danni spesso irreparabili. La provincia di Brindisi non è estranea a questi fenomeni anzi, forse a causa di alcuni inquinanti, è colpita più di altri territori. A farne le spese, tra gli altri, è il comparto agricolo che, negli ultimi anni, è in affanno.segnali stradali finiti in un vigneto 2 Infatti, sono sempre meno i ricavi aziendali e sempre maggiori i costi di produzione. Per i prossimi anni non è prevista un’inversione di tendenza anzi i danni dovrebbero acutizzarsi. Secondo una stima di Coldiretti “nel prossimo decennio i danni ammonteranno a circa 14 miliardi di euro, tra perdite della produzione agricola a livello nazionale e danni alle infrastrutture nelle campagne”. Negli ultimi venti anni, ad esempio, è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima, anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri Pm10. La provincia di Brindisi conosce molto bene il problema derivante dalle polveri sottili. I frutteti, ad esempio, hanno visto un crollo netto del 23% nello spazio di un ventennio, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Il taglio maggiore ha interessato pesche e nettarine con la superficie quasi dimezzata (-38 %), seguiti da uva da tavola (-35%), pere (-34 %), limoni (-27%), arance (-23%), mele (-17%), clementine e mandarini (-3%). “Si tratta di un danno economico ed occupazionale rilevante per il Sistema Paese – ha continuato Coldiretti –, ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico svolto proprio dalle piante, capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri Pm10. Tutto ciò ha portato, negli ultimi cinque anni, il nostro agricoltore a perdere mediamente il 28% dei ricavi. Ciò vuol dire perdere un terzo di stipendio mentre i costi aumentano. Davanti a questi eccessi e rischi per gli agricoltori della provincia di Brindisi è tempo di pianificare il futuro per cercare di arginare i fenomeni della tropicalizzazione agricola. Come? Innanzitutto, bisogna trovare delle tecniche che mitigano l’impatto di questi eventi. Si tratta, soprattutto, di investire in nuove tecnologie, come tecniche di microirrigazione, sistemi antigrandine o di inerbimento controllato, sistemi intelligenti per il monitoraggio della coltura, software che dicono quando risparmiare l’acqua o meno, quando effettuare un trattamento sugli insetti e parassiti alieni. Perché sì, anche quelli fanno parte delle conseguenze del riscaldamento globale.segnali stradali finiti in un vigneto 3 Inoltre, il riscaldamento e lo stravolgimento delle stagioni sta portando ad ottenere delle produzioni sempre più anticipate esponendole a squilibri e rischi maggiori. Ecco perché oggi, davanti a questi effetti tropicali del clima, è necessario che l’agricoltore si aggiorni sulle nuove tecnologie facendo, però, attenzione alla gestione del rischio. Infine, i cambiamenti climatici hanno un impatto negativo anche sullo stesso valore dei terreni che, secondo il rapporto dell’Agenzia Ue per l’ambiente (Eea), potrebbero subire una perdita tra il 34 e il 60% nei prossimi decenni rispetto alle quotazioni attuali proprio a causa dell’innalzamento delle temperature, che minaccia anche i redditi agricoli e rischia di far aumentare la domanda di acqua per l’irrigazione dal 4 al 18%.