Redazione
Un ingegnere aerospaziale di Mesagne appassionato di foto tanto che una sua “opera”, di oltre due metri di altezza, è esposta presso la mostra fotografica “Open Air”, inaugurata a Bari in occasione del G 20. Si tratta dell’ingegnere Marco Falcone appassionato di fotografia fin dai 6 anni di età. La mostra, con gli scatti più belli della Puglia, è stata allestita in collaborazione con Phest sul lungomare Imperatore Augusto di Bari ed è visitabile sino al 31 agosto 2021. Gli scatti sono stati la coreografia che ha accolto gli ospiti del G20. Marco Falcone, appassionato di fotografia fin da 6 anni, scopri questa sua passione quando trovò nell’armadio del padre una reflex custodita con cura.
“Volevo giocare a fare il grande – dice Marco -. Solo i grandi, infatti, potevano usare le macchine fotografiche durante le feste e gli eventi. Il secondo ricordo mi riporta nei numerosi pomeriggi trascorsi nello studio fotografico di alcuni amici di famiglia, dove ammiravo con un pizzico di invidia il loro meticoloso operare in quello che a me sembrava un vero e proprio laboratorio di magia”. Ripercorrendo, poi, i diversi momenti della sua crescita ed i vari eventi che lo vedevano protagonista comprese quanto il supporto di amici e familiari, e di chi lo conosceva davvero, fosse l’humus del suo hobby. Così, durante la prima comunione, la cresima, il 18esimo e laurea Marco ha sempre ricevuto regali collegati con il mondo della fotografia.
“Innamorato della mia terra, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Aerospaziale presso l’università degli Studi di Pisa e condotto una tesi specialistica proprio sullo studio di un drone, ho deciso di fare ritorno in Puglia per provare a reinvestire le mie esperienze sul territorio”, ha ricordato l’esperto. E con il suo drone è stato protagonista di alcuni bellissimi scatti che ha fatto questo inverno e in primavera regalando ai suoi concittadini delle riprese dall’alto di Mesagne davvero fantastiche. Infatti, Marco Falcone sulla sua pagina Instragram (marcofalconephotography) cerca di raccontare attraverso le immagini la Puglia facendo confluire in essa la passione per la fotografia, la conoscenza del mondo dell’aeronautica e l’amore per la sua terra.
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La squadra del C.T. “Dino De Guido” di Mesagne, domenica 11 luglio alle ore 10.00, affronterà il C.T. Palermo, nell’incontro di ritorno dei playout per la conquista della permanenza in serie B2. Sui campi in terra rossa del circolo mesagnese, i tennisti gialloblù dovranno compiere una impresa oltremodo difficile dopo la sconfitta nell’incontro di andata a Palermo per 4-2.
Dovranno, infatti, vincere in casa con il punteggio di 5-1; qualora vincessero con il punteggio di 4-2, il doppio di spareggio sarebbe determinante ai fini del risultato conclusivo.
Dopo un campionato tutto sommato positivo per essere una matricola nella serie B2, con qualche legittima recriminazione, la squadra del C.T. “Dino De Guido” non lascerà nulla di intentato, ben conoscendo le proprie possibilità, e con generosità e impegno, darà fondo a tutte le sue risorse tecniche e agonistiche.
A tutto questo, domenica 11 luglio, si unirà l’appassionato supporto della folta schiera di sostenitori mesagnesi che dovranno rappresentare una pedina importante per il raggiungimento del sospirato obiettivo salvezza.
Al termine della prima partita dell’incontro con il C.T. Palermo, avrà luogo la cerimonia di consegna della terza borsa di studio “Alberto Guarini” ad un allievo della SAT 2020-2021; un premio istituito nel 2019 consistente nel finanziare annualmente la partecipazione ad uno stage di addestramento presso un centro estivo nazionale della Fit per un allievo della Scuola Addestramento Tennis del C.T. “Dino De Guido”, distintosi per i risultati tecnici e comportamentali.
