e non fare iniziare i lavori di costruzione del centro di raccolta dei rifiuti di via Marangio”. A sostenerlo è l’iperattivo presidente dell’associazione, Bruno Carriero, che è composta da imprenditori e artigiani della zona industriale di Mesagne. “Non possiamo avallare questa politica distruttrice del nostro territorio”, ha aggiunto Carriero che ha chiesto all’Amministrazione comunale di sedersi intorno a un tavolo per affrontare sia questo sia altri problemi che riguardano la zona industriale. “Abbiamo chiesto l’incontro – ha continuato il presidente – quando abbiamo scoperto che in quella discarica potranno finire diverse tipologie di rifiuti pericolosi e speciali. Mancano solo le scorie nucleari e poi hanno inserito di tutto nel progetto esecutivo”. Carriero ha poi rivolto la sua attenzione nei riguardi dell’assessore alle Attività produttive, Giorgio La Sala. “Quando lo scorso anno abbiamo protestato in Comune contro la politica adottata nei nostri confronti – ha spiegato – lui era con noi ed era uno dei principali artefici della protesta. Pochi giorni dopo gli hanno proposto l’assessorato e lui l’ha accettato dimenticando tutto quello che avevamo fatto insieme solo poche ore prima. Oggi abbiamo scoperto, per sua stessa ammissione, che lui non solo era a conoscenza del progetto della discarica ma avrebbe contribuito alla sua stessa stesura”. Ecco perché Carriero ha chiesto all’Amministrazione comunale un incontro in cui chiarire queste situazioni. “L’Azim, ieri come oggi, fa gli interessi solo degli imprenditori – ha tenuto a precisare il presidente – la politica l’abbiamo lasciato fuori dalla porta. Anche perché, abbiamo rilevato negli anni passati, i candidati sindaci in campagna elettorale ci hanno sempre chiesto degli incontri e ci hanno fatto una serie di promesse che, puntualmente, nel momento in cui sono eletti sono state disattese. Se verranno quest’anno troveranno pane per i loro denti”. Il centro di raccolta dei rifiuti individuato dall’Amministrazione comunale, che costerà circa 265 mila euro, è un’area di 5 mila metri quadrati, ubicata in via Marangio, confiscata alla criminalità organizzata. Il nuovo centro di raccolta, secondo quanto è scritto nel progetto esecutivo, ha lo scopo di integrare l’ordinario circuito di raccolta e smaltimento al fine di recuperare e differenziare quantitativi sempre crescenti di rifiuti che tenda a disincentivare l’abbandono e lo scarico incontrollato, ponendosi come alternativa possibile per l’utente e come supporto per l’operatore ecologico. Nel centro di raccolta potranno essere stoccati imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati, imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose, solventi, acidi, sostanze alcaline, fitofarmaci, prodotti fotochimici, pesticidi, oli minerali esausti, vernici, inchiostri adesivi e tante altre tipologie di rifiuti. Da qui è nata la protesta degli imprenditori.
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