Condanna ferma al caporalato. Gli agricoltori sono vittime al pari dei braccianti

Agosto 26, 2015 1839

agrinsieme logoGli agricoltori, quelli veri, sono vittime del caporalato al pari dei braccianti e degli operai agricoli che ricorrono ai caporali. Agrinsieme Puglia, il coordinamento delle organizzazioni agricole C.I.A. (Confederazione italiana agricoltori), Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agci ) e Copagri, condanna fermamente il caporalato.

Il rifiuto del lavoro nero e del caporalato sono due dei principi cardine che guidano le organizzazioni agricole aderenti ad Agrinsieme Puglia, che non rappresentano e nè intendono rappresentare presunti agricoltori, per lo più mediatori e commercianti che utilizzano in modo selvaggio i caporali e praticano lo sfruttamento.

I veri agricoltori di certo non provocano le situazioni che purtroppo si sono verificate nelle campagne nelle scorse settimane, a causa anche di condizioni climatiche eccezionali che hanno creato disagi e malori anche in altri contesti sia lavorativi che non lavorativi e in altri ambiti territoriali regionali.

Il caporalato è un fenomeno che riguarda personaggi senza scrupoli, dai quali Agrinsieme prende le distanze. I veri agricoltori, i nostri agricoltori, sono impegnati nel rispetto della legge e della legalità. Un impegno comune che deve contraddistinguere tutti quanti, enti, istituzioni, associazioni, aziende.

Nei mesi scorsi a livello nazionale abbiamo lavorato notte e giorno per trovare e sancire l’accordo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Accordo che viene rispettato e che deve essere rispettato dalle aziende agricole.

Ed anche a livello regionale si sta lavorando per affermare i principi del rispetto delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro nelle aziende agricole e tra i lavoratori agricoli. Non dimentichiamoci che gli imprenditori agricoli, ovvero i datori di lavoro, sono anche loro coinvolti nei lavori aziendali e nelle operazioni colturali e come tale sono i primi ad essere interessati alla tutela della loro salute e della salute dei loro dipendenti.

Per venire incontro alle imprese agricole è necessario snellire la burocrazia e rendere chiare le regole, ed armonizzare i costi del lavoro a livello europeo. Le aliquote contributive di previdenza e assistenza sociale, infatti, a carico del datore di lavoro agricolo sono pari a circa il 35% e sono di gran lunga superiori a quelle in vigore negli altri Stati membri dell’Ue che vanno dal 12% del Regno Unito, al 15.88% della Spagna, al 21% del Portogallo, al 13% della Francia, o addirittura allo 0,5% della Germania.

Una posizione questa che sarà ribadita domani – 27 agosto – nel corso di un incontro che si terrà a Roma con i ministri Poletti e Martina.