Quando teologia e biologia dialogano

Mario prof Castellana Agosto 30, 2024 470

 Uno dei temi lasciatici in eredità dalla Modernità è stato quello dei rapporti tra scienza e fede, o meglio il confronto fra il sapere scientifico e quello derivato dall’esperienza di fede che in seguito al ‘caso Galileo’ ha assunto risvolti drammatici col cadere in posizioni conflittuali; ma i primi decenni del XXI secolo vedono il pensiero filosofico-scientifico che, pur impegnato in primo luogo su vari livelli a far fronte a diverse e inedite sfide per loro natura sempre più planetarie, lo stanno mettendo all’ordine del giorno anche perché è stato  ritenuto cruciale da diverse figure del ‘900, a partire da figure di scienziati-filosofi come Max Planck, Albert Einstein,  Pierre Teilhard de Chardin, Stefan J. Gould sino a Giovanni Paolo II, il cui papato, sulla scia delle indicazioni del Concilio Vaticano II, è stato caratterizzato, com’è noto, dalla sostanziale riabilitazione dello scienziato pisano. Ed in tale contesto, caratterizzato dalla presenza per lo più di fisici, viene ad inserirsi l’originale lavoro, definito ‘molto ricco e felicemente interdisciplinare’ dal compianto giornalista scientifico Pietro Greco, del biochimico Angelo Vianello Sapere e fede: un confronto credibile. Per un dialogo possibile tra biologia e teologia (Udine, Forum Edizioni, 20182) con la prefazione di Federico Vercellone e la postfazione di Alessandro Minelli che ne hanno illustrato alcuni salienti aspetti.

Autore di altri importanti lavori riguardanti l’evoluzione della vita, la biodiversità, l’altruismo e le sfide dell’Antropocene,  Angelo Vianello, da savant o scienziato a lavoro ed engagé anche sul terreno della divulgazione scientifica, ci offre un non comune percorso storico-epistemologico caratterizzato da una parte da una presa di coscienza veritativa del continente scienza; i suoi interessi vertono   in particolar modo sul composito universo delle scienze della vita, anche grazie ad una piena metabolizzazione dei risultati raggiunti nell’ambito del pensiero complesso, da una parte e dall’altra dalla presa in carica di alcune proposte di teologi come Hans Küng e Jürgen Moltmann. Non a caso, grazie all’esperienza maturata attraverso lo studio dell’evoluzione dell’uomo, ci offre una lettura particolarmente interessante della Teologia della speranza di questo teologo col fare sue anche alcune indicazioni espresse in Scienza e sapienza, che gli hanno permesso di guardare al mondo della fede da diverse prospettive aperte al confronto critico con altri saperi al fine di “salvare l’esperienza umana e, più in generale, la biosfera”. Armato di questa doppia consapevolezza epistemica ci viene così offerto  un percorso teso al confronto  con i due ‘pilastri del tempo’, cioè scienza e fede come li chiamava S. Gould;  l’obiettivo insieme teoretico-esistenziale è quello di “trovare   delle sintesi che possono facilitare, sul piano culturale, il rispetto delle reciproche diversità”, anche perché come già Galileo aveva diagnosticato, e poi ribadito da Giovanni Paolo II, non ci può essere conflitto tra due verità, ma esso si verifica quando si propongono   false e fuorvianti interpretazioni di entrambe, come storicamente è avvenuto ed avviene spesso per motivi ideologici.

Ma è da tenere presente, per capire meglio il percorso di Angelo Vianello, che le scienze della vita, a differenza della fisica che ha dovuto, per affermarsi come sapere autonomo, portare avanti una contestuale e difficile ‘filosofica militia’ come la chiamavano Federico Cesi e lo stesso Galileo, si sono  sviluppatesi nella seconda metà dell’Ottocento da Darwin e Bernard a Mendel e Pasteur quando il sapere scientifico si era ben consolidato con le sue specifiche ‘ragioni’;  e per questo  i maggiori protagonisti  non si sono particolarmente impegnati sul terreno epistemologico per chiarirne le modalità d’essere, operazione sempre necessaria per evitare false interpretazioni, il che è avvenuto spesso, com’è noto, per la teoria dell’evoluzione. Mentre i fisici alle prese con altri radicali cambiamenti hanno continuato nel corso del primo Novecento a produrre una ricca mole di dibattiti sulla natura del reale fisico, in campo biologico, se si escludono gli importanti contributi di Teilhard de Chardin, S.  Gould, Ernst Mayr e Jean Piaget, non si è verificata una cosa del genere e si è dovuto aspettare la riflessione prodotta dal pensiero complesso che non a caso si è nutrito in particolar modo dei contenuti veritativi impliciti nell’universo delle scienze del vivente.