Con questa borsa di studio si intende perpetuare il ricordo del giovane Alberto Guarini, socio del sodalizio mesagnese, tragicamente e prematuramente scomparso, vittima della tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
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Bruno: “Fondamentale l’investimento di Snam a Torre Rossa
“Questa mattina ho avuto modo di confrontarmi con il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, sulla possibilità che la società Snam rete gas possa investire fondi propri per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria a servizio dei residenti di Torre Rossa nella frazione di Tuturano a Brindisi.
È sicuramente apprezzabile la volontà della società Snam di andare incontro alla situazione di disagio che gli abitanti di quella contrada vivono da qualche decennio come, peraltro, tutti i brindisini residenti in contrade oggetto di variante di recupero.
Consideriamo, oltretutto, fondamentale che le risorse che Snam intenderà finalizzare alla realizzazione di queste opere siano aggiuntive ai fondi previsti da destinare ai comuni del Salento interessati dal passaggio sul proprio territorio del gasdotto Tap/Snam.
Allo stesso modo riteniamo pacifico che la realizzazione di queste opere non debba interferire sul monitoraggio che sta compiendo il Comune di Brindisi e sugli approfondimenti che Arpa Puglia sta eseguendo a seguito di un problema, sollevato dagli stessi residenti, di assetto idrogeologico proprio sulle aree coincidenti con la contrada di Torre Rossa.
Al netto di quanto premesso sarebbe auspicabile che, così come già annunciato dal Sindaco di Brindisi in Commissione consiliare regionale, la Snam proceda a presentare una proposta progettuale per le opere che intende realizzare in modo tale da attivare le normali procedure autorizzative previste per interventi di urbanizzazione primaria e secondaria e definire il prima possibile un cronoprogramma.
Credo che questo percorso rappresenti l’unica soluzione affinché i residenti di Torre Rossa possano vedere realizzate le opere di cui hanno bisogno in tempi certi”.
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Mesagne. Venerdì Jazz & wine da Giudamino Cantina con Gaia Rollo
Venerdì 09 Luglio secondo appuntamento con la rassegna JAZZ da GIUDAMINO CANTINA dei fratelli DIPIETRANGELO.
Gaia Rollo trio, con gaia rollo alla voce, stefano pellegrino al pianoforte, Giuseppe Pignatelli al contrabbasso.
Il repertorio del gruppo va dal jazz classico al contemporaneo, dallo swing alla bossa,
gaia rollo studia a monopoli canto jazz e pur essendo molto giovane ha una grande esperienza e un grande gusto musicale oltre che una voce inconfondibile; stefano pellegrino ormai da oltre 35 anni suona jazz, Pignatelli è un giovane e talentuoso contrabbassista di matera.
Vi aspettiamo nel fantastico Centro Storico di Mesagne nel giardino delle Clarisse di Giudamino Cantina in Piazza Commestibili.
Mainpartner della serata L’ Azienda Vinicola CANTELE di Guagnano
Start ore 21:00
Info 3296605271, 3480585210
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"Microchip Day" a Mesagne
Sono 68 i microchip applicati nei giorni scorsi ai cani di cittadini residenti nel Comune di Mesagne per l’identificazione e iscrizione all’Anagrafe canina regionale. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale, l’associazione “Gli Amici di Snoopy” e il Servizio Veterinario area A del Distretto di Mesagne.
L’input è arrivato dal dottor Maurizio Marra, Medico Veterinario del Siav A e responsabile del Servizio ricadente nel Distretto di Mesagne, che si è accordato con il sindaco del Comune di Mesagne, Antonio Matarrelli, per promuovere l’evento. Il “Microchip Day", realizzato con costi a carico del Comune, si è tenuto il primo luglio nell’ambulatorio Asl, con il coordinamento del dottor Pietro Zizzi, Medico Veterinario responsabile del Randagismo. Hanno collaborato fattivamente all’iniziativa anche i componenti dell’associazione "Gli Amici di Snoopy”.
