"Sgarbi non ha preso un euro dal Comune di Mesagne"
Non si spegne l’eco della cronaca sulle pseudo consulenze a pagamento e in nero svolte dal sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, nella cui sfera di interesse è entrata anche una serata che il critico d’arte ha trascorso a Mesagne, il 3 agosto 2023, per visitare la mostra di “Caravaggio e il suo tempo – tra naturalismo e classicismo”, di cui lui è uno dei massimi critici internazionali. Così, a scanso di equivoci il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, ha voluto sgombrare il campo da ogni equivoco ed ha assicurato che: “Il Comune non ha mai dato un euro a Sgarbi”. Risposta telegrafica, ma chiara da far svanire ogni fumoso dubbio. Il sottosegretario Sgarbi era giunto a Mesagne in compagnia di Al Bano di cui era ospite. Era venuto a conoscenza della mostra del “Genio milanese” e volle fare un salto in città. Qui si intrattenne nella piazza d’armi del castello Normanno-Svevo con il cantante Antonello Vannucci, impegnato in una serata di cabaret musicale, e insieme all’amico Al Bano cantarono con il pubblico presente la canzone “Nel sole”. In piazza Orsini del Balzo Sgarbi si concesse al pubblico che si era radunato per conoscerlo e con il quale intrattenne una disquisizione artistica sul Caravaggio. Poi entrò a visitare la mostra organizzata dalla Rete di imprese Micexperience, rappresentata dall’imprenditore Pierangelo Argentieri, e patrocinato dalla Regione Puglia e dal comune di Mesagne.
Nello scorso mese di ottobre questa visita che l’onorevole Sgarbi ha fatto a Mesagne è entrata a far parte dello scontro che si sta consumando fra il sottosegretario al Cultura del governo Meloni, il critico d’Arte Vittorio Sgarbi, e l’ex responsabile dei suoi social media il manager Dario Di Caterino. Uno scontro a margine dell’inchiesta della Procura di Roma che vede indagato Sgarbi per stabilire se è vero che sia stato responsabile dell’ipotesi di reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per presunti pagamenti in nero riguardanti consulenze su opere d’arte. In particolare di quattromila euro per l’evento di Mesagne. Metà pagati con bonifico, metà in nero. Si tratta di uno degli episodi citati da Dario Di Caterino, con movimenti bancari che sarebbero in parte rintracciabili sui conti della società Hestia gestita da Sabrina Colle, l’attrice e modella compagna di Sgarbi. Naturalmente la risposta di Vittorio Sgarbi alle accuse mosse dal suo ex collaboratore, Di Caterino, non si è fatta attendere. “Le conferenze, come tutte le attività legate al diritto d’autore, sono pagate regolarmente con fatture che distinguono, in linea di principio, l’espressione del libero pensiero da qualunque attività istituzionale”, ha spiegato il sottosegretario che ha, poi, proseguito “Scrivere di “buste in nero” è una grave diffamazione. I “soldi in nero” cui fa riferimento Di Caterino e che il giornale, senza alcun riscontro (Riferito al Fatto Quotidiano, n.d.r.), pubblica, sono quelli presi dal Di Caterino stesso per la prefazione di un libro e una mostra privata a Mesagne”.
Poi Sgarbi ha parlato dei rapporti con il suo ex collaboratore: “Ha collaborato con me durante due campagne elettorali con il solo compito di realizzare dei video e di promuovere, attraverso un camper, del materiale elettorale. Impropriamente si è autodefinito “social media manager”, ma nessuno gli ha mai dato questo ruolo. Così come nessuno lo ha mai delegato a fare il “manager”, ruolo che, a mia insaputa, ha millantato. Di Caterino è stato allontanato quando si è scoperto che, per nascondere di essere stato agli arresti domiciliari, ha finto, con la complicità della madre, di essere stato ricoverato in coma a Perugia. Oggi confessa sul giornale di essere stato lui l’autore della violazione degli account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, e dunque l’autore della lettera anonima inviata lo scorso 19 ottobre a giornali, tv e organi istituzionali contenente tutta una serie di diffamazioni per le quali sono state presentate diverse denunce”. Fin qui la replica del sottosegretario.
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