al fine scongiurare di assestare un altro duro colpo alla Sanità in Puglia. Occorre prima provvedere alla riorganizzazione della rete di emergenza–urgenza! In queste primissime giornate trascorse nei Palazzi romani della politica, pur non tralasciando gli interessi generali del Paese seguo semprecon assoluta attenzione l’evolversi delle decisioni che più da vicino interessano le sorti del territorio, che unitamente ai miei numerosi Colleghi parlamentari della Puglia, sono stato chiamato a Servire: la mia attenzione è pressoché giornaliera. Ho sempre desiderato un Paese più vicino alla gente, alle anime semplici, veramente più sobrio, più ricco di valori veri, pienamente aperto alla fraternità, aberrando l’assurdo individualismo che ci ha accompagnato qui e assurto, nella politica, a livelli inimmaginabili, depurando la visuale di ogni uomo dalle luci molto abbaglianti e poco illuminanti di questa malata società. Ho sempre auspicato che gli argomenti legati alla Salute, così strettamente connessi agli stili di vita, potessero trovare una vera centralità nelle politiche del territorio, in nome di una vita forse più austera ma autenticamente più felice per l’uomo “moderno”. La Sanità in Puglia, lo dico prima di tutto da cittadino, ha da sempre rappresentato una criticità medio-alta, non nascondo che è stato il fulcro del personale “malessere” che ha fatto da levaper il mio impegnonella recente esperienza parlamentare. Così anche io sono stato attratto dalle polemiche scaturite dalla (nuova ed ennesima) delibera n. 583/2018 della Giunta regionale pugliese, avente ad oggetto: “Rete di emergenza–urgenza territoriale-modifica ed integrazione della Dgr. n. 1933/2016Re”, approvata lo scorso martedì 10 aprile. Nella delibera in questione viene infatti stabilito che i 39 Punti di primo intervento presenti sul territorio regionale (tra cui, quindi rientrerebbero anche quello di Mesagne e San Pietro Vernotico) dovranno essere riconvertiti in Presidi medicalizzati del 118. Sul punto, in attesa di auspicate maggiori delucidazioni, intervengo subito a rassicurare i miei concittadini che il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle in Regione, trattandosi di materia che investe il campo di azione delle politiche regionali, in queste ore ha depositato una interrogazione urgente a firma del consigliere Marco Galante, indirizzata al Presidente/Assessore alla Sanità Emiliano per richiedere chiarimenti sulla Delibera in parola. Come ormai da copione, il Presidente Emiliano agisce solo sulla base dei dati numerici ed economici dettati dal Decreto Ministeriale n. 70, senza prendere neanche lontanamente in considerazione quelle che sono le reali esigenze del territorio. Atti alla mano si evince chiaramente che si intende provvedere alla chiusura dei PPI pur non avendo ancora provveduto alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, né al potenziamento dei servizi territoriali. Una situazione molto rischiosa per la salute dei cittadini, i quali saranno tutti costretti a recarsi appositamente nei Pronto Soccorso ancora esistenti. Nell’interrogazione presentata dai Colleghi Portavoce M5S in Regionesi chiede al Presidente Emiliano se non ritenga necessaria la previa riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza sanitari e territoriali, e di conoscere con precisione tempi e modalità di attuazione delle riconversioni dei singoli PPI.Evidentemente, il Presidente Emiliano ancora una volta ignora che il D.M. 70 richiede esplicitamente di prendere in considerazione le esigenze dei territori e il potenziamento della rete emergenza-urgenza, e non semplicemente i numeri, per realizzare il Piano di Riordino. Il potenziamento dei Distretti Territoriali e l’istituzione dei PTA (così come previsti dal Decreto) potrebbero agevolare la fruizione dei servizi ai cittadini, ma il modo di operare del Presidente Emiliano è fuori da ogni logica. Si tratta dell’ennesimo schiaffo alla tutela della salute dei cittadini, di cui sembra si siano accorti anche i “consiglieri di maggioranza”. Leggiamo in rete e sui giornali i loro commenti indignati, ma mi chiedo allora perché alla prova dei fatti abbiano votato a favore del piano di riordino. Sembra che ora caschino dalle nuvole, come se non fossero a conoscenza del lavoro svolto dal loro Presidente.I PPI devono essere trasformati in punti di primo intervento territoriali da collocare negli ospedali di comunità, nelle case della salute o nei PTA. Come sono intesi oggi, creano aspettative di cure nei cittadini che poi non possono essere soddisfatte traducendosi in una inutile spesa e, soprattutto, in una perdita di tempo che, per le patologie più gravi può divenire fatale. Con la trasformazione che in Regione i Colleghi Portavoce hanno suggerito più volte ad Emiliano i Punti di Primo Intervento creerebbero quel filtro territoriale, la cui assenza oggi intasa i triage dei Pronto Soccorso che sono già al collasso. Tale rimodulazione eviterebbe l'inappropriatezza che quotidianamente viene perpetrata negli ospedali per acuti, dove, invece, afferiscono i codici bianchi e verdi che rappresentano l'80% degli accessi totali. È semplicemente assurdo pensare di chiudere oggi tutti i PPI, non tenendo conto degli accessi, dell'orografia del territorio, della distanza dai nosocomi. È assurdo perché questa scelta non può essere assunta prima di aver strutturato e ristrutturato il territorio così come previsto dalla legge istitutiva dei PPI. Vanno modificati la Delibera di Giunta 239/2017 e il regolamento 14/2015 relativi al piano di riordino ospedaliero rimodulando il cronoprogramma. Sostituire con ambulanza il presidio territoriale non garantisce l'incolumità continua dei cittadini. Tenuto conto che ci possono volere anche più di tre ore per trasferire un paziente, con previsioni peggiorative in caso di maltempo, chi garantirebbe tutti gli altri cittadini nel frattempo da altre urgenze e emergenze? Il mio auspicio, per il quale con i Portavoce in Regione e in Parlamento annunciamo una altissima attenzione,è nel senso che siffatta ventilata intenzionesia anzitutto verificata con gli assessori e con i territori, prima di tutto con i sindaci, in un percorso di confronto e massima condivisione.
Giovanni Luca Aresta
Deputato Portavoce M5S