“L’iniziativa - dice Zizzi - rientra in quelle attività da mettere in campo per arginare il fenomeno del randagismo e andrebbe promossa in tutti i Comuni della provincia. Nonostante si tratti di un servizio che la Asl offre ai proprietari di cani con il solo costo del microchip, non tutti probabilmente percepiscono ancora oggi l’importanza di uno strumento di identificazione dei nostri amici animali”.
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Siccità, Amati: “Acqua finisce perché non manuteniamo dighe e buttiamo a mare la metà. Chiudiamo il libro dei sogni”
“Ogni estate, puntualmente, viene sollevata la questione della Puglia sitibonda, e si riesumano programmi avvincenti e più o meno fattibili. Fatto sta che nel frattempo non ci occupiamo di manutenere le dighe, a mezzo servizio e con finanziamenti già disponibili, di mettere in funzione la diga Pappadai abbandonata e di rischiare grosso senza il raddoppio della canna del Sinni. E con un doveroso accenno alla Pavoncelli bis, completata e non ancora attivata, il quadro è quasi completo per chiedersi: è possibile sognare restando però con gli occhi aperti? È chiaro o no che servono qui e ora le opere di manutenzione degli schemi esistenti? È noto che se non ci applichiamo sulla strada tracciata dalle Giunte regionali 2000-2015, cioè sull’accordo unitario tra le regioni meridionali, non si riuscirà a concludere mai nulla?”
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Ci sono cinque dighe pugliesi e lucane ammalorate e la mancanza di interventi di manutenzione costringe a buttare a mare un potenziale di acqua pari a circa 316 milioni di metri cubi, nonostante vi siano a disposizione 12,5 milioni di euro per fare i lavori.
Nel dettaglio. Diga di Conza della Campania: massimo invaso 61,81 milioni di metri cubi d’acqua; invaso autorizzato 45,50 milioni; si sprecano, quindi, un potenziale di 16,31 milioni di metri cubi l’anno, nonostante un finanziamento per manutenzione di 2 milioni di euro.
Diga Saetta: massimo invaso 3,48 milioni di metri cubi; invaso autorizzato 2,53 milioni; si sprecano, quindi, un potenziale di 0,95 milioni di metri cubi, nonostante un finanziamento per manutenzione di 2,5 milioni di euro.
Diga del Locone: massimo invaso 118,47 milioni di metri cubi d’acqua; invaso autorizzato 57,00 milioni; si sprecano, quindi, un potenziale di 61,47 milioni di metri cubi, nonostante un finanziamento per manutenzione di 1,5 milioni di euro.
Diga del Pertusillo: massimo invaso 155,00 milioni di metri cubi d’acqua; invaso autorizzato 104,72 milioni; si sprecano, quindi, un potenziale di 50,28 milioni di metri cubi, nonostante un finanziamento per manutenzione di 1,5 milioni di euro.
Diga di Monte Cotugno: massimo invaso 480,70 milioni di metri cubi d’acqua; invaso autorizzato 285,70 milioni; si sprecano, quindi, un potenziale di 195 milioni di metri cubi, nonostante un finanziamento per manutenzione di 5 milioni di euro.
Passando poi alla diga Pappadai, una straordinaria opera idraulica abbandonata e quindi mai utilizzata. Se vi fosse impegno e determinazione si potrebbe, nel giro di qualche mese, destinarla a uso potabile e irriguo, convogliare le acque del Sinni e integrare la provvista d’acqua per le province di Taranto, Brindisi e Lecce. E invece ci dilunghiamo tra il programma, abbandonato, di servire con acqua ultra affinata l’ILVA, così da destinare alla diga Pappadai i 500 litri al secondo risparmiati, e il fiume di parole attorno a un programma di dissalazione che non parte mai. E attorno a questo argomento c’è la novità, ma di questo parlerò in modo più approfondito, della traversa del Sarmento, ormai riparata, dalla quale la Puglia avrebbe il diritto di ricevere una gran quantità d’acqua che invece finisce in mare.
