Redazione

Le recenti dichiarazioni del CEO di Euroapi danno fondatezza alla preoccupazione che la cessione del ramo d'azienda da parte di Sanofi a favore di Euroapi aveva come obiettivo recondito quello di disfarsi della produzione di principi attivi farmaceutici (API).

 Le promesse di Euroapi per il sito di Brindisi facevano ben sperare, ma le stesse, a solo un anno di distanza, sembrano già svanite nel nulla. In questo periodo si è parlato soltanto di contrazione dei diritti dei lavoratori, di riduzione di personale e di licenziamenti. E la realtà è davanti a tutti: uno stabilimento storico, che ha usufruito per anni di fondi regionali ed europei ed è sempre stato fiorente, si trova deprezzato a causa di scelte fortemente penalizzanti, anche dal punto di vista del fattore umano a cui è stata affidata la guida dell'impianto.
Oggi occorre reagire, ma su una cosa non si può derogare: Sanofi non può esimersi dalle proprie responsabilità e non solo perchè possiede ancora il 30% delle azioni di Euroapi. La multinazionale francese ha un debito morale nei confronti del territorio ed ha il dovere di intervenire per tutelare i lavoratori e il futuro del sito di Brindisi.
Nessuno può permettere che un pezzo importante della nostra storia industriale venga distrutto senza colpo ferire.
Per questo il Partito Democratico della provincia di Brindisi chiede un tavolo di confronto con Sanofi ed Euroapi per discutere del futuro del sito di Brindisi, il ritiro dei piani di riduzione del personale e dei diritti dei lavoratori, un piano di investimenti per rilanciare lo stabilimento e renderlo competitivo.                              
Non va sottaciuto, inoltre, che la situazione è davvero critica in tutto il settore chimico: la chiusura del P9T di Basell mette a serio rischio il futuro dello stabilimento brindisino ed avrà ripercussioni negative anche su Versalis, che per anni è stata uno dei principali fornitori di Basell.
Siamo già sotto quel famigerato "effetto domino" che è destinato a creare povertà, incertezze e disagio sociale in tutta la provincia. Anche per questo ci auguriamo che Versalis ritorni ad investire nella chimica verde e nell'economia circolare e che lo faccia su quei terreni presenti nel complesso industriale già oggetto di caratterizzazione.                          
Non possiamo permettere che un settore strategico come quello chimico venga smantellato pezzo per pezzo ed è necessario che tutte le istituzioni - a partire dal Governo - assieme alle parti sociali, non lascino nulla di intentato per evitare il collasso industriale del nostro territorio.                           Nella piena consapevolezza che questi argomenti richiedono un intervento di carattere nazionale, il PD della provincia di Brindisi sostiene la proposta della convocazione immediata di un tavolo di confronto sulla Chimica, investendolo delle medesime prerogative e rilevanza conferite in occasione della sua prima istituzione, quasi 20 anni fa. Ritiene, inoltre, che un nuovo e potenziato  Osservatorio Provinciale sulla Chimica possa rappresentare lo strumento idoneo a supportare e spronare lOsservatorio Nazionale con l'obiettivo di comprendere le reali intenzioni del Governo sul settore e sulla crisi industriale in atto nella nostra realtà.
La Segreteria Provinciale del Partito Democratico di Brindisi

FRODI: COLDIRETTI PUGLIA, BENE SEQUESTRO PATATE TAROCCATE; TOLLERANZA ZERO A TUTELA PRIMATI MADE IN ITALY.

Serve tolleranza zero contro le frodi che mettono a rischio lo sviluppo dell’agroalimentare in Puglia, con primati come la ‘patata rossa’ tipica della provincia di Lecce e la Sieglinde di Galatina, la novella presente sul mercato già a partire da marzo . E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che plaude all’operazione della Guardia di Finanza e dell'Ufficio Icqrf Italia sud-est che ha portato al sequestro di 33mila kg di patate provenienti dall'estero vendute come iMade in Italy.

“È indispensabile che l’attività di controllo sia accompagnata da un sistema sanzionatorio più rigido. L’agroalimentare di qualità subisce gli attacchi continui di falsari che attraverso pratiche commerciali scorrette falsano la sana concorrenza sui mercati nazionali e internazionali, ingannano i consumatori e creano un mercato parallelo di ‘falsi made in Puglia’ che vale centinaia di milioni di euro”, denuncia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.

I risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – conclude Coldiretti Puglia - con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie.

Piatto povero per eccellenza, le patate – sottolinea la Coldiretti Puglia – sono tra gli alimenti più presenti sulle tavole in case e nei ristoranti, consumate tal quali o come ingrediente in mille modi diversi, fritte, bollite, croccanti al forno o in padella, a purea ma anche in ricette dolci o salate. Originarie del continente americano, nello specifico delle Ande, raggiunsero le coste europee solo nel XVI secolo per poi conquistare le cucine del mondo per la loro versatilità, contenuti nutrizionali e il basso costo.

Circa l’80%  dei consumatori mangia patate almeno una volta a settimana e tra i principali criteri di acquisto spicca il rapporto qualità/prezzo – conclude Coldiretti -  fattore decisivo per il 53% dei consumatori coinvolti che si posiziona poco più in basso la provenienza nazionale, importante per il 45% degli intervistati, secondo l’indagine promossa da Unapa, l’Unione nazionale di settore.

I Carabinieri del NAS di Taranto, nell’ambito di servizi finalizzati ad accertare la regolarità delle condizioni igienico-sanitarie e strutturali degli ambienti di preparazione degli alimenti, nonché la manipolazione e preparazione degli stessi in attuazione delle prescritte procedure di sicurezza, hanno eseguito verifiche presso quattro attività di produzione, commercializzazione e somministrazione di prodotti alimentari, ubicate nelle province di Taranto e Brindisi.

Nel corso delle verifiche sono stati sottoposti a sequestro amministrativo oltre due quintali di alimenti vari, tra cui prodotti caseari, carnei, ittici e preparazioni gastronomiche, privi di etichettatura e di qualsiasi indicazione riferita alla rintracciabilità alimentare, oltre che riportanti in etichetta data di scadenza / T.M.C. scaduti di validità.

In un caso, è stata disposta l’immediata sospensione dell’attività di somministrazione, con provvedimento confermato dall’ASL Tarantina, poiché esercitata in un locale privo di registrazione sanitaria ed interessato da gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali.

In due caseifici i militari hanno accertato l’attivazione abusiva in assenza di fornitura idrica e la mancata registrazione sanitaria, requisiti essenziali previsti dalla normativa comunitaria vigente, per cui l’Asl Brindisina ne ha disposto la chiusura immediata.

Per le violazioni correlate alle irregolarità rilevate, sono state contestate sanzioni amministrative pari a 3.000 Euro, mentre il valore complessivo dei prodotti e degli alimenti sequestrati è stimato in circa 8.000 Euro.

I titolari delle attività sottoposte a controllo sono stati inoltre segnalati alle competenti Autorità Sanitaria ed Amministrativa.  

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“Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola” Seminario Regionale – La Rete di scuole. Il giorno del Ricordo. Brindisi, 5 marzo 2024

