La visita a Mesagne di Vittorio Sgarbi alla mostra di “Caravaggio e il suo tempo – tra naturalismo e classicismo”

Agosto 04, 2023 730

La visita a Mesagne di Vittorio Sgarbi, critico d’arte, docente e sottosegretario del ministero della Cultura, alla mostra di “Caravaggio e il suo tempo – tra naturalismo e classicismo” ha confermato l’alto valore artistico della rassegna. Positivo il giudizio sulla mostra e sul suo allestimento curata da Pierluigi Carofano in collaborazione con Tamara Cini. Un progetto della Rete di imprese Micexperience, rappresentata dall’imprenditore Pierangelo Argentieri, e patrocinato dalla Regione Puglia e dal Comune di Mesagne. Sgarbi era in compagnia di Al Bano che lo ha accompagnato in questa kermesse d’arte e di musica. Già, perché nella piazza d’armi del castello Normanno-Svevo era in corso un concerto cabarettistico e musicale di Antonello Vannucci cui si sono uniti i due ospiti d’eccezione che hanno cantato insieme al pubblico presente il brano “Nel sole”. Per ciò che riguarda la mostra l’onorevole Sgarbi ha avuto parole di elogio. Le stesse che ha rivolto all’artista Caravaggio, sottolineando che in Puglia non vi sono opere del pittore lombardo.sgarbi_con_pierangelo_argentieri_e_marco_calò_3.jpg

Dire che Sgarbi ha incantato i presenti è dir poco. Chi si aspettava qualche “sgarbata” delle sue è rimasto deluso. Il sottosegretario, infatti, ha rispettato in pieno il suo ruolo istituzionale. È arrivato in piazza Orsini del Balzo, il salotto Barocco della città, alle ore 21,15 e subito ha voluto parlare ai presenti in una “lectio magistralis” sul Caravaggio. Piazza Orsini, quindi, si è trasformata in una enorme aula affollata da persone appassionate giunte da tutta la Puglia. Il professor Sgarbi ha tenuto una vera e propria lezione “sgarbiana”, alla sua maniera. È partito subito a parlare del Caravaggio che ha definito “il primo fotografo della storia, il pittore della realtà in assoluto” ed ha spaziato dalla letteratura alla storia per poi ritornare all’arte per incantare il pubblico composto da “studenti” improvvisati. “Il Caravaggio – ha spiegato il critico - ha insegnato a fermare su tela la realtà, una realtà povera. Lui ha dipinto gli uomini della strada. Ha dipinto a Milano come a Roma, dove ha fermato su tela i ragazzi di strada, i ragazzi di vita, con un’aria di disponibilità sessuale. È il primo tempo del Caravaggio. Prima di lui si erano dipinti solo santi e madonne. Invece i dipinti del Caravaggio sono i ragazzi di strada, i musici, i suonatori di iuto, ragazzi che stanno insieme in un divertimento erotico”.sgarbi_con_pierangelo_argentieri_e_marco_calò_2.jpg

Sgarbi ha, inoltre, definito Caravaggio come “il più moderno dei pittori antichi. Un artista che non ha avuto paura di vedere la realtà”. Nei primi anni del XVII secolo Caravaggio è chiamato a dipingere nelle chiese. Nel 1605, infatti, inizia a dipingere i “suoi” poveri che diventano santi ottenendo un enorme successo ecclesiale. Almeno fino a quando dipinge una Madonna cui da il volto e la fisionomia di una prostituta trovata morta nel Tevere. “Un dipinto potente, ma cattivo che la Chiesa respinge”, ha spiegato l’esperto sottolineando che in quel tempo arrivavano a Roma pittori da tutta Europa per vedere i dipinti del Caravaggio, questo nuovo modo di dipingere. Nessun pittore prima di lui aveva dipinto la realtà di strada nelle Chiese. Tuttavia, in quegli anni per questo suo modo di interpretare la realtà viene etichettato come il “pittore maledetto, ma attento alla malattia, al male, alla morte. Temi che rendono le sue opere al pari di un sinistro stradale. Una realtà dei fatti mai vista prima”. Ma torniamo a Mesagne e cosa vuol dire allestire una mostra in un territorio mai sfiorato dall’artista lombardo. “Vuol dire che Caravaggio è un pittore universale che vale ovunque – ha concluso Sgarbi – non è un pittore antico, ma moderno, è un pittore di ogni luogo. Di Milano come di Mesagne”.

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Ultima modifica il Venerdì, 04 Agosto 2023 08:47