Altro argomento: la Puglia prende acqua dalla Basilicata attraverso la canna del Sinni, la quale è gravemente ammalorata e potrebbe rompersi da un momento all’altro, lasciando così la Puglia e la Basilicata senz’acqua. Serve realizzare al più presto la seconda canna per garantirsi la funzionalità alternativa nei periodi di manutenzione. Ma purtroppo nessuna notizia in proposito né finanziamenti, per cui non restano che gli scongiuri per chi crede ai riti magici.
E infine ma non per importanza, la Pavoncelli bis. Grande opera portata a termine con imponenti fatiche, ma che non entra in esercizio per questioni politico-burocratiche tra Campania, Puglia e AQP. Insomma, un fatto di carte da mettere a posto e demagogie da riportare a ragione, per assicurare l’erogazione in sicurezza e senza sperperi della risorsa idrica di cui già disponiamo. Ebbene, nulla di fatto da mesi, senza che si vedano spinte politiche e amministrative forti per cambiare rapidamente il corso degli eventi. E pensare che c’è qualcuno che propone di costruire un nuovo acquedotto alimentato dalle acque abruzzesi e molisane, probabilmente ignaro che la Pavoncelli bis non parte perché non si riesce a mettere pace tra Campania e Puglia per una questione ben più marginale.
Ci sono anche questi motivi molto umani, purtroppo, per cui arriva alle stelle l’afa della Puglia sitibonda”.
Torre S. S.: le masserie della mafia come incubatrici sociali
Il grande progetto del Gus, Gruppo Umana Solidarietà, per un bene confiscato alle mafie Trasformare la masseria di Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, in un incubatore sociale che favorisca la creazione di auto imprenditorialità e insegni a fare impresa. Questa la mission dell’associazione nazionale, che da oltre trent’anni progetta e realizza interventi di solidarietà sociale promuovendo la tutela e la valorizzazione del territorio. Una grande responsabilità per l’Organizzazione, che chiama a raccolta forze pubbliche e private per dare vita a un’eccezionale opportunità per la rinascita e il riscatto dell’intera comunità. Agricoltura sociale, turismo esperienziale e formazione per il recupero di antichi mestieri: questi i punti cardine su cui si fonda la proposta progettuale presentata dal Gus all’amministrazione comunale di Torre Santa Susanna in provincia di Brindisi, per la rinascita della masseria situata in contrada Pezza viva e condivisa in pieno dal sindaco, l’On. Michele Saccomanno. Una grande operazione etica e culturale per la cui riuscita tutta la comunità deve scendere in campo e mettersi in gioco. La prima azione è stata quella del sindaco che, in qualità di rappresentante del Comune, ha presentato una propedeutica richiesta di finanziamento alla regione Puglia, che consentirà la messa in opera della masseria entro l’estate del 2022. Ma per una vera e propria rinascita economica e sociale della proprietà - che consta di un immobile risalente al XVI secolo immerso in 60 ettari di terreno con uliveti, campi di grano e annessi fabbricati rurali, (l’ultima fetta - la più grossa- di un latifondo diviso tra i Comuni di San Pancrazio, Mesagne e Oria, per anni simbolo del potere del clan dei Bruno), è necessario attivare un circuito virtuoso che coinvolga anche soggetti ed enti privati in grado di sostenere il recupero dell’area.
