acquistate nel 2005 dal Comune di Mesagne per un progetto di bike sharing è stato, quasi, svelato. Delle venti bici quindici, secondo il Comune, sono state individuate e rientrate mentre per altre cinque si è in attesa della restituzione. Se mai avverrà. L'Amministrazione comunale il 14 aprile 2005, sindaco Mario Sconosciuto, avviò un progetto di mobilità sostenibile grazie all'imput giunto dall'associazione Cicloamici dal titolo "Mesagne vivibile a piedi e in bicicletta". L'obiettivo del progetto era di incentivare e promuovere l’utilizzo della bici come mezzo di trasporto urbano per incrementare significativamente la percentuale di veicoli a due ruote rispetto a quelli a 4 ruote. Per tale occasione furono acquistate venti biciclette per un costo di 2 mila 828 euro; Inoltre furono progettate e realizzare una serie di infrastrutture, piste ciclabili, itinerari cicloturistici, noleggio bici, atte a favorire e rendere più sicuro il trasporto in bicicletta fuori e dentro la città; Fu promosso il cicloturismo su Mesagne, il suo territorio e il territorio circostante. Infine c'era l'intenzione, che tale rimase, di creare continuità di tipo culturale, progettuale, organizzativo e strumentale che potesse garantire la continuazione del programma al di fuori dei limiti finanziari e temporali previsti nel progetto. Solo che, incomprensibilmente, il 9 giugno 2005, cioè due mesi dopo la delibera che assegnava le bici a un progetto di bike sharing, "il responsabile del servizio Ambientale provvide a consegnare 7 biciclette ai vari responsabili degli uffici per essere utilizzate dal personale dipendente". Tre biciclette furono consegnate al comando della polizia municipale, e 1 ciascuna ai Lavori pubblici, Affari generali, Ecologia e Ambiente, e Urbanistica. Nessuno, però, aveva detto che le bici potevano essere portate a casa, e non collocate nelle quattro rastrelliere acquistate, a fine lavoro. Così, le bici da un uso pubblico divennero di appannaggio privato. Le restanti 13 biciclette furono inizialmente depositate nei locali dell'ex mattatoio e successivamente in alcuni locali di vico Cantelmo al fine di essere messe a disposizione, attraverso un'operazione di noleggio, a turisti che ne avessero avanzato richiesta. Due delle tredici bici furono assegnate, a seguito di richiesta inoltrata dall'Isbem il 19 marzo 2007. Di queste 1 fu rubata. Delle 11 rimaste nel 2014, ben sette anni dopo, la dipendente che prese servizio allo Iat ne trovò solo quattro. Per cui all'appello mancano 7 bici oltre le 7 consegnate agli uffici comunali. "I dipendenti comunali ed i possessori delle bici risultati da atti presso gli uffici sono stati invitati a riconsegnare le bici in loro possesso, ed attualmente sono ritornate indietro nella disponibilità dell'Amministrazione comunale 6 biciclette, e si è in attesa della riconsegna di ulteriori 5 bici", ha concluso il sindaco Pompeo Molfetta. Una ricostruzione piuttosto confusa e incompleta quella fatta dal Comune di Mesagne. Infatti delle 20 bici acquistate bisognerebbe sottrarre quella rubata perciò dovrebbe averne in carico 19. All'appello, però, mancherebbero altre bici, svanite nel nulla. A questo punto non resta che riprendere le carte e rendere la materia maggiormente trasparente.
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