Presentazione del XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione.
Presentazione del XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione. Presentazione del XVI Rapporto sulle condizioni di detenzioneappello al Governo per fronteggiare emergenza COVD 19. Analizzare e raccontare la situazione di emergenza che stanno affrontando i detenutiall'interno delle carceri italiane, dal momento che la pandemia ha contribuito adaccentuare seri problemi e far emergere nuove criticità all'interno delle stesse.L'associazione Antigone Puglia presenta il XVI Rapporto sulle condizioni didetenzione "IL CARCERE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS".L’appuntamento, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche e LinkLecce Coordinamