Mesagne. Molfetta passa il testimone alla Cicoria

Gennaio 25, 2019 1338

comune con auto posteggiateIeri alle ore 16 a Palazzo dei Celestini, sede della municipalità di Mesagne,

c’è stato il passaggio di consegne tra il sindaco Pompeo Molfetta, ormai ex, e il commissario prefettizio, Erminia Cicoria. Per lei è un ritorno a Mesagne poiché c’era già stata nel 2007 a seguito della caduta dell’Amministrazione Incalza, a causa di una situazione di stallo conosciuta come “l’anatra zoppa”. L’incontro di ieri è stato cordiale durante il quale Molfetta ha segnalato al commissario prefettizio tutte le pratiche sospese. Prima dell’ex sindaco la Cicoria aveva avuto un incontro con il segretario generale del Comune, Giorgia Vadacca, con il comandante dei vigili urbani, Bartolomeo Fantasia, e con il responsabile dell’ufficio di Ragioneria, Francesco Siodambro. Intanto, tutti i consiglieri comunali mercoledì alle ore 21 hanno ricevuto la notifica della sospensione del Consiglio comunale da parte della prefettura di Brindisi, in attesa che il ministro Matteo Salvini firmi lo scioglimento, In ogni modo in città non si sono spenti gli strascichi polemici che hanno portato alla chiusura anticipata della legislatura. L’ex primo cittadino è ritornato alla sua vita di sempre non tralasciando, tuttavia, stoccate ai suoi ex partener. “Qual è la ragione vera del flop? – ha detto Molfetta –. Lo hanno riassunto in una frase sussurrata alcuni consiglieri “Pumpeu è bravu ma la politica è n’atra cosa”. Con ciò è stato espresso implicitamente una equivalenza tra politica e potere”. Ed ha continuato: “L’esercizio del potere di per sé non è affatto una cosa negativa se inteso come strumento per promuovere il bene comune, assume una eccezione negativa quando è finalizzato a soddisfare interessi di parte o personali”. E come si conquista il potere politico? “Con il consenso – ha fatto notare Molfetta – anche qui la ricerca del consenso è indispensabile per affermare la bontà delle scelte politiche e sostenerle diventa strumento nefasto quando usato per il proprio tornaconto. Sull’esercizio del potere e la ricerca del consenso tutti sapevano che bisognava mediare io l’ho fatto con grande sacrificio e per molto tempo gli altri non l’hanno fatto”. Accuse piuttosto pesanti rivolti alla sua, ormai ex maggioranza, di governo e che l’ex coordinatore di maggioranza, Toni Matarrelli, aveva bollato come false. “Posso affermare con certezza che da parte nostra non c’è mai stato nessun condizionamento nei confronti del sindaco”, ha spiegato l’ex parlamentare. Chi ha lanciato strali contro Molfetta è Luigi Vizzino, coordinatore dell’ex maggioranza, che, come è stato affermato in conferenza stampa, già dai primi mesi dopo l’elezione a sindaco è stato ignorato da lui ignorato. “Abbiamo sempre offerto all’Amministrazione Molfetta un grande sostegno con alto senso di responsabilità affinché non ci fosse una paralisi, ma devo altrettanto dire che ho potuto parare con il sindaco solo durante i Consigli comunali, non in altra sede. Molfetta non ha saputo tenere alto il livello di responsabilità davanti a una situazione drammatica”.