di Mesagne dopo l'inaugurazione avvenuta in pompa magna nello scorso mese di novembre. In pratica per aprire i battenti, oltre all'effettiva disponibilità dei medici di famiglia, ci sarebbe un accredito presso la Regione Puglia che non è stato ancora rilasciato. così i 12 posti letto sono ancora vuoti e in attesa di pazienti. Con loro anche il personale paramedico. Oggi dell'ex nosocomio resta poco. Il Punto di primo intervento territoriale, ad esempio, ha chiuso i battenti a dicembre scorso. Ora a Mesagne c’è una postazione del 118 privata, peraltro senza medico poiché in caso di bisogno ci si avvale dell’auto medica. Poi c’è l’hospice, che doveva essere attivato in pochi mesi ed affidato a privati, di cui si sono perse le tracce, la Radiologia, importante sia per l’attività ambulatoriale che per i day hospital, è da tempo fuori uso perché, pare, si stia attendendo il collaudo; la tac è rotta e non vi è modo di ripararla. “Un quadro, dunque, desolante che dimostra, ancora una volta, l’inadeguatezza della classe politica, in particolare del governo regionale, e dei dirigenti della sanità pugliese nell’affrontare con responsabilità le varie fasi del “tormentato” riordino ospedaliero. In tutto questo gli unici a pagare le conseguenze di tanta superficialità, improvvisazione e mala gestione della sanità pubblica sono sempre gli stessi: i cittadini”, ha tuonato Antonio Calabrese del comitato civico "Sos San Camillo". Così, al di la delle dichiarazioni rilasciate giorni fa dal direttore generale dell'Asl, Giuseppe Pasqualone, circa l'efficienza della sanità a Brindisi e provincia restano i fatti che ogni giorno ricadono, purtroppo, pesantemente sull'utenza. Sempre più arrabbiata e sempre più defraudata della propria dignità. «Questi sono i fatti. Il resto è solo demagogia», ha concluso Calabrese.
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