già sottoposto agli arresti domiciliari in quel centro, in esecuzione dell’Ordinanza di Applicazione della Misura Coercitiva della Custodia Cautelare in Carcere, emessa ieri dal Tribunale di Lecce. Tale provvedimento scaturiva dal fatto che l’arrestato, già sottoposto ad indagine per il reato di cui all’art.612 bis C.P. (atti persecutori), continuava a molestare una donna, con la quale voleva a tutti i costi intraprendere una relazione sentimentale nonostante il diniego della stessa. In particolare, la ossessionava con continue telefonate e messaggi, manifestando gelosia e morbosità, come se la stessa fosse a lui legata da una relazione sentimentale. Le inviava mail dal tono pesantemente minaccioso, la pedinava, le faceva scenate anche davanti a terzi per denigrarla, ingenerandole un fondato timore per la propria incolumità con continue crisi di pianto e modifica delle proprie abitudini di vita. Pertanto, la vittima, dopo aver subito atti persecutori per cinque mesi, ormai esausta, denunciava quanto patito dall’odierno arrestato, il quale, piuttosto che desistere, reiterava ulteriormente le sue condotte persecutorie nei confronti della donna, motivo per il quale ne scaturiva da parte dell’A.G. l’applicazione degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo. Tuttavia, P.A., anche durante la sottoposizione alla misura restrittiva, non cessava il suo comportamento persecutorio nei confronti della vittima, poiché, come rilevato dai controlli effettuati dagli agenti del Commissariato, violava ripetutamente i divieti e le prescrizioni impostegli. Tutto ciò fino all’aggravamento della misura disposta dal GIP.
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