Mesagne. Inizia la "Fase 2" per il riconoscimento della via Appia Antica, la Regina Viarum
Conclusa la “fase uno” della candidatura del sito «Via Appia. Regina viarum» per l'iscrizione nella lista del patrimonio mondiale Unesco adesso si è passati all’iter amministrativo che si concluderà con l’invio del dossier a Parigi, presso la sede Unesco. Successivamente prenderà avvio la seconda fase del progetto che prevede la visita in loco degli ispettori che dovranno valutare se i tratti di strada rinvenuti in questi anni sono effettivamente da ascrivere alla Regina viarum oppure si tratta di propaggini dell’antica via consolare. Pensiero che, per la verità, per quanto riguarda il territorio di Mesagne sono ormai in pochi a propendere.
Pertanto il 2023 sarà un anno ricco culturalmente poiché in provincia di Brindisi sono diverse le comunità locali che dovranno promuovere, culturalmente e turisticamente, l’unicum stradale. Oltre a Brindisi, Mesagne, Oria e Francavilla Fontana ci sono anche i Comuni di Fasano, Ostuni e Carovigno interessati per il tratto dell’antica via Traiana. La Regina viarum era una sorta di “autostrada consolare” che, dopo 900 chilometri, congiungeva Roma con Brindisi e rappresentava non solo il prototipo del sistema viario romano, ma anche simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell'Oriente e dell'Africa. Oggi la riscoperta dell’antico tracciato della via Appia, l’unico visibile in provincia di Brindisi è quello in territorio di Mesagne, sarà un volano di sviluppo turistico internazionale come peraltro è stato notato dall’interesse di media specializzati di carattere nazionale e internazionale, come la National Geographic e Il Giornale dell’Arte di Torino, solo per citarne alcuni. Intanto l’attività di ricerca a Muro Tenente, l’agro in cui è stato rinvenuto l’antico tracciato, non si è fermata. Proseguono, infatti, gli scavi e gli studi sotto la direzione scientifica del prof. Gert Burgers e del referente del parco archeologico, Christian Napolitano e l’equipe della cooperativa Impact di Latiano.
Gli scavi e gli studi stratigrafici eseguiti nei giorni scorsi, sotto gli occhi vigili della Soprintendenza, hanno confermato quanto già scoperto precedentemente. Ossia che il manufatto è un tratto di strada glareata, costituita da pietre di piccolo pezzame compattate tra loro blocchi lapidei parallelepipedi, uniti uno di fila all’altro a formare un cordolo continuo leggermente rialzato rispetto al piano viario vero e proprio, con la principale funzione di contenere lateralmente il corpo stradale, tra i migliori rinvenuti fino adesso. Ha una larghezza di oltre cinque metri ed è inquadrabile nel II secolo a. C.. Intanto, il sindaco Matarrelli e il consulente ai beni storici, Mimmo Stella, sono consapevoli che il sito di Muro Tenente è un gioiello ancora tutto da scoprire e da leggere storicamente. Ecco perché hanno espropriato altri 45mila metri quadrati di terreno agricolo poiché certi di offrire altre tessere inedite al mosaico, ben più ampio, per la ricostruzione storica di questo incantevole luogo.
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