Diritto alla salute: macelleria sociale a Mesagne

Aprile 14, 2018 1863

lam logoÈ di queste ore la notizia della chiusura del Presidio di primo intervento presso l’ex Ospedale di Mesagne. Tale presidio, utile per le prime cure da apprestare a cittadini non in grave condizione, ma soprattutto utile a decongestionare il già congestionato Ospedale Perrino di Brindisi, sarà riconvertito in un presidio specializzato del 118.

Ennesima beffa dopo la chiusura dell’Ospedale San Camillo, e tanti saluti al diritto alla salute costituzionalmente garantito. Di fatto, sia in situazioni di emergenza sia in presenza di un “codice bianco”, i mesagnesi saranno costretti a sorbirsi lunghe ore d’attesa presso il nosocomio di Brindisi, utili soprattutto a “pregare” che vi sia un posto in reparto per potersi curare.

Eppure, la situazione sembra grave ma non seria: non si spiega altrimenti il silenzio assordante del Consigliere regionale Vizzino e dell’ex onorevole Toni Matarrelli, entrambi fedelissimi del Governatore Pugliese Emiliano, ossia l’artefice di tale sconsiderata decisione. Le elezioni del 4 marzo sembrano non aver insegnato nulla ai nostri rappresentanti istituzionali se è vero come è vero che continuano ad ignorare la questione, come se al mesagnese nulla importerà. Suona quindi demagogico sentir parlare di “nuova sinistra”, di voglia di rimettere insieme il disperso popolo rosso: di questo passo non serviranno grosse analisi per capire il perché il cittadino medio ha scelto movimenti populisti ed antipartitici. Non vi è da biasimare chi inascoltato ha cercato risposte altrove, non trovandole in casa propria. Il diritto alla salute non può né deve mai considerarsi materia “elettorale” o di accordo politico: i nostri rappresentanti istituzionali avevano l’obbligo morale per mandato dei cittadini di entrare in Regione e sbattere i pugni sul tavolo di Emiliano. Accordi futuri con questo o possibilità di rielezione nell’assise regionale sono questioni importanti ma pur sempre legate al destino personale: il diritto alla salute è invece diritto universale che andava difeso “senza se e senza ma” anche a costo di rompere col governatore pugliese.

Noi non abbiamo paura di dire le cose come stanno, anche a costo di attirare le antipatie di qualche amico amministratore. Non è col silenzio, con la favoletta che “Mesagne è migliorata negli ultimi tre anni” che qualcuno si assicurerà un futuro politico. Sia chiaro: il futuro è dei cittadini, non di chi in questo momento è delegato a rappresentarli.

Ultima modifica il Sabato, 14 Aprile 2018 07:55