Tutto ciò ha determinato sino a qualche decennio fa la mancanza di un ‘dialogo’ costruttivo da parte di questo ambito del pensiero scientifico con il sapere teologico data anche la  complessità delle scienze della vita, su cui aveva attirato già l’attenzione Giovanni Paolo II nei due discorsi sulla teoria dell’evoluzione con l’insistere sulla necessità da parte degli stessi protagonisti di affrontarne le relative questioni metodologiche e le implicazioni teologico-filosofiche per capire le ‘origini’ e le stesse ‘ragioni della vita’, questioni oggi sempre più al centro dell’attenzione. Ed è questo uno degli obiettivi e dei meriti non secondari del percorso di Angelo Vianello che, ponendosi sulla  scia di tali indicazioni come anche sui lavori più recenti di  Christian de Duve,  Stuart Kauffmann,  Fiorenzo Facchini, Francisco Ayala, Francis Collins, Giuseppe Tanzella-Nitti e  Mauro Ceruti, si impegna quasi in una rinnovata ‘filosofica milizia’, tesa da una parte a fare emergere gli intrinseci valori veritativi  delle scienze del vivente e dall’altra, grazie ad esse, a ridare all’esperienza di fede un  rafforzato dinamismo escatologico col fare sue proficuamente  le proposte di Teilhard de Chardin e di Moltmann; ne emerge un solido quadro epistemologico-ermeneutico per gettare le basi di ‘un confronto credibile’, di una ‘dialogo possibile tra biologia e teologia’, ritenuto sempre più ‘ineludibile’ anche perché, come spesso viene ribadito, trova le sue ragioni d’essere nelle “fondamenta nella libertà di pensiero, intesa come la più grande risorsa dell’uomo”.

E come uomo di scienza che ha studiato l’evoluzione dell’uomo, le ‘nostre lontane origini’, ‘le principali tappe dell’Homo sapiens’, ‘l’enigma dell’aggressività’, ‘la sfida ambientale’, Angelo Vianello ci avverte che porre sul terreno più giusto l’auspicata sintesi tra il sapere scientifico ed il sapere della fede, oltre a costruire insieme una più “concezione laica della società”, è un percorso più aperto a diverse possibilità come “aprire a scenari di speranza utili a orientarci nell’agire di ogni giorno e a costruire un futuro che renda possibile la sopravvivenza  di questa nostra fragile esperienza terrena”. E come scienziato al lavoro ha messo in pratica in modo proficuo quella magistrale ‘sintesi’, esposta nei suoi numerosi scritti  a partire da Il fenomeno umano, di Teilhard de Chardin che ha sempre insistito  sul fatto che se le verità scientifiche vengono ben comprese, sono il nutrimento stesso dell’uomo di fede; tale approccio, grazie all’immersione nei dibattiti epistemologici e teologici odierni, poi lo ha portato ad una diversa lettura dei rispettivi contenuti veritativi   e più attenta alla loro autonomia insieme con la coscienza teoretica del fatto che, quando scienza e fede si incontrano e dialogano in modo costruttivo, si arricchiscono entrambe di nuovi orizzonti cognitivo-esistenziali oggi più che mai necessari in un mondo  globalizzato le cui dinamiche  richiedono piani di interventi non più sorretti da logiche unidimensionali ma interdipendenti per le diverse sfide che ci attendono.

 Alla luce di tali indicazioni,  Sapere e fede, oltre ad analizzare diversi punti di vista emersi nel variegato universo delle scienze biologiche sempre più bisognose di approfondimenti storico-epistemologici data la dimensione planetaria dei problemi affrontati, è un testo molto ricco di idee finalizzate a creare le basi di una impalcatura concettuale in grado di rendere sempre più “fecondo” il dialogo tra teologia e biologia; esso ‘fa tesoro’ nel senso biblico del termine dello “scenario che emerge dal ‘dibattito alla tavola alta dell’evoluzionismo’” senza cadere in posizioni naturalistiche grazie al fatto che, ormai nel regno del vivente e dell’universo stesso, la storia della vita è concepita  “come una storia di possibilità per esplorare ciò che Kauffman definisce ‘l’adiacente possibile’” dove vengono a giocare un ruolo  strategico  la contingenza e la causalità come ben analizzato da Gould e in Origini di storie  da parte di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti. In tal modo  Angelo Vianello non cade in un facile sincretismo o concordismo, già definito da Giovanni Paolo una vera e propria ‘insidia epistemologica’, in quanto fa suo in modo programmatico il punto di vista  espresso dallo stesso Gould che riteneva la vita piena di diverse potenzialità ed emergenze continue, tale da non dover ‘essere  abbracciata sotto un’unica prospettiva’ con il conseguente e necessario essere non un ‘relativista’ nei confronti della verità, ma ‘un pluralista’ nei confronti di questo reale.

Angelo Vianello  ci consegna  questo suo percorso con una ulteriore indicazione, che gli proviene dal  lungo peregrinare nei tortuosi sentieri dell’evoluzione umana, contrassegnata come diceva Teillhard de Chardin sì da continui  ‘strazi’  ma forieri di nuove possibilità, dove è ritenuta essere stata strategica e lo è tuttora la cooperazione tra gli esseri viventi; e questo percorso, che si nutre anche dell’apporto di esperienze poetiche come quella di Mario Luzi, viene arricchito dall’invito di Moltmann  a “contrastare il cinismo dell’annientamento della vita, oggi diffuso nel nostro mondo”, a non “trascurare la sofferenza della natura” e a dare il dovuto ascolto al “gemito della creazione oppressa”  per lottare “per un futuro comune”, condizione indispensabile per la “possibilità di nuova nascita dell’umanità“, proposta condivisa sulla scia delle indicazioni di Ernesto Balducci e di Mauro Ceruti.

Prof. Mario Castellana
già Docente di Filosofia della scienza, Univ. del Salento
Direttore Collana Intern. 'Pensée des sciences', Pensa Multimedia, Lecce

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Ultima modifica il Venerdì, 30 Agosto 2024 07:55