È con grande gioia ed estrema gratitudine che l’I.C. S. “Cappuccini” ospiterà, il 5 marzo 2024 dalle ore 9.00 alle ore 17.00, nell’Aula magna della scuola secondaria di I grado Leonardo Da Vinci, il seminario regionale “Le vicende del confine orientale e il mondo della scuola”.
Unico in Puglia, l’istituto comprensivo statale ‘Cappuccini’ è nell’elenco dei vincitori 2024 del Concorso nazionale 10 febbraio- Un mondo ed un passato. Storie di origine degli esuli giuliano-fiumano-dalmati, concorso bandito dal MIM e dalle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati ed è legato al “Giorno del Ricordo” per le vittime delle foibe e dedicato in particolare alla memoria dell’esodo giuliano-dalmata avvenuto in esito al Trattato di Parigi al tempo della Seconda Guerra Mondiale. L’I.C.S. ‘Cappuccini’, si legge a margine della nota di motivazione dell’assegnazione del Premio, si è distinto per aver ben restituito alla narrazione corrente una storia di famiglia raccontata dalla prof.ssa Silvia Marceglia, figlia e nipote di profughi. Gli studenti e le studentesse hanno avviato una ricerca sulla comunità italiana autoctona di Fiume ed il suo esilio e sulle modalità con le quali si è espressa l’accoglienza dei profughi ed esuli istriani, fiumani e dalmati a Brindisi, con interessanti spunti dedicati al Collegio Tommaseo sede scolastica frequentata dai giovani esuli. Ad un suo alunno polesano, distintosi per qualità umane e professionali, Sergio Endrigo, è stata dedicata una sessione di studio in esito alla quale gli Organi Collegiali hanno avviato l’iter di proposta di intitolazione dell’Atrio della scuola primaria ‘G. Rodari’ nel ventennale dalla promulgazione della Legge istitutiva del ‘Giorno del Ricordo’ e nel 50^ anno dalla pubblicazione dell’Album ‘Ci vuole un fiore’. Sergio Endrigo e Gianni Rodari: riunire in un unico luogo, la scuola, i due autori legati da vincolo amicale e professionale è espressione di riconoscenza per Gianni Rodari, delicato e sensibile autore, anche, di numerosi testi trasformati in canzoni da Sergio Endrigo quale, ad esempio, la nota ‘Ci vuole un fiore….’ e per Sergio Endrigo, raffinato cantautore di storia e sentimenti. Incantevole, infatti, ancora oggi, è la sua ‘1947’, essenziale il titolo, intenso il passato di cui narra, nel ricordare Pola, la sua città d’origine. Il seminario, aperto alla partecipazione di Autorità Istituzionali, personale dirigente, docente appartenente a diverse associazioni e alla cittadinanza, ha il fine di riflettere in forma plurale sul valore della proposta ideativa e metodologica inerenti al Tema riassunta nel Documento MIM Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica dell’ottobre 2022.
A presiedere e moderare gli interventi nell’arco della giornata sarà la DS Rosetta Carlino unica DS, in Italia, ad aver vinto il Concorso ’10 febbraio’ con entrambe le scuole a lei affidate _ICS Cappuccini e ISS_CPIA ‘Anna Lorenzetto’_ Brindisi; due Comunità scolastiche che, riunite in un unico sentire professionale hanno offerto esempio di collaborazione fattiva, relazione efficace con il territorio, qualificata restituzione della memoria della squisita modalità espressiva dell’accoglienza brindisina.

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Giovedì 29 febbraio e venerdì 1° marzo a Roma, presso il Teatro dei Ginnasi, si è svolta la seconda Assemblea Nazionale della Rete dei Comuni Sostenibili che promuove politiche per la sostenibilità ambientale, sociale e culturale.

Nella due giorni Sindaci, amministratori locali e provinciali, dirigenti comunali degli Enti aderenti all’associazione si sono confrontati sui temi dello sviluppo sostenibile.
Brindisi è stata la prima Provincia italiana ad aderire alla Rete: lo scorso 3 agosto il Consiglio provinciale ne aveva deliberato l’adesione. Una proposta avanzata dal Presidente Toni Matarrelli che aveva chiesto alla Rete dei Comuni Sostenibili la modifica dello statuto, avvenuta poi nel corso della prima assemblea nazionale. Un intervento che ha di fatto aperto le porte dell’associazione a Province, Città Metropolitane e Regioni.
Oggi la Provincia di Brindisi ha ricevuto la targa “Rete delle Province Sostenibili”.
In rappresentanza dell’Ente di via De Leo ha partecipato ai lavori la consigliera provinciale con delega alla cultura Rosalia Fumarola che, nel corso del suo intervento, ha illustrato i progetti realizzati nell’ambito della sostenibilità come il Progetto “Appia 2030” che ha l’obiettivo di rafforzare il percorso brindisino dell’antica “Regina delle Vie”, candidata a divenire sito Unesco patrimonio dell’umanità. 
La consigliera Fumarola ha sottolineato “l'importanza di perseguire la sostenibilità economica, sociale, ed ecologica che è ad oggi una missione prioritaria. Un investimento sull'identità e sulla cultura del nostro territorio può realmente produrre una nuova economia circolare, capace di cogliere i cambiamenti e affrontarli nella maniera più adeguata”. 

