SALUTE MENTALE E TERRITORIO: QUANTA RIABILITAZIONE C’È?
Quale riabilitazione sociale delle persone con sofferenza psichica?
La riabilitazione Psicosociale è un processo di soluzioni dei problemi e di educazione sociale con la finalità di raggiungere la persona sofferente nel miglior livello di vita possibile sul piano sia fisico che sociale ed emozionale.
Oggi purtroppo non è sufficiente l’assistenza che viene messa in campo per le persone con sofferenza psichica; partendo dal concetto di interazione sociale, questo può definire una nuova ripresa per la persona che si lascia alle spalle una condizione patologica familiare e conquista una nuova condizione primaria e fisiologica. Affinché tutto ciò avvenga, è necessario che le persone con sofferenza psichica siano sostenute e non abbandonate o emarginate ma, coinvolte in un contesto più vivo dell’organizzazione sociale. I territori si devono arricchire di un sostegno ai familiari perché essi non rimangono chiusi nel loro dramma e non giochino il ruolo di mendicanti d’aiuto.
Occorre alleviare il loro peso: così facendo si ottengono effetti positivi anche sulla persona sofferente. Il sostegno alle famiglie è necessario per svariate ragioni: per ridurre le ricadute della persona, per una guida corretta all’interpretazioni dei sintomi e dei comportamenti, per migliorare la qualità della vita nell’ambito familiare, per aumentare la stabilità emozionale dell’ambiente familiare, per migliorare la capacità dei singoli familiari ad interagire, per fare in modo che i familiari diventino soggetti positivi nel processo di riabilitazione sociale della persona. Ma la condizione della riabilitazione sociale si ottiene, principalmente, quando nel territorio – che è il luogo di tutti i Cittadini- vengono realizzati interventi progettuali dei singoli soggetti e servizi di riabilitazione psicosociale per la tutela della salute mentale.
Pronunciando le parole dell’OMS: “per Riabilitazione” si intende” l’insieme di interventi che mirano allo sviluppo di una persona al suo più alto potenziale sotto il profilo fisico, psicologico, sociale, occupazionale ed educativo, in relazione al suo deficit fisiologico o anatomico ed all’ambiente”.
Dott. Gino Stasi
Coordinatore ed Educatore DOMUS ADA
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