Il successo dell’operazione sarà rendere il luogo attrattivo e, soprattutto, remunerativo, grazie ad azioni di impresa sociale, a cui è ormai riconosciuta una sempre maggiore rilevanza come modello imprenditoriale “umano”: l’intrapresa di singoli e di organizzazioni private genera infatti particolari anticorpi per contrastare da una parte le diseguaglianze e dall’altra per costruire obiettivi di sviluppo equilibrato, di crescita civile e di attenzione ai cittadini più fragili che la nostra società fa molta fatica a raggiungere. Il futuro della masseria si chiama “La Torri in campo” “Il progetto con al centro il recupero della masseria – spiega Giuseppe Suriano, direttore generale del Gus - si chiama “La Torri in campo”, definizione che mette al centro il borgo (la parola Torri in dialetto locale indica Torre Santa Susanna) per sottolineare la mission dell’operazione: rilanciare l’intero territorio e il suo paese dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Trasformeremo l’antica struttura in un luogo di aggregazione e in un incubatore, fonte di attività e di occupazione per l’intera comunità, in particolar modo per i giovani in cerca di lavoro, per gli anziani, per i migranti e per i soggetti fragili che potranno frequentare corsi di formazione in tutti gli ambiti operativi, da cui trarre opportunità di lavoro legate alle proprie capacità di fare impresa. Lo scopo finale sarà quello di rendere redditive le varie attività perché crediamo fermamente che con la cultura, con il turismo e con tutto ciò che offre l’antica tradizione locale, si possa mangiare”. Particolare rilievo nel progetto assumeranno infatti il recupero dell’agricoltura come funzione sociale, l’offerta di laboratori artigianali per l’apprendimento e la valorizzazione dei saperi tradizionali, la creazione di una “Scuola di masseria” con percorsi educazione ambientale e alimentare rivolti alle scolaresche.
L’ospitalità a visitatori e viaggiatori in un’ala della struttura, rappresenterà inoltre quel valore aggiunto, che permetterà al territorio di avere ricadute economiche e di sviluppare nuove attività. Trasformati così in “residenti temporanei”, i turisti diverranno con il tempo ambasciatori e cantori del borgo. “La Torri in campo – conclude l’On. Michele Saccomanno – sarà una grandiosa opportunità per far scoprire il nostro paese, piccolo scrigno di rare bellezze, come il frantoio ipogeo, di realtà vive, come il Teatro comunale, e di vestigia antichissime, come San Pietro di Crepacore, il più bel monumento bizantino della regione. Mirabili espressioni di storia e di civiltà su cui costruire un nuovo stile di vita all’insegna della partecipazione attiva e della cultura dell’antimafia sociale”.
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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 7 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 5.770 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 49 casi positivi: 7 in provincia di Bari, 3 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 15 in provincia di Lecce, 18 in provincia di Taranto, 2 casi di residenti fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.
E’ stato registrato 1 decesso, in provincia di Lecce.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.714.846 test.
244.488 sono i pazienti guariti.
2.485 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 253.620 così suddivisi:
95.242 nella Provincia di Bari;
25.604 nella Provincia di Bat;
19.836 nella Provincia di Brindisi;
45.184 nella Provincia di Foggia;
27.033 nella Provincia di Lecce;
39.533 nella Provincia di Taranto;
816 attribuiti a residenti fuori regione;
372 provincia di residenza non nota.
Evade e ruba una bicicletta. Arrestato
Cellino San Marco. Evade dagli arresti domiciliari e ruba una biciletta, arrestato.
In Cellino San Marco, i Carabinieri della locale stazione, a conclusione degli accertamenti hanno proceduto all’arresto di un 34enne del luogo, già sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, per evasione e furto aggravato. In particolare, l’uomo è stato sorpreso alla guida di una bicicletta dallo stesso asportata poco prima che è stata recuperata e restituita alla vittima del furto. L’arrestato, al termine delle formalità di rito è stato rimesso in libertà su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ma riaccompagnato presso la propria abitazione per continuare l’espiazione della pena detentiva domiciliare cui era sottoposto.
Museo Ribezzo. Giocare con il giudizio universale
“Giocare con il Giudizio Universale”. Laboratorio ludico – didattico gratuito.