alcune settimane fa delineando la sua linea programmatica di governo: “Occorre ripartire da una precisa strategia organizzativa dell’ente che punti a nuove assunzioni, riqualificazione del personale e redistribuzione delle funzioni, nell’ottica di una spinta che vada nella direzione dell’innovazione tecnologica. La macchina amministrativa del Comune ha bisogno di nuovo slancio”. Così, nell’ottica di una riorganizzazione la prima figura apicale che Matarrelli ha deciso di cambiare è quella del segretario generale, Giorgia Vadacca. Per la segretaria Vadacca la decisione, “subita”, è stata come un fulmine a ciel sereno. A sua difesa si è schierato l’ex sindaco, Pompeo Molfetta, che, in questo modo, continua la sua liaison con l’ex amico Matarrelli. “Apprendo che la dottoressa Giorgia Vadacca, segretario generale del Comune di Mesagne, sarà verosimilmente sostituita, licenziata, defenestrata. Personalmente ritengo che la segretaria sia stata una funzionaria di altissimo livello per le capacità giuridiche e tecnico- amministrative espresse, per le non comuni doti umane e organizzative messe in campo, per l’alto senso dello stato e il rigoroso rispetto delle sue leggi”, ha spiegato Pompeo Molfetta, capogruppo consiliare del movimento Libero e progressista, secondo cui “legalità, trasparenza, efficienza della macchina amministrative hanno indubbiamente fatto con lei dei passi in avanti da cui non si dovrebbe, in alcun modo, recedere”. L’ex primo cittadino ha, quindi, aggiunto: “Naturalmente è lecito che ogni governo che si insedia possa scegliere il proprio segretario generale non fosse altro che per affermare la legittima ambizione alla discontinuità, al cambiamento rispetto al passato. Peccato che il passato ha lo stesso segno politico del presente e che chi aveva scelto ieri la segretaria Vadacca, cioè l’allora leader della maggioranza Toni Matarrelli, oggi è lo stesso che, da sindaco, ne decreta il licenziamento”. Davanti a questi fatti, ritenuti anomali, Molfetta si è chiesto “come mai questa determinazione, peraltro inusuale per Mesagne che, a mia memoria, non aveva mai licenziato nessun segretario? Verrebbe da pensare che proprio quel puntiglioso rigore, quella indubitabile libertà interiore e indipendenza dal potere politico, che è stato il tratto distintivo del suo incarico, sia stato il motivo che ha portato i vertici del governo in carica a non considerarla più funzionale al nuovo corso, ma queste sono solo mie personali congetture che lasciano il tempo che trovano”. Infine, l’ex sindaco ha augurato alla segretaria “una carriera brillante a prescindere. Prima che esca per sempre da palazzo dei Celestini voglio che gli giunga il segno della profonda stima che ho nutrito per lei, la gratitudine per il proficuo rapporto di collaborazione avuto nel corso del mio mandato e il ringraziamento a nome e per conto della città per quello che ha fatto nell’interesse della collettività”.
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