le considerazioni che contraddistinguono il pensiero di mesagnesi, e non, alla vista del fiume artistico fatto realizzare dall’Amministrazione comunale in via Albricci per “mascherare” l’obbrobrio di una lingua di asfalto fatta posare, temporaneamente, al posto delle antiche chianche. Oltre l’innamoramento iniziale e la consueta sovraesposizione mediatica con lodi sperticate all’opera d’arte “temporanea” nel centro storico di Mesagne, dopo pochi giorni è diventato un fiume sporco, quello che sui social invitava a dire “buon bagno” sollecitando anche la vena poetica di qualcuno. Del resto quello è sempre stato il luogo delle chianche, le quali già da tempo avrebbero dovuto tornare al loro posto naturale ed attendono trepidanti - se un fiume di cemento ha un’anima, le chianche ne hanno anche un supplemento - la fine dell’estate. Sui social sono finiti gli applausi e c’è chi già sollecita la bitumazione in altri luoghi e su altre strade, quella vera e senza il tocco dell’arte. Insomma, “finito il “camminare sulle acque” di chi doveva apparire e che ora annuncia “nuovi miracoli””, hanno notato alcuni cittadini, quelli che ogni sera calpestano il fiume di pietra non è che saltellino di gioia sulle acque di conglomerato: i loro passi fanno sì che l’andirivieni cancelli l’opera “temporanea” per definizione prima del tempo con tanti saluti all’estate, prima che questa ceda il posto all’autunno ed ai lavori, già in ritardo, che la ditta avrebbe dovuto completare. Tuttavia, ci sono diverse altre stradine del centro storico, meno fortunate di via Lucantonio Resta, che aspettano di essere ribasolate mentre il vento di questi giorni le avvolge facendole sembrare paesaggi del Sahara.
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