Attualmente alcune Aziende Sanitarie Pugliesi si sono rese protagoniste di virtuosi provvedimenti amministrativi in favore del precariato: hanno prorogato i contratti a tempo determinato, ai sensi e per gli effetti dell’art. 18 L.R. 45/13 e dell’art. 4 del DPCM sanità, al 31/12/2018 e comunque fino all’espletamento delle procedure concorsuali per la stabilizzazione degli stessi; sono intervenute con provvedimenti transattivi nella vicenda contorta e spinosa degli ex lavoratori stabilizzati con la Legge Regionale 4/2010, inficiata poi a causa di ricorsi giuridici di carattere meramente politico ( solo nella ASL BR i pochi Lavoratori stabilizzati con tale L.R. non prestano più servizio).
In questi giorni, invece, qualche “solerte” ufficio della ASL BR sta notificando lettere di licenziamento nei confronti di Lavoratori che hanno abbondantemente raggiunto i requisiti previsti dal suddetto DPCM per essere stabilizzati, ma hanno avuto la sfortuna (sic!!) di aver ricevuto un incarico per sostituzione anzichè per posto vacante ( non si comprende quali siano i criteri seguiti per assegnare ad ogni lavoratore il posto da coprire).
E’ bene precisare, tra l’altro, che la situazione nella ASL BR sta diventando veramente esplosiva per la carenza di personale e che tutto (TUTTO) il personale precario dev’essere necessariamente mantenuto in servizio per assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), così come prevede anche la normativa vigente.
Basterebbe ricordare quello che è accaduto e accade in questa stagione estiva che volge al termine per mancanza di personale: accorpamenti di reparti, chiusura di servizi e ambulatori, interventi chirurgici rinviati, difficoltà a reperire personale per sostituzioni di malattie e/o aspettative di varia natura, dipendenti che hanno dovuto rinunciare ai riposi loro spettanti, carichi di lavoro spropositati, aumento del rischio clinico, ecc.
Per queste ragioni sopra rappresentate, la Funzione Pubblica CGIL è intenzionata a sostenere, oggi più che mai, la sua piattaforma vertenziale contro il precariato, che nello specifico può essere sintetizzata concretamente, come già detto, in pochi punti:
- Stabilizzazione del personale precario;
- Nell’attesa della stabilizzazione, proroga di tutti i contratti a tempo determinato al 2018 e comunque fino alla definizione del processo di stabilizzazione;
- Attivazione di procedure operativamente percorribili per salvaguardare i livelli occupazionali – come avvenuto in altre aziende sanitarie – del personale stabilizzato con la L.R. 4/2010 e poi “destabilizzato” in quanto espulso crudelmente dal mercato del lavoro.
In parole povere, la scrivente Organizzazione Sindacale si aspetta da codesta Azienda un “cambio di passo” sulle politiche gestionali delle risorse umane in termini di lotta al precariato, anche perché non vorremmo mai che i disastri procurati dal governo nazionale, sconfinati in una vera e propria “macelleria sociale”, con gli avversati provvedimenti della “buona scuola (??)” e del Jobs Act, possano in qualche modo contagiare il sistema sanitario aziendale e regionale.