Il corvo che volle diventare cigno, Gregorio Messere
Lunedì 28 novembre, alle ore 18,00, sarà presentato, presso il Castello di Torre Santa Susanna, il volume della Edizioni Grifo di Lecce "Il corvo che volle diventare cigno - Gregorio Messere, poeta illuminato del Seicento" di Antonio Trinchera, lo stesso autore di numerosi libri di narrativa e di storia locale, abbastanza noto in Mesagne per il suo romanzo "Lo spettro - L'antica leggenda mesagnese della Signura Leta". Egli, con questa sua ultima "fatica" letteraria ha inteso ricordare la figura di Gregorio Missere o Messere, che nacque proprio a Torre Santa Susanna nel 1636, ma che visse e morì a Napoli nel 1708. Sacerdote che fu accusato ingiustamente di un orribile delitto, durante la detenzione nelle carceri di pertinenza del Vescovo di Oria, approfondì gli studi sulla lingua greca, tanto da diventarne presto padrone, pur essendo in quegli anni, il greco antico, una lingua morta e dimenticata.
Scagionato dall'accusa che gli era stata mossa, abbandonò il suo paese e si portò nella capitale del Viceregno di Napoli, dove si distinse negli ambienti culturali dell'epoca e dove fu nominato professore presso la nuova cattedra di greco della Università partenopea, che fu fondata nel 1681. Grazie ai suoi insegnamenti rinnovò del tutto la cultura meridionale in cui, a fronte del gusto barocco che aveva imperato sino ad allora, si impose una nuova tendenza alla riscoperta del classicismo e del senso dell'equilibrio sulle cui basi si sviluppò nel Settecento l'illuminismo napoletano. Gregorio Messere fu maestro di grandi personalità, quali, tra i tanti, Gianvincenzo Gravina, Gregorio Caloprese, Niccolò Capasso e Giambattista Vico. Fece parte dell'Arcadia e fu grande poeta, tanto da essere annoverato tra i venti intellettuali più importanti di Napoli che furono chiamati dal Viceré a costituire "l'Accademia Palatina", una autorevole istituzione che si dimostrò fondamentale per il rinnovamento di tutta la cultura meridionale a cavallo tra Sei e Settecento.
La nonna materna di Gregorio Messere, Bradamante, era sorella di Cataldo Antonio Mannarino, anche lui noto poeta tarantino, ma mesagnese di adozione, che fu autore di alcune opere tra cui "Glorie di guerrieri e d'amanti", "Il pastor costante" e la celebre "Storia di Mesagne", famosa anche per la pianta della città a forma di cuore ivi contenuta. Erroneamente il Profilo ritenne Bradamante la madre del Messere, mentre Epifanio Ferdinando il giovane, nella sua opera inedita "Storia delle famiglie mesagnesi" chiarisce essere stata la nonna materna. Il volume del Trinchera si compone di tre parti: la prima è quella in cui viene narrata la biografia ed il pensiero di Gregorio Messere; la seconda, quella che contiene l'opera omnia del poeta che l'Autore è riuscito a ricostruire attraverso una puntuale ricerca negli archivi e in biblioteche nazionali ed internazionali e la terza quella in cui viene ricostruito il processo cui Gregorio Messere venne sottoposto per essere stato accusato di un delitto. Un volume importante che finalmente fa luce su uno dei più grandi intellettuali salentini.
La presentazione del 28 novembre vedrà la presenza del prof. Mario Spedicato, docente presso la Università del Salento e Presidente della sezione di Lecce della Società di Storia Patria per la Puglia e del prof. Luigi Neglia, della Società di Storia Patria per la Puglia- sezione di Oria. Il sindaco dott. Michele Saccomanno e la Delegata alla Cultura precederanno le relazioni degli studiosi, mentre l'Autore chiuderà l'incontro. Ci saranno letture di alcuni brani da parte dell'attore e regista Gino Cesaria, mentre la serata sarà moderata dal prof. Antonio Fazzi.
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