La UIL pensionati chiede un cambio di cultura per accesso ai cimiteri

Tindaro Giunta UIL pensionati Aprile 17, 2020 956

cimitero - tombe comunaliLeggere decine di messaggi scritti da bambini, non senza

stupore, vuol dire accogliere sensazioni, gioie e speranze di coraggio in attesa di avere a casa il ritorno dei propri anziani: “Ti aspettiamo o Forza nonnini, siamo con voi; non mollate, vi vogliamo bene”. Una ricchezza concettuale di di amore e di responsabilità condivisa, secondo la Uil pensionati di Brindisi, che gli adulti dovrebbero farne tesoro. In Italia i contagi calano; scende il numero di ricoverati sotto il 2 per cento, ma i morti no. Questa è la descrizione del nostro Paese, che ha 13 milioni di anziani, di cui il 95 per cento della popolazione dei morti per il CoVID -19, ha più di 60 anni. La fotografia evidenzia che gli anziani, colpiti dal coronavirus, sono quella fascia che ha più bisogni di tutele ed è più esposta al contagio. Lo Stato e tutte le Istituzioni, ormai che è finita la prima fase di Lockdown, si preoccupano di proteggere più l’economia, invece di dare speranze di vita agli anziani e sostegno anche ai familiari che non possono rivolgere, nemmeno, il saluto d’ADDIO al proprio caro . Si racconta che gli antichi rispettassero i morti, sia nei momenti di pestilenza sia contro le leggi inique e feroci dei tiranni. La letteratura narra che Antigone si fosse opposto all’ordinanza del tiranno per dare la giusta e degna sepoltura al fratello Polinice. Oggi abbiamo il CoVID – 19, ma nessun politico esprime supporto, sostegno e sensibilità né per accompagnare la persona cara, colpita dalla pandemia, né per onorare i propri defunti, visto la chiusura dei cimiteri. Questa è una forma di violenza che colpisce il “morire e il morire solo”, mentre si vede allontanare il furgone che trasporta la bara del parente o dell’amico. Eppure si chiede per l’avvio della fase 2, il ritorno verso la normalità. Nessuno, però, fa un semplice cenno al richiamo per poter partecipare ai funerali o all’apertura del cimitero per deporre un semplice fiore sulla tomba di chi è scomparso. Serve, secondo la Uil pensionati, un cambio di cultura che sia più incisivo verso il diritto d’accesso al cimitero, forse segmentato per lettere nell’arco di quattro o cinque giorni, muniti di guanti e mascherine, ma è giusto il diritto di gioia e di speranza verso chi è stato colpito dalla terribile bestia di “avere la possibilità a visitare i propri cari”. Questo, secondo i pensionati “Stu Appia Antica”, è onesto farlo, perché deporre un fiore è continuità e forma sostanziale di un amore gentile ed eterno. Il volere non è espressione di stupore ma diritto a dare un saluto e gioia di speranza verso chi si ama. Il sindacato non chiede verso il proprio caro/cara, assembramenti di folle pigiate o di chiese colme, ma solo funerali celebrati con ragionevolezza e con cautela, magari soltanto con la presenza dei figli, dei coniugi, dei parenti più stretti, tutti muniti di mascherina. Questo è un segno di empatia e di solidarietà verso chi ci ha donato la vita, mentre da parte nostra verso chi noi abbiamo sacrificato il nostro amore e tutta la nostra esistenza. La crisi odierna fa riscontrare al nostro Paese debolezze e contraddizioni che non hanno dato, fino ad oggi, una risposta adeguata al virus sia nell’emergenza sanitaria sia in quella sociale in riscontro di città vuote, di aziende serrate e di cittadini anziani, adulti e bambini chiusi in casa. La speranza è che il tutto non si scarichi sugli anziani fragili o malati. Sulle case di riposo è un bollettino di contagi e di morte da definire “un innesto ioneschiano assurdo”, che conferma la “morte del re” e la caduta dei valori verso chi ha costruito il Paese Italia e ha trasmesso ai suoi figli “crescita culturale, economica e finanziaria di alto prestigio”. Una situazione vergognosa e disumana che ha causato (e spero non più) la Morte di chi non si è potuto difendere. Ha fatto bene la magistratura a difendere il diritto alla salute, ad avviare le indagini e ad aprire i fascicoli in tutte le strutture. Vi sono fascicoli chiusi “senza ipotesi di reato”, “con ipotesi di reato” e “quelli considerati di epidemia colposa”. Dalla stampa il sindacato riceve notizie sempre più drammatiche; occorre fare chiarezza sulle “morti nascoste” nelle RSA (Residenze sanitarie assistenziali) e nelle RSSA (Residenze socio-sanitarie assistenziali) considerate, ormai, focolai di contagio di CoVID – 19 e seminano morti di anziani. S’indaga sul coronavirus, sull’assenza di dispositivi di protezione, su mascherine e guanti per i medici, per gli infermieri e per il personale OSS e sugli strumenti per le cure, per la ventilazione meccanica dei pazienti con patologie respiratorie e di protezione individuale. Questi sono strumenti necessari per le terapie intensive ai pazienti in condizioni critiche. In queste tutele sono da condannare le Asl dal Nord al Sud che non hanno pensato al “diritto di curare e prevenire a curare”. La loro insensatezza è simbolo di negligenza e superficialità. La trascuratezza ha causato vittime dal Nord a Sud. Eppure il sindacato, da sempre, ha lanciato il suo grido allarmista e le sue preoccupazioni che si sono poi trasformate in drammatica profezia, anche la denuncia che proviene dal cuore, ma è indicativa di dolore, di amarezza e di sofferenza verso chi affronta oggi perdite tanto drammatiche quanto frustanti. In Italia il 95 per cento dei decessi per coronavirus Covid – 19 riguarda una persona anziana; in Puglia il resoconto non è diverso. È necessario, quindi, avviare un’indagine epidemiologica su tutte le residenze per anziani attivando controlli a tappeto sulla presenza e utilizzo di dispositivi di protezione individuale e sui percorsi all’interno delle strutture, ma è anche necessario avviare una nuova cultura verso il diritto e la gioia di speranza che dà possibilità ad assistere ai funerali e deporre un fiore sulla tomba dei propri cari.