Mesagne. La protesta degli operatori ambulanti valica i confini

Novembre 12, 2020 894

Pioggia di polemiche ieri mattina a Mesagne da parte dei commercianti ambulanti, presenti nell’area mercatale, a causa dell’ordinanza che il sindaco Toni Matarrelli ha firmato martedì pomeriggio per vietare lo svolgersi di mercati per la vendita di generi di non prima necessità. La decisione è stata adottata alla luce dell’aumento della curva dei contagi. “Nel rispetto della normativa anti-Covid, le aperture dei mercati che a Mesagne si svolgono ogni lunedì, mercoledì e terza domenica del mese, da domani sono sospese. Sarà consentita la vendita solo ai banchi di prodotti alimentari, nessuna deroga è prevista per altre tipologie di merci. Si intendono così evitare gli assembramenti, riducendo le occasioni di contagio”, questo è quanto il primo cittadino ha scritto nell’ordinanza.

Così, ieri mattina gli ambulanti sono arrivati in città per vendere le loro mercanzie. Sul posto, però, hanno trovato i vigili urbani che li hanno edotti della decisione sindacale. Da questa decisone è scaturita la protesta degli ambulanti che si sono visti “abbandonati da tutte le istituzioni”. Dunque, la situazione economica degli operatori “no food” è grave. Ieri mattina erano, più che adirati, preoccupati per il futuro poiché non hanno in cassa nemmeno i soldi necessari per nutrirsi: “poter portare almeno un piatto in tavola per la famiglia”, hanno tenuto a fare notare. Una pandemia sanitaria che è sfociata, nei casi di coloro che non hanno uno stipendio fisso al mese, in un disastro economico. Travolti da un vortice finanziario, giacché molti di loro si sono impregnati con le banche, accendendo dei prestiti per acquistare le mercanzie da rivendere. “Il mercato settimanale in quest’area può essere gestito molto bene con i dovuti distanziamenti tra i vari stand e il contingentamento degli ingressi controllati dalla protezione civile o dai vigili urbani. Per cortesia troviamo insieme una soluzione, ma fateci lavorare”, ha chiesto la signora Daniela, commerciante ambulante che è arrivata da fuori provincia. Damiano, ambulante di Mesagne, ha tenuto a precisare che la “nostra protesta non è contro il sindaco Matarrelli, ma contro le ristrettezze che stanno mettendo in ginocchio un’intera economia fatta dagli operatori dei mercati settimanali. Come faremo a pagare i fornitori se non incassiamo nulla”. A Mesagne sono 150 gli operatori economici ambulanti che ogni mercoledì arrivano per vendere i loro prodotti nel mercato settimanale. “Siamo 150 famiglie che vivono di questo lavoro – ha proseguito Damiano – purtroppo la nostra categoria non è tutelata dai decreti “Ristoro”.

Da queste preoccupazioni è nata la nostra protesta perché non vendere significa non incassare e non mangiare. Con queste chiusure ci hanno gettato in mezzo alla strada”.  Antonio è un altro commerciante che settimanalmente giunge da fuori città. “Il governo – ha sfatto notare - ci deve aiutare. Come ha deliberato di dare incentivi ai disoccupati, alle aziende, deve erogare anche a noi dei contributi che ci possano permettere di superare queste criticità. Se noi non incassiamo dalla vendita dei nostri prodotti, come facciano a pagare le utenze come la luce, il gas, l’acqua. Oppure le tasse che incombono. Non abbiamo un euro. Nei giorni scorsi, con il divieto di uscire fuori dal proprio Comune di residenza, la gente si era ridotta di oltre il sessanta per cento. Però, quei pochi incassi, servivano a far girare l’economia. Con il fermo totale ci hanno distrutto”.