Ue. Il vino paragonato al fumo, protestano i produttori In evidenza
C’è una levata di scudi dei presidenti dei produttori vinicoli salentini alla decisione della commissione Beca, lo Special Committee on Beating Cancer del Parlamento europeo, che nei prossimi giorni dovrà votare il piano europeo di lotta al cancro e che ha inserito nel dossier la correlazione tra il consumo di alcolici e la possibilità di insorgenza del cancro. E tra gli alcolici messi al bando c’è anche il vino. Da qui la protesta, in primis del senatore Dario Stèfano che ha investito del problema il ministro delle politiche Agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli. La protesta dei produttori è vibrante e presto si estenderà ad altri stati europei come la Francia e la Spagna.
“Condividiamo ogni singola parola del senatore Stefàno riguardo alla sciagurata posizione inserita nella relazione sul Piano europeo di lotta al cancro che mette in correlazione il consumo di alcolici con la possibilità di sviluppo delle neoplasie”, hanno spiegato in maniera unanime Angelo Maci, presidente del Consorzio Tutela del Squinzano Doc, Damiano Reale, presidente del Consorzio del Salice Salentino Doc, Francesco Filograna, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Dop e Francesco Liantonio, presidente del Consorzio Castel del Monte Doc. I quattro presidenti dei principali consorzi di tutela dei marchi Doc e Dop pugliesi hanno voluto ringraziare il senatore Stefàno “per la sua pronta reazione che lo vede aver già depositato a Palazzo Madama un’interrogazione urgente al ministro Patuanelli affinché il governo si adoperi da subito per scongiurare e disinnescare quello che sarebbe un colpo ferale, non solo a livello economico, ma ancora di più a livello culturale e identitario”. Una proposta assurda che i presidenti respingono con sdegno.
“Ci troveremmo – hanno proseguito i manager - di fronte all’aberrazione di dover vestire le nostre bottiglie con le etichette di attenzione per la salute, senza contare il dover far fronte all’innalzamento generalizzato di accise e tasse in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo. Stiamo uscendo da un periodo in cui, a causa della pandemia, abbiamo fatto i conti con il canale horeca praticamente azzerato”. Per Maci, Reale, Filograna e Liantonio l’Europa che si sta approcciando al mondo del vino “con spirito proibizionista o con il retro pensiero dell’alcolismo tout court compie un errore drammatico. Semmai, proprio per combattere questa piaga, l’Ue dovrebbe far leva sull’elemento culturale e conviviale che appartiene ed è proprio all’universo del vino e che si declina nella misura e nella degustazione. Chiediamo anche noi al governo italiano, e al ministro Patuanelli in particolare, uno sforzo importante volto a difendere con fermezza quello che è un patrimonio inestimabile”. Per i viticoltori, ancora una volta, il Natale che sta arrivando sarà tutt’altro che sereno.
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