Mesagne. Indagini serrate sulla spedizione punitiva al "Potì"

Giugno 24, 2020 1702

COMMISSARIATO DI MESAGNE ARRESTATIUna spedizione punitiva con pestaggio finale è quanto si è verificato

a Mesagne, lunedì sera, presso il parco “Potì”. Il tutto mentre nell'area vi erano molte persone, tra cui bimbi e ragazzi. Sul posto sono intervenute pattuglie di polizia e carabinieri, ma degli aggressori con c'era più nessuna traccia. Incomprensibile, al momento, il gesto punitivo che, in ogni modo, andrebbe inquadrato in un regolamento di conti. La vittima, che non ha fatto ricorso alle cure mediche, non ha saputo fornire elementi utili sulla causa dell'accaduto. Indaga la poilizia del locale commissariato che ha acquisito delle immagini del servizio di video controllo della zona. Intanto, il sindaco Toni Matarrelli ha invocato maggiori controlli da parte delle forze dellìordine e da ieri ha istituito un servizio di monitoraggio da parte del locale comando di poilizia locale. L'episodio si è verificato poco dopo le ore 19,30 di lunedì. Scenario è il parco “Potì”, dove un giovane 32enne è seduto. A un tratto un gruppo di giovani lo ha accerchiato e ha iniziato a malmenarlo con pugni e schiaffi. Poi sono fuggiti, lasciando la vittima per terra. Il tutto davanti agli occhi atterriti della gente presente. Qualcuno ha digitato i numeri di emergenza 112 e 113 e poco dopo nel parco sono giunte le forze dell'ordine. Degli aggressori, però, si erano perse tutte le tracce. Nè la vittima ha saputo fornire utili notizie per identificare il gruppo di aggressori. Nonostante il pestaggio e le ferite il 32enne non ha fatto ricorso alle cure dei sanitari. Fin qui la cronaca. Ma cosa ha potuto scatenare una così violenza azione? Probabilmente, ma tutte le indiscrezioni sono al vaglio degli investigatori, a dare il via allo scontro è stata una discussione, con aggressione, avvenuta sere prima presso un bar della città, dove due giovani, uno di Mesagne e l'altro di fuori città, si sono affrontati per futili motivi, alimentati peraltro dai fumi dell'alcol. Ad avere la peggio era stato il forestiero che per lavare “l'onta” subita è ritornato ad affrontare il rivale spalleggiato, questa volta, da un gruppo di amici. Su queste ipotesi sta lavorando la polizia al fine di ricostruire l'episodio, supportata da alcuni filmati delle telecamere di video sorveglianza, quelle funzionanti, presenti nell'intera zona. Su questa vicenda nella tarda serata di lunedì è intervenuto il sindaco Toni Matarrell: “Alla luce dell'episodio di aggressione verificatosi presso il parco Potì, e delle successive sollecitazioni ricevute, appena appreso dell'accaduto, ho manifestato la mia preoccupazione alle forze dell'ordine, richiedendo attenzione ed approfondimenti che senz'altro non mancheranno. Intanto, alcune unità fisse del locale comando di Polizia municipale saranno destinate alla sorveglianza dell'area”. Il sindaco ha, quindi, aggiunto: “Invito tutti i cittadini ad essere i principali garanti di sicurezza e ordine pubblico, segnalando alle autorità preposte episodi non consoni alle regole di pacifica convivenza, collaborando per la gestione e la risoluzione di situazioni simili, come da tempo la nostra comunità, all'occorrenza, ha imparato a fare”. Una situazione che ha preoccupato anche Francesco Rogoli, segretario provinciale e locale, del Partito democratico. “Il "parco Potì" – ha spiegato - è nato dall'idea di riqualificare, non solo da un punto di vista urbanistico, un quartiere popolare e la città intera. Ora il rischio è che si trasformi irreversibilmente in un luogo di degrado, in un posto insicuro per giovani e famiglie. Giusto chiedere più controlli, ma la vera sfida è far sì che la città torni ad appropriarsi di quello e di altri spazi pubblici, difendendoli e difendendosi da quanti, di questo passo, finiranno per farne zone inaccessibili ai più”.