insanguinato questo territorio negli anni ‘80-‘90, seminando terrore e lutti, anche sull’assassinio di #MarcellaDiLevrano non residua più - non che noi ne avessimo - più alcun dubbio. Non c’è una “verità giudiziaria” con condanna di responsabili, ma ormai la “verità storica” è definitivamente acclarata. Quell’orrenda esecuzione ha una chiara matrice criminale, non rappresentando altro che una barbara “punizione” della SCU per chi, come Marcella, era passata dalla parte dello Stato. Una giustizia “parziale”, molto parziale, è quasi sempre una sconfitta per quello stesso Stato ed un oltraggio alle vittime ed ai familiari, ma quanto meno costituisce una sorta di risarcimento morale per chi in questi anni ha lottato, con tutte le sue forze e contro diversi pregiudizi e non poche diffidenze, perché fossero riconosciute verità e giustizia. In questo momento, anche per la particolarità del giorno, mi sento di rivolgere un pensiero affettuoso all’infaticabile Marisa, la mamma di Marcella e, insieme a lei, a coloro, familiari e non, che sono sempre stati al suo fianco", testiminianza di Fernando Orsini.
"Le dinamiche della morte terribile di Marcella Di Levrano, ragazza mesagnese che ebbe il coraggio di affrontare senza timore la criminalità organizzata sacrificando per questo la propria vita, vengono definitivamente chiarite dagli atti giudiziari della Direzione distrettuale antimafia di Lecce che collegano la sua uccisione con inchieste penali avviate proprio grazie alle sue accuse. Ritengo che Mesagne dovrà essere prestissimo promotrice di una iniziativa che leghi per sempre il nome di questa giovane vittima della mafia alla città che le diede i natali e che dalla criminalità organizzata è riuscita ad affrancarsi per sempre", dichiarazione del sindaco Toni Matarrelli.