Approdano a Brindisi le sonorità dei Fab Four con due ore di concerto e racconti in compagnia di Carlo Massarini. Appuntamento al Nuovo Teatro Verdi il 4 maggio, con inizio alle ore 21.

Molto più che un semplice tributo ai Beatles, The Beatbox arrivano al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, sabato 4 maggio 2024 - inizio alle ore 21 -, per far rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool. Lo spettacolo - dal titolo “Magical Mystery Story. Now and Then” - è organizzato da “ViaVai Eventi”, società guidata da Giuseppe Briganti con alle spalle una lunga esperienza nel campo degli eventi. La serata vedrà la partecipazione di Carlo Massarini, tra i più autorevoli e affermati giornalisti musicali italiani, il quale condurrà attraverso il suo commento narrativo questo straordinario viaggio nel mito. Il sottotitolo è tratto dall’ultimo singolo dei Beatles, appunto “Now and Then”, uscito lo scorso 2 novembre e balzato a stretto giro al primo posto delle classifiche mondiali. Biglietti disponibili online alla pagina rebrand.ly/MagicalMysteryStory e al botteghino del Verdi, dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 16.30-18.30. Biglietto in promozione per gli acquisti entro il 31 marzo (riduzione di 5 euro sul prezzo intero). Info T. 0831 562 554 e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Sul palco la formazione nota in tutta Europa con centinaia di concerti ogni anno e partecipazioni ai maggiori festival dedicati ai Beatles. Due ore coinvolgenti per questo straordinario viaggio attraverso la storia e la musica dei Fab Four che si sviluppa unendo la performance impeccabile dei The Beatbox al fascino narrativo di Carlo Massarini, dando vita a uno show che mescola magistralmente musica e racconti avvincenti di coloro che hanno rivoluzionato la storia della musica e non solo. Durante i cinque atti che scandiscono lo spettacolo, Carlo Massarini svela gli aneddoti e le curiosità più affascinanti della straordinaria avventura dei quattro baronetti di Liverpool. Nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è curato con precisione, dalla strumentazione originale dell’epoca identica a quella utilizzata dai Beatles nei loro storici concerti e nelle sessioni in studio, ai cambi di abiti e trucco, ricreando l’atmosfera e lo stile unico di quel magico momento storico.

Lo show, che attraversa i ricordi e le scoperte di diverse generazioni, mira a riportare l’entusiasmo e la positività dei mitici anni Sessanta. La scaletta abbraccia i successi leggendari dal Cavern Club di Liverpool, passando dal periodo Rubber Soul e Revolver, giungendo ai capolavori che hanno preceduto lo scioglimento della band nel 1970. The Beatbox riproducono fedelmente le hit della discografia beatlesiana con straordinaria precisione esecutiva, restituendo allo spettatore l’impatto sonoro vocale e visivo del leggendario quartetto. Un’esperienza senza età che attrae un pubblico diversificato, dai nostalgici degli anni Sessanta agli appassionati più giovani, dimostrando che la musica dei Beatles è senza tempo.

Il tour teatrale è pensato per offrire due ore di emozionante concerto durante il quale si potranno rivivere brani iconici come “She Loves You”, “A Hard Day’s Night”, “Yesterday”, “Twist and Shout”, “Hey Jude”, “Come Together”, “Let It Be”, “Something”, solo per citarne alcuni. Inoltre, appassionati e curiosi potranno godere di vere e proprie chicche, come “In My Life”, “Girl”, “Eleanor Rigby” e molte altre pietre miliari della musica pop. Il divertimento è assicurato: parola di John, Paul, George e Ringo.

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Il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa per la morte di Aldo Martina, avvenuta nel maggio del 2019 a causa di mesotelioma pleurico legato all’esposizione all’amianto, e dovrà ora destinare una speciale elargizione di 200mila euro agli eredi, la moglie Anna, e i figli Emiliano e Sarah, mentre il Ministero dell’Interno è stato condannato al riconoscimento di “vittima del dovere”.

