ha scatenato a Mesagne una querelle interna al Partito democratico. Sotto accusa la scelta del direttivo di svolgere le consultazioni nella sede del partito, in via Roma, e non in un luogo pubblico come era sempre accaduto nelle precedenti consultazioni. A farne le spese sarebbero stati gli elettori del governatore di Puglia, Michele Emiliano, che stanno perorando la protesta. Sull'episodio è partito un esposto al comitato regionale e provinciale del Pd. "Emiliano candidato ha molti amici a Mesagne ma, evidentemente, non il gruppo dirigente della locale sezione, che, per la sua straor-dinaria e apprezzata attività, an-novera poche decine di iscritti dopo aver governato per molti anni la città", hanno spiegato i supporter locali del presidente che hanno tenuto a precisare che "questo gruppo dirigente si conferma antidemocratico perché in difformità a quanto avvenuto in passato ed a quanto previsto dalle regole per i Comuni con una densità abitativa come Mesagne, ha richiesto ed ottenuto di svolgerle nella sezione del partito nel tentativo di limitarne l'adesione danneg-giando, si deduce, potenzialmente il governatore Emiliano". Critiche su questa scelta sono giunte anche dal senatore Giovanni Procacci, dal presidente della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno, e dalla responsabile regionale delle donne Pd, Antonella Vincenti. «La nostra scelta, abbondantemente condivisa nel partito, non è finalizzata, come hanno dichiarato nelle scorse ore i rappresentanti della mozione Emiliano, a ridurre l'afflusso dei partecipanti al voto», ha sostenuto Francesco Rogoli, segretario locale del Partito democratico. Per Rogoli «l'impegno dei comitati a sostegno dei candidati nell'organizzazione di banchetti, volantinaggi, porta a porta e incontri, pubblici per chiamare i cittadini alla partecipazione semmai testimonia il contrario. Chi vota alle primarie per la scelta del segretario del Pd, pur non essendo iscritto, entra a far parte dell'albo degli elettori del partito e pertanto non dovrebbe avere nessun imbarazzo ad entrare nei locali del circolo per esprimere il proprio voto così come avviene nella maggior parte dei comuni d'Italia». Rogoli; però, ha anche ag-giunto: «Se poi c'è chi ha intenzione di utilizzare le primarie del Pd come occasione utile a futuri posizionamenti e, pertanto, può avere qualche disagio ad entrare nella sede del partito - ha tenuto a precisare - questo problema non può riguardarci».
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