Emergenza Covid. Marini: se le banche facessero le banche non esisterebbero gli usurai In evidenza

Aprile 26, 2020 2930

marini fabio nov17Se nella fase uno dell’emergenza Coronavirus i fenomeni criminali

si sono attenuati con la fase due potrebbero esplodere mandando in crisi oltre che il sistema della sicurezza anche quello economico. Il timore reale è che possano riprendere in maniera esponenziale soprattutto i fenomeni di racket e usura. Pertanto, per mettere in campo delle azioni di prevenzione crimine, nella giornata di giovedì si è svolto un incontro in videoconferenza, presieduto dal prefetto Umberto Guidato, alla presenza del questore, del comandante provinciale dei carabinieri, del comandante provinciale guardia di finanza, con i referenti delle 9 associazioni Antiracket e Antiusura operanti nella provincia, per proseguire l’attività di analisi della situazione a livello locale e definire, nel contempo, possibili sinergie per agevolare la ripresa del sistema economico, molto compromesso dall’emergenza epidemiologica da Covid-19. L’incontro si inserisce nel solco dei tavoli tematici avviati in Prefettura, per l'analisi delle problematiche connesse alla ripresa delle attività produttive, anche in relazione alle misure di sostegno in favore di lavoratori, famiglie e imprese varate dal Governo. Nel corso della riunione sono emersi utili spunti propositivi da parte delle associazioni Antiracket e Antiusura, con particolare riferimento all’esigenza di rafforzare le strategie volte ad agevolare l’accesso al credito ed assicurare la massima celerità nella trattazione delle richieste di finanziamento di varia tipologia da parte degli Istituti bancari in favore degli operatori economici. Ciò al fine di scongiurare il ricorso all’usura e la diffusione al “credito illegale” alimentato dalla criminalità. Il prefetto Guidato ha rimarcato il ruolo delle associazioni Antiracket e Antiusura, sottolineando “l’importante attività istituzionale, non solo in termini di sensibilizzazione della cittadinanza, analisi dei fenomeni e collaborazione con le forze dell’ordine, ma anche di ascolto al fine di cogliere, per tempo, i segnali di una possibile ripresa di fenomeni criminosi, quali l’usura e l’estorsione, che, oltre ad incidere negativamente sull’economia legale, penalizzano l’imprenditoria sana”. All’incontro era presente Fabio Marini, coordinatore Regionale della Fai Puglia, la Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane, che ha spiegato: “Come dico sempre se le banche facessero le banche non esisterebbero gli usurai. Nell’incontro con il prefetto abbiamo fatto un’attenta analisi della situazione locale e nazionale. Come Fai abbiamo rimarcato l’importanza della certezza degli aiuti di stato oltre che è necessario mettere in campo tutte le strategie per agevolare l’accesso al credito ai commercianti, imprenditori e tutti gli operatori commerciali che potrebbero averne bisogno a causa di questa brutta crisi”. Marini ha, quindi, concluso: “Per scongiurare il ricorso al credito illegale, e agli usurari, è necessario che le banche agevolino l’accesso al credito con garanzia certe dello stato”. Secondo Valerio Perrone, coordinatore regionale “Sos Impresa” e componente del comitato per le misure Antiracket-Antiusura presso il Commissario di Governo del Ministero dell'Interno, “le mafie, a vari livelli, e nelle loro diverse specificità ed interessi, stanno lavorando ovunque nel tentativo di utilizzare anche questa emergenza per aumentare il proprio potere, economico e politico, a danno di tutti”. D’altronde anche Papa Francesco, dall'alto del suo magistero, ha richiamato i rischi inerenti alla diffusione della povertà e dell’usura. Il coordinatore Perrone ritiene “che sia indispensabile, e dovere di tutti, aiutare le imprese sane e le famiglie italiane a non finire inesorabilmente nella rete della criminalità, che è già pronta ad investire”. Ed ha concluso: “L’enorme disponibilità finanziarie e la velocità decisionale di cui dispongono le consorterie mafiose rischiano di arrivare prima dello Stato e rendere, oltre che tardivo ed inutile, addirittura dannoso un successivo intervento pubblico a sostegno di queste imprese che nel frattempo rischiano di essere diventate imprese a capitale mafioso o pesantemente infiltrate dalle organizzazioni criminali”.