Nei giorni scorsi proprio la Cia Puglia aveva sollecitato a riguardo sia la Regione Puglia che la Prefettura di Bari. La risposta da parte del Prefetto di Bari, Carmela Pagano, non si è fatta attendere e questa mattina presso la Prefettura si è tenuta una apposita riunione presieduta dal VicePrefetto Cinzia Carrieri, alla quale ha partecipato una delegazione della Cia, composta dal vicepresidente regionale nonché presidente provinciale della Cia Bari Vito Nicola Scalera, dal direttore regionale Giuseppe Alagia, dal presidente della Cia di Brindisi, Giannicola D’Amico, e dal direttore della Cia Bat, Nicola Cantatore. Erano presenti all’incontro anche rappresentanti e funzionari della Città Metropolitana di Bari oltre che il direttore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia Fabio Modesti. La Regione Puglia ha ritenuto di non partecipare all’incontro.
Da diverso tempo su quasi tutto il territorio regionale pugliese (ad eccezione della provincia di Lecce) si registrano ingenti danni alle produzioni agricole e agli allevamenti zootecnici da parte di selvaggina, quali lupi che attaccano il bestiame, cinghiali e storni che depredano coltivazioni agricole. I danni ammontano a svariati milioni di euro. Senza considerare, poi, il pericolo per la incolumità pubblica determinato dalla presenza di lupi e cinghiali. Una situazione che impone la creazione in Puglia di un coordinamento tra tutti gli enti interessati alla problematica: Regione, Province, Asl.
Nel corso dell’incontro la Cia Puglia ha consegnato un documento nel quale viene evidenziato che “si tratta di una problematica non più rinviabile, che va affrontata con un intervento urgente da parte di tutti gli enti e le istituzioni interessate. La Cia Puglia chiede una riforma radicale degli strumenti a disposizione, con provvedimenti legislativi e attuativi che consentano da un lato la corretta gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile, e dall’altro misure realmente efficaci a favore degli agricoltori colpiti. Bisogna adoperarsi con urgenza per il potenziamento degli strumenti di contenimento preventivo, per uno snellimento delle procedure e per potenziare i fondi per il risarcimento agli agricoltori coinvolti, evitando, come accade in Puglia, oltre ai danni la beffa. I pochi risarcimenti erogati ad oggi per danni da lupo che abbattono capi ovini, ad esempio, sono inferiori in termini di importo alle spese che un allevatore deve sopportare per lo smaltimento delle carcasse. Fino ad oggi registriamo, dunque, pochi o mancati risarcimenti agli agricoltori e rischi per la incolumità pubblica dovuti anche al fenomeno degli incidenti stradali provocati dagli animali selvatici. Diventa, dunque, sempre più difficile la convivenza sul territorio tra agricoltori e animali selvatici, la cui consistenza numerica ha raggiunto livelli davvero preoccupanti, causando danni economici pesanti alle imprese agricole”.
La Cia Puglia in conclusione ha anche consegnato l’Ordine del Giorno approvato dalla Direzione Nazionale della CIA riunita a Roma il 23 giugno 2015, nel quale si chiede “alle Regioni e agli Enti locali interventi adeguati di abbattimento selettivo rivolti all’effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l’equilibrio naturale e produttivo” e “a tutte le istituzioni un adeguato ristoro di fondi capace di rispondere alle effettive perdite determinate dai danni”.
A livello nazionale la Direzione della Cia ha chiesto “al Parlamento e al Governo provvedimenti legislativi e attuativi che consentano la limitazione/gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile”.
Inoltre, la Direzione Nazionale della Cia si rivolge alle Associazioni venatorie ambientaliste e animaliste. L’invito è a considerare “con maggiore attenzione e disponibilità le ragioni degli agricoltori” la cui sostenibilità economica è funzione della produzione agricola e delle attività di allevamento. Se il loro reddito sarà tutelato dai danni provocati dalla fauna selvatica, gli agricoltori, attraverso lavoro e impegno quotidiano, potranno continuare a svolgere quel ruolo fondamentale che li contraddistingue, dalle altre attività economiche, in termini di mantenimento della biodiversità agraria e della tutela ambientale-paesaggistica”.
“In Puglia relativamente ai danni da selvaggina subiti dalle aziende agricole – evidenzia il vicepresidente regionale della Cia Vito Nicola Scalera – manca un coordinamento tra Regione, Province, Asl. Non ci sono piani di gestione provinciali, come manca un piano di gestione regionale. Chiediamo con forza che venga attuato un coordinamento sinergico tra tutti gli enti interessati per dare risposte certe, concrete e celeri agli agricoltori, che anche in questo caso sono i più penalizzati ed esposti. Ringraziamo il Prefetto di Bari per aver accolto la nostra sollecitazione a dare vita ad un tavolo di discussione sulla problematica. Non possiamo non evidenziare – conclude Scalera - come la Regione Puglia, assente a questo tavolo, ha perso una occasione propizia per poter affrontare una problematica che da anni gli viene sottoposta, senza ad oggi aver trovato una soluzione adeguata. Qualche settimana fa abbiamo investito di questa questione il Governatore pugliese Michele Emiliano. Attendiamo che ci convochi”.