Mesagne. Slitta la data per la nomina della Capitale italiana della Cultura In evidenza
È slittata di due settimane la data entro la quale la commissione esaminatrice, delle candidature delle 23 città italiane candidate a divenire “Capitale italiana della cultura 2024”, farà la sua scelta. Una mole di documentazione presente nei 23 dossier ha indotto il presidente della commissione a chiedere al ministero della Cultura una proroga sui tempi di istruzione delle pratiche. Pertanto il prossimo primo febbraio la commissione comunicherà le 10 città finaliste ed entro il 15 marzo le convocherà per un’audizione pubblica di presentazione del dossier. Infine, entro il 29marzo 2022 invierà al ministero il nome della città ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di “Capitale della Cultura 2024”. Intanto, a Mesagne c’è una certa fibrillazione per i tempi che si sono allungati e l’ansia la fa da padrona. E, come capita di constatare intorno alle grandi questioni, si discute di quello che ci sarà da organizzare nel caso in cui il nome della città dovesse risultare tra le dieci finaliste.
Un’ipotesi, quest’ultima, che conferirebbe definitiva consacrazione ad una proposta culturale che è più di un semplice progetto, inteso come classico programma di intenti da realizzare, rappresentando – al tempo stesso – anche molto più di un vademecum di appuntamenti. “La ragione dell’entusiasmo di un’avventura respirata dal territorio con tanta energia, e per tutto il periodo che ha preceduto la formalizzazione dell’invio al dicastero competente, risiede nella particolarità del percorso che si è tracciato”, ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli. Gli effetti di tanta vivacità in città continuano. E la prova è la curiosità con cui la gente chiede se vi siano novità in merito, alla luce della recente istituzione della giuria che si sta occupando della designazione della capitale culturale d’Italia del 2024. E dalla quale, naturalmente, nulla trapela.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere come quest’evento, quello della candidatura, abbia destato sincero interesse tra tanti, mesagnesi e non solo. “Le feste di candidatura con cui la città ha simbolicamente aperto le porte alla conoscenza delle sue bellezze storico-monumentali, il calendario incalzante di date e tavoli tematici attraverso il quale l’Amministrazione comunale, il gruppo di progettazione guidato dall’architetto Simonetta Dellomonaco e quello di autorevoli sostenitori hanno dato vita a momenti di grande partecipazione, hanno lasciato un segno profondo anche per le prospettive di impegno futuro”, ha tenuto a precisare il primo cittadino. L’occasione, nel suo insieme, ha realizzato la migliore evoluzione possibile di ciò che è stato messo in campo. “E’ soprattutto per questo – ha proseguito Matarrelli - che il lavoro svolto resterà come traccia preziosa già a partire da questo 2022. La ragione fondamentale per la quale si è scelto di candidare Mesagne a Capitale italiana della Cultura per il 2024 si nutre di una consapevolezza che è maturata durante i numerosi momenti di riflessione ed elaborazione comunitaria: Mesagne ha una storia importante da raccontare, un resoconto collettivo di cambiamento attraverso il quale si ha l’ambizione di poter spiegare un modello che si è fatto sistema. E di cui l’innovazione sociale e quindi economica rappresentano una sorta di trampolino di lancio per la promozione stessa del territorio”.
Per Marco Calò, consulente politico alla Cultura, “tutto ciò è il risultato non scontato e che si alimenta, in modo costante, grazie agli esempi di vivace intraprendenza che arrivano da una comunità che ha saputo riscattarsi, investendo su sé stessa e su peculiarità che la rendono unica”.
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