Martina era venuto a contatto con la fibra killer durante il servizio militare svolto quando aveva soli 20 anni (dal 21 agosto 1964 fino al 31 ottobre 1965) al COMOS di Brindisi (Comando Gruppo Motosiluranti), e successivamente presso l'Arsenale Militare Marittimo della Spezia. In qualità di “Sottocapo Radiotelegrafista”, l’uomo era stato costantemente a contatto con polveri e fibre di amianto, utilizzando accessori come parannanze, coperte, guanti e pezze, in un ambiente di lavoro privo di qualsiasi misura di sicurezza. Ignaro dei rischi, si occupava della manutenzione e riparazione di impianti di comunicazione navale, manipolava rifiuti, compresi quelli contenenti amianto, senza che venisse dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale. A confermarlo, la perizia del CTU, secondo la quale il Sig. Aldo era costantemente esposto all’inalazione di fibre di amianto aerodisperse nell’ambiente di lavoro provenienti da apparecchiature di sala macchine, tubolature, cavi e trattamenti coibentanti delle imbarcazioni. Tutte sostanze che si liberavano in ambienti ristretti. Anche le vernici usate a bordo contenevano asbesto, contribuendo ulteriormente alla sua esposizione. Nel 2018, i primi problemi respiratori e, nell’agosto dello stesso anno, la diagnosi di mesotelioma, muore nove mesi dopo, vittima di una malattia causata da un ambiente di lavoro pericoloso. Nonostante l’evidenza, il Ministero della Difesa aveva rigettato la domanda risarcitoria, ritenendo che il mesotelioma fosse legato a una esposizione successiva al congedo e la famiglia ha ottenuto giustizia solo grazie all’azione legale dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che ha ricostruito la vicenda.

La strage invisibile: il rapporto INAIL ReNaM (registro nazionale mesoteliomi) del 2018 ha confermato che il minerale era presente delle navi, negli arsenali e in tutti gli ambienti della Marina Militare e il suo impiego, che risale agli anni ’60, è stato ampiamente documentato. Dal 1993 sono stati registrati più di 2000 casi di mesotelioma tra i lavoratori del settore trasporto marittimo, dei cantieri navali e della Difesa militare.

L’ONA è impegnato nella tutela delle vittime dell’amianto per esposizioni nelle unità navali della Marina con un servizio di consulenza tramite il sito  o il numero verde 800 034 294.

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L'Asl di Brindisi ha emesso il presente comunicato per i fatti accaduti: "Si informa l’utenza che è stata accertata una truffa a danno di un cittadino residente in provincia a cui è stato richiesto il pagamento di una sanzione da parte di una persona che si è presentata al suo domicilio a nome della Asl Brindisi.

Si comunica che la Asl Brindisi non effettua in alcun caso comunicazioni “porta a porta”, si invitano quindi i cittadini a rifiutare qualsiasi richiesta di denaro da persone che si presentano a nome dell’Azienda e a denunciare al Comando dei Carabinieri del proprio comune circostanze simili.

Il fatto è stato accertato nel Distretto socio-sanitario di Mesagne dove l’utente si è presentato per chiedere informazioni. La lettera che gli era stata consegnata dal truffatore presentava l’uso improprio del logo aziendale e della firma di dirigenti di struttura. La direzione generale ha disposto la denuncia alle autorità competenti".

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L’import sleale dall’estero e i cambiamenti climatici affossano il miele Made in Italy con arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese quotato poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione per gli apicoltori regionali, con la Puglia che ha dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2, con il 60% in meno di raccolta condizionata dalla siccità, da temperature fuoristagione dal clima pazzo. A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, in occasione di Apimell, la più importante Mostra Mercato Internazionale specializzata nel settore apicoltura.

Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero a fronte – rileva Coldiretti - di una produzione nazionale stimata in 22 milioni di chili, che ha risentito degli effetti del clima, secondo l’analisi della Coldiretti su dati dell’Osservatorio Miele. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%).

Un dumping insostenibile ai danni di 1070 le aziende apistiche in Puglia che si prendono cura di 32.000 alveari e 13.00 sciami e producono – insiste Coldiretti Puglia - numerose tipologie di miele, dal ricercato alle mandorle agli agrumi, dalle clementine al rosmarino al timo, fino al fiordaliso, sulla, eucalipto, coriandolo, trifoglio e millefiori, con una crescita sensibile della presenza di donne e giovani a condurre le aziende apistiche. Ma a questo scenario si aggiungono i danni causati dal maltempo e della siccità, che hanno penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori.  Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti. Ma oltre al clima e al diffondersi dei calabroni alieni predatori delle api (Vespa velutina e Vespa orientalis) – sottolinea Coldiretti – i “pastori delle api” hanno dovuto fare fronte anche all’esplosione dei costi, dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio.

Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.

Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori pugliesi – evidenzia Coldiretti – si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape. Infatti oltre alla produzione di miele – conclude Coldiretti - le api svolgono un ruolo fondamentale nell’impollinazione di moltissime piante selvatiche e delle principali colture erbacee ed arboree.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – consiglia la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, è questo il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, difendere le api e la biodiversità.

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ECOMAFIE: COLDIRETTI PUGLIA, ARRIVA IL REATO DI ECOCIDIO; PUGLIA AL SECONDO POSTO PER CRIMINI AMBIENTALI

Scatta un ulteriore giro di vite contro i reati ambientali, con la Puglia che è al secondo posto a causa dello sversamento nelle campagne di rifiuti di ogni genere, spesso anche tombati e incendiati, con il fenomeno del traffico illecito di rifiuti a Foggia che sta assumendo proporzioni gravi. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al l’approvazione del Parlamento europeo il 27 febbraio scorso di nuove misure e sanzioni, con la lista dei reati che si allunga qualificati paragonabili all’ecocidio, come l’inquinamento diffuso di acqua, aria e suolo o gli incendi boschivi su vasta scala, oltre al commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’Unione europea in materia di sostanze chimiche e l’inquinamento provocato dalle navi, per cui saranno comminate pesanti sanzioni  fino all’arresto.

La normativa dovrà anche essere sostenuta da corsi di formazione specializzati per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, e inoltre dovranno essere redatte strategie nazionali e  promosse  campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.

In provincia di Foggia i campi sono in balia delle ecomafie, con lo sversamento di rifiuti di ogni genere nei campi – insiste Coldiretti Puglia - anche provenienti da regioni limitrofe, spesso anche bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile, ad Andria nella BAT rifiuti di ogni genere vengono abbandonati negli oliveti arrecando un danno all’ambiente e all’immagine di rilievo, in provincia di Brindisi si moltiplicano le segnalazioni dello scarico notturno di rifiuti nei campi, compreso Eternit e copertoni.

Al danno si aggiunge la beffa - incalza Coldiretti Puglia -  con le aree rurali utilizzate come discariche a cielo aperto, depauperando un territorio curato e produttivo, inquinando la terra e il sottosuolo, dove al contempo gli imprenditori agricoli sono chiamati a rimuovere i rifiuti sversati da altri a proprie spese, se non riescono a dimostrare di non averli prodotti.

Sono stati messi in campo, dunque, nuovi interventi per arginare una vera emergenza poiché la criminalità ambientale – aggiunge Coldiretti - è oggi la quarta attività criminale al mondo con redditi rilevanti sul livello  di quelli realizzati con il traffico di droga, armi e la tratta di essere umani.

Si tratta di un fenomeno grave ed in escalation, dove a sversare rifiuti di ogni genere – aggiunge Coldiretti Puglia - non sono più soltanto i gruppi criminali, ma anche residenti che scaricano nelle aree rurali ogni genere di rifiuto, da immondizia a plastica, da elettrodomestici fino a lamine di amianto, oltre a materiale edilizio abbandonato dalle ditte, senza il minimo rispetto della proprietà privata degli agricoltori e arrecando un danno ambientale e di immagine incalcolabile.

Di fronte alle emergenze che si rincorrono – continua la Coldiretti regionale – occorre adottare tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute, accertare le responsabilità e avviare le necessarie azioni di risarcimento danni diretti ed indiretti a favore delle comunità e delle imprese colpite. Sul piano strutturale – conclude la Coldiretti Puglia – occorre salvaguardare le aree a vocazione agricola, evitando l’autorizzazione di insediamenti potenzialmente a rischio e proteggendole con i controlli da quelli abusivi.

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