E' morta Lidia Menapace, partigiana

Dicembre 07, 2020 622

Dopo alcuni giorni di ricovero è morta all'età di 96 anni Lidia Menapace. Da alcuni giorni, infatti, era ricoverata per Covid nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Bolzano. L'ex senatrice è deceduta alle ore 3,10. Menapace è stata nel 1964 la prima donna eletta in consiglio provinciale a Bolzano (assieme Waltraud Deeg) e la prima donna in giunta provinciale. L'attivista del movimento pacifista e femminista dal 2006 al 2008 è stata senatrice di Rifondazione comunista. Alcuni anni fa Lidia Menapace era stata a Mesagne per la presentazione dei suoi ricordi da partigiana divenuti delle vere testimonianze. Il volume è edito da Manni.

Lidia Brisca Menapace era nata a Novara, il 3 aprile 1924. La madre è una “ragazza emancipata d’inizio Novecento”, così si autodefiniva, e suo padre un geometra “illuminista senza saperlo”, che portava le figlie bambine a visitare città d’arte. Giovanissima prende parte alla Resistenza partigiana come staffetta, ottenendo il grado di sottotenente che nel Dopoguerra rifiuta, assieme al riconoscimento economico: non ha fatto la guerra come militare e ciò che ha fatto non è monetizzabile. 
A soli 21 anni consegue la laurea col massimo dei voti in Letteratura italiana all’Università Cattolica di Milano, e si impegna nei movimenti cattolici, in particolare nella FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), e successivamente nella Democrazia Cristiana.
Nel 1964 si trasferisce a Bolzano, dopo il matrimonio con il medico trentino Nene Menapace, ed è la prima donna eletta nel Consiglio Provinciale di Bolzano e anche la prima donna ad entrare nella Giunta provinciale come assessora alla Sanità, sempre in quella legislatura.
Insegna all’Università Cattolica ma le costano la carriera le sue dichiarazioni di marxismo e la partecipazione alla fondazione del quotidiano “il manifesto” (1969) sul quale scriverà regolarmente fino alla metà degli anni Ottanta.
Nel 2006 è eletta al Senato nelle liste di Rifondazione Comunista.
Poco dopo la nascita del governo Prodi è proposta alla presidenza della Commissione Difesa al Senato, gesto considerato un affronto da alcuni elementi della Casa delle Libertà visto il suo antimilitarismo. A scatenare le polemiche, una sua intervista a Francesco Battistini del “Corriere della Sera”, nella quale descrive come inutilmente costose e inquinanti le Frecce Tricolori. La mattina stessa della pubblicazione dell'intervista, al posto della Menapace viene eletto un altro senatore.
Dall’aprile 2011 entra a far parte del Comitato Nazionale ANPI.

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Ultima modifica il Lunedì, 07 Dicembre 2020 09:39