Mesagne. Indagini a tutto campo per recuperare gli ori rubati alla Madonna

Giugno 02, 2023 831

Il Santuario della Vergine del Carmelo di Mesagne il giorno dopo il furto degli ori devozionali della Madonna. Il convento è chiuso mentre la chiesa è aperta per le preghiere dei fedeli. Nel convento al primo piano il priore, padre Enrico Ronzini rientrato da Roma, è impegnato nello stilare una lista dei monili rubati e nel trovare delle fotografie che possano aiutare gli investigatori nelle indagini. Impossibile, al momento, quantificare il valore degli ori. Già nella serata di mercoledì il parroco aveva formalizzato la sua denuncia presso il locale commissariato riservandosi di produrre la documentazione relativa ai monili. Gli investigatori su questa vicenda hanno le bocche cucite. Il riserbo è totale.

Già nella giornata di mercoledì hanno prodotto varia documentazione che hanno riepilogato in un’informativa già avviata in Procura. Per la verità non c’è tanto per rintracciare i ladri che hanno scelto i preziosi da prendere e i monili da lasciare. Sul posto solo l’impronta di un guanto e qualche altra traccia biologica da analizzare per vedere se potrà essere utile per estrarre il Dna. Non vi sono, al momento, immagini di impianti di videosorveglianza. I ladri, infatti, hanno ben studiato il percorso da seguire per non essere intercettati dall’occhio del Grande fratello. Tuttavia, gli investigatori non disperano. In queste ore diversi negozi di acquisto di oro, presenti nella regione, sono stati meta dei poliziotti. Infatti, nelle varie piste che stanno seguendo c’è anche quella dei ricettatori. I malviventi, infatti, potrebbero aver già venduto il “malloppo” a qualche ricettatore che in poco tempo fonde l’oro e lo trasforma in lingottini. Impossibile, a quel punto, riuscire a trovare i preziosi. Intanto, in città c’è tanta amarezza per la “profanazione” degli ori devozionali. In molti si chiedono perché i frati Carmelitani non avessero una cassaforte degna di questo nome per custodire gli ori. Perché nel convento e nella basilica non c’è un sistema di allarme collegato con le sale operative delle forze dell’ordine. Tanti i perché che non trovano risposte. Comunque, al di là delle diverse considerazioni resta la proposta fatta da don Pietro De Punzio sui preziosi devozionali che molte chiese custodiscono. “Le nostre comunità religiose – ha confidato - devono attrezzarsi sul fronte della sicurezza per evitare che accadano episodi come quello del furto degli ori”.

Il parroco, infatti, intende suggerire di dotare le chiese e gli ambienti ad esse collegati di impianti antintrusione, che siano allarmi sonori collegati con le forze dell’ordine e impianti di video sorveglianza con drive che registrano virtualmente su cloud esterni. Inoltre, per evitare spiacevoli episodi ha suggerito alla sua comunità parrocchiale e alla confraternita di Mater Domini di alienare qualsiasi oggetto di valore appartenente alla Vergine. “La Madonna non ha bisogno di questi ori devozionali – ha spiegato – meglio venderli e investire il ricavato in opere di bene, opere caritatevoli. Infatti, la devozione più bella è di condividere questi oggetti devozionali con coloro che hanno bisogno di un aiuto, di un pasto caldo, di un letto, di indumenti puliti e quant’altro possa lenire i loro disagi”. Il furto è avvenuto nella notta di mercoledì, quando i malviventi, approfittando di una temporanea assenza del parroco, sono entrati nel convento e hanno forzato una cassaforte, ubicata in una cella dei frati, rubando gli ori in essa contenuti. A compiere il furto sono stati dei professionisti che non hanno lasciato nulla al caso.

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Ultima modifica il Venerdì, 02 Giugno 2023 17:28