comprendere la rabbia dei cittadini di Melendugno prima da pugliesi che da portavoce nelle istituzioni. Ma il M5S è l’unica forza politica che ha provato a fermare questa opera e a tutto c’è un limite, non possiamo rimanere in silenzio davanti all’ipocrisia degli sciacalli dei partiti che in queste ore stanno strumentalizzando il dolore dei cittadini mentre dovrebbero solo tacere. Se non fosse stato per loro TAP non sarebbe mai esistita. A cominciare da Calenda passando per gli esponenti di Forza Italia per arrivare a Michele Emiliano e sodali, che ha sempre preso voti dal partito che TAP l’ha fatto arrivare in Puglia ed oggi ha il coraggio di parlare. Proprio lui che avrebbe risolto il problema semplicemente scaricandolo sui cittadini della provincia di Brindisi, evidentemente ritenuti pugliesi di “Serie B”. Proprio lui che oggi si finge “NoTAP” mentre in una nota intervista del 13.12.2017 ebbe a dichiarare testualmente: “Io sono sempre stato favorevole al gasdotto Tap, non ho nulla contro i gasdotti” ed è probabilmente per questo che non ha fatto ciò che avrebbe davvero potuto per fermare il gasdotto a Melendugno: avviare in tempo la pratica per istituire il SIC mare (Sito di Importanza Comunitaria) in quella determinata zona. Dal canto nostro continuiamo, ancora una volta, prima da pugliesi e poi da portavoce, ad essere convintamente NoTAP e contro un’opera che non serve a questo territorio riponendo le nostre speranze nella Magistratura, intervenuta anche grazie ad un esposto presentato da 3 nostri parlamentari del M5S Puglia, sperando che possa bloccare questa opera. Il Governo sta mantenendo tante promesse dal reddito di cittadinanza, al superamento della Fornero, alla legge sul voto di scambio, all’abolizione dei vitalizi, alla legge spazzacorrotti solo per citarne alcune e ovviamente fa rabbia che non riesca a mantenere anche questa. Come ha precisato in queste ore il Premier Giuseppe Conte, nel corpo di una dettagliata missiva indirizzata ai cittadini di Melendugno, il complesso delle verifiche effettuate non ci offre alcuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: allo stato, non sono emerse illegittimità o irregolarità dell’iter procedurale. Gli accertamenti compiuti e gli impegni già assunti ci precludono persino una più compiuta valutazione dei costi/benefici che il progetto Tap trae con sé. Non ha senso, infatti, elencare e approfondire i benefici che l’opera apporterebbe quando i costi della sua interruzione risultano insostenibili. Chi sostiene che lo Stato italiano non sopporterebbe alcun costo o costi modesti non dimostra di possedere le più elementari cognizioni giuridiche. Occorre considerare che Tap è un gasdotto lungo 878 km che costituisce il tratto finale del Corridoio Sud del gas lungo circa 3.500 km. Questa parte finale è stata progettata in base a un accordo che ha coinvolto tutti i Paesi attraversati dal gasdotto: Grecia, Albania e Italia. Il Progetto Tap è frutto di un Accordo intergovernativo sottoscritto da tutti e tre questi Paesi il 13 febbraio 2013. Questo Accordo è stato ratificato dall’Italia con la legge n. 153 del 19 dicembre 2013. L’Italia, in virtù di questo Accordo, ha assunto la veste di “soggetto investitore”, ai sensi dell’allora Trattato sulla Carta dell’Energia (ECT). Il Progetto Tap gode, inoltre, della qualifica di “Progetto di interesse comune” e per questo ricade nell’ambito delle previsioni di cui all’allegato VII del Regolamento europeo n. 1391/2013, che riconosce una corsia preferenziale a questi progetti imponendo agli Stati Membri di adoperarsi per consentirne una più celere realizzazione. Un decreto legge del dicembre 2014 ha inoltre riconosciuto al Progetto Tap la natura di “progetto strategico” e quindi opera da realizzare con urgenza ai sensi del d.P.R. n. 327 dell’8 giugno 2001. L’autorizzazione “unica” per la realizzazione del Tap è stata concessa dal Ministro dello Sviluppo Economico il 20 maggio 2015. Se il Governo italiano decidesse adesso, in via arbitraria e unilaterale, di venire meno agli impegni sin qui assunti anche in base a provvedimenti legislativi e regolamentari, rimarrebbe senz’altro esposto alle pretese risarcitorie dei vari soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera e che hanno fatto affidamento su di essa. Si è fatto tutto il possibile per venire incontro alle istanze e alle pressanti richieste avanzate da noi Parlamentari del MoVimento 5 Stelle e dai Colleghi consiglieri regionali pugliesi che hanno condiviso l’impegno di fermare i lavori del progetto Tap. Sia ora chiara a tutti una circostanza: c’è una profonda differenza tra noi e gli esponenti dei vecchi partiti nazionali e locali che per decenni in campagna elettorale hanno riempito il Paese di qualsiasi tipo di promessa mai mantenuta e che oggi hanno la faccia tosta di ergersi a paladini della verità. Se costoro conservano ancora un briciolo di dignità abbiano almeno il coraggio di rimanere in un dignitoso silenzio. Giovanni Luca Aresta Deputato, Portavoce M5S Camera
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