è giunta a un punto cruciale della sua vita politica. Il rimpasto di giunta, infatti, potrebbe aver decretato, di fatto, la fine della legislatura poiché due suoi consiglieri, Alessandro Campana e Alessandro Cesaria, eletti nella lista “Pompeo sindaco”, hanno preso polemicamente le distanze e c’è chi giura che avrebbero già preso contatti con le opposizioni. Se questo scenario dovesse prendere contezza su 16 consiglieri comunali le opposizioni e la maggioranza sarebbero in perfetta parità con 8 consiglieri ciascuno. Difficile con questi numeri poter governare la città di Mesagne. D’Altronde la frattura si è resa evidente anche nel Consiglio comunale di lunedì scorso quando i due ex fedelissimi del sindaco non vi hanno partecipato. Ufficialmente per impegni personali assunti in precedenza. “Rendiamo pubblica la nostra posizione per cui abbiamo deciso di creare un gruppo che deciderà di volta in volta sulle questioni riguardanti l’amministrazione guardando al bene di Mesagne e dei mesagnesi”, hanno scritto in una nota polemica i due consiglieri precisando, inoltre che “la nostra posizione è maturata in seguito alla non condivisione dell’impostazione data alla riorganizzazione della giunta. Lo abbiamo fatto presente nelle sedi opportune, ma si è comunque deciso di procedere nonostante il nostro malcontento espresso più volte”. I due consiglieri hanno, quindi, aggiunto: “Ogni volta siamo stati posti nelle condizioni di dover solo ratificare decisioni già prese altrove, senza poter partecipare a una discussione per determinare almeno il criterio delle scelte. Riteniamo che si sarebbe dovuto prima scegliere in maniera condivisa un criterio politico che individuasse le migliori competenze per rilanciare l’azione politica e dare sostegno al sindaco nel migliore dei modi. A quel punto i nomi sarebbero venuti in maniera naturale”. Per Campana e Cesaria non è stato così poiché “secondo logiche vecchie di spartizione – hanno tenuto a precisare - sono stati scelti i nomi e il criterio indicato, reso noto successivamente, era quello per cui ogni lista avrebbe espresso un proprio nominativo, ma di fatto noi siamo stati privati anche di questa possibilità”. I due hanno precisato che “il sindaco, vedendosi privare della possibilità di esprimersi sull’ipotesi di un pacchetto di giunta preconfezionato, ha rivendicato di riconfermare almeno un assessore della giunta uscente, candidato nella nostra lista “Pompeo sindaco”, prima lista di coalizione, unica ad esser riuscita ad eleggere tre consiglieri, senza aver precedentemente avviato un confronto con noi, né giustificandoci la scelta”. Infine hanno fatto notare che “siamo stati gli unici a non avere voce in capitolo, mentre ci sono state liste che con “peso elettorale” inferiore hanno potuto persino esprimere nomi di persone esterne, rispettabilissime, ma anche lì non abbiamo compreso basate su quale criterio politico di scelta”. Abbiamo contattato il consigliere Cesaria per comprendere se questa loro decisione, in un prossimo futuro, va nella direzione della formazione di un gruppo di opposizione, o di una convergenza nel Pd, ma la risposta è stata “no comment, vedrete tutto in seguito”.
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