poiché a sua volta lo aveva denunciato per appropriazione indebita. Reo, secondo il primo cittadino di Erchie, di essersi appropriato di tre porte in legno presenti nella sede comunale che il giovane ha in gestione in qualità di presidente. Il giovane mesagnese è difeso dall’avvocato Manuel Marchionna, del foro di Brindisi. I fatti hanno avuto inizio il 6 giugno 2020 quando il mesagnese è stato convocato presso la caserma dei Carabinieri di Erchie per prendere atto di una denuncia/querela a suo carico, sporta dal sindaco di Erchie, Giuseppe Margheriti, per il reato di appropriazione indebita. In particolare, secondo quanto esposto in querela, il mesagnese “in qualità di responsabile dell’associazione Unione Giovani Italiani avendo la materiale disponibilità di locali siti in Erchie (Br) alla via Giotto ed annessi all’ex scuola primaria “San Giovanni Bosco” di proprietà del Comune di Erchie (Br) e da quest’ultimo concessi in uso come da stipula in convenzione di concessione stilata in data 18 febbraio 2019 e scadente il 31 dicembre 2019, al fine di procurare a se o ad altri un ingiusto profitto, si appropriava o comunque permetteva ad altri di appropriarsi di numero 3 porte in legno di pertinenza di altrettante stanze dei suddetti locali comunali, nella sua materiale disponibilità e possesso”. Secondo la tesi portata avanti dall’avvocato Marchionna il 6 dicembre 2018 l’associazione aveva protocollato presso il Comune di Erchie le fatture “relative alle spese sostenute per detti infissi”. Tanto è vero che allorchè “il querelante ebbe a consegnare i locali alla dottoressa Fanuli, responsabile del settore socio culturale del Comune di Erchie, la stessa dava atto nel verbale di sopralluogo sottoscritto dalle parti in data 31 gennaio 2020 che detti infissi fossero “verosimilmente di proprietà di UGI e da questa portate via””. Secondo il querelante la decisione del sindaco di Erchie è scaturita dal fatto che il mesagnese “aveva avuto l’ardire di contestare la scelta del Comune di Erchie (Br) di non rinnovare la convenzione all’Unione Giovani Italiani: trattasi, in pratica, di vera e propria ritorsione”. Adesso la parola è nelle mani del tribunale di Brindisi che dovrà fare chiarezza su questa vicenda.
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