in queste ore e sono pronti per raggiungere le amministrazioni locali della provincia di Brindisi. Si tratta dei ricorsi che i contribuenti stanno stilando per chiedere una detassazione della Tari, la Tassa per la raccolta dei rifiuti, calcolata impropriamente ed eccessivamente dai Comuni che hanno moltiplicato due volte la quota variabile della tariffa. Il tutto alle spalle di un già tartassato contribuente. Inutile la difesa d’ufficio dei sindaci, dei non so poi vedremo, poiché davanti a una legge dello Stato le varie determine locali dovranno solo adeguarsi al dettato nazionale. Senza se e senza ma. In realtà, cosa è accaduto che ha portato i Comuni a chiedere più del dovuto? La tariffa della Tari è calcolata in base alla somma di due quote. La fissa, legata ai metri quadrati dell’immobile abitativo, e la variabile, che cambia in base al numero dei componenti del nucleo familiare. Il calcolo corretto è quello di sommare i metri quadrati e poi applicare le tariffe. Il calcolo errato, invece, divide l’abitazione dalle sue pertinenze e replica la quota variabile per tutte queste, come il garage o le cantine, come se queste fossero abitate e capaci di produrre ulteriori rifiuti. Rifacendo i calcoli correttamente il contribuente ha notato di aver pagato annualmente molti più soldi del dovuto. A volte anche il 70 per cento in più. Così, mentre il contribuente si prepara a ricevere la differenza in euro sonanti per i Comuni sono iniziati i dolori poiché hanno incassato e adesso non sanno come fare per rimborsare gli utenti e chiudere i contenziosi. Il dettato del Ministero dell’Economia non lascia dubbi: “La parte variabile della tariffa – ha scritto il ministero - va computata una sola volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso Comune”. “Lunedì mattina – ha piegato il sindaco di Mesagne, Pompeo Molfetta – verificheremo la questione. Comunque posso già dichiarare che noi effettuiamo la tassazione in funzione di un piano finanziario sulla raccolta dei rifiuti. In riferimento alla quota variabile, il Comune ha solo applicato una disposizione legislativa nazionale. Se adesso il Governo si accorge di aver commesso un errore non può pretendere di scaricare il problema sulle già asfittiche casse comunali”. Anche il sindaco di Ceglie, Luigi Caroli, ha già dato mandato ai suoi uffici tributari di verificare la questione. “Martedì – ha assicurato - avremo un quadro completo e potremo dire se c’è qualche utente che ha versato più del dovuto”. Il Comune di Francavilla Fontana, invece, ha applicato correttamente le tariffe. “Qui non è stato mai commesso nessun errore per il calcolo della Tari, né quest’anno né negli anni precedenti”, ha chiosato Alessandra Latartara, assessore al Bilancio e Tributi della città degli Imperiali. Intanto, in questi giorni si stanno affinando le strategie dei contribuenti per rientrare in possesso dei loro soldi, all’orizzonte s’intravedono delle class action verso quei Comuni che non intenderanno rimborsare. In questo caso sarà necessario presentare i ricorsi presso i giudici tributari per la disapplicazione delle delibere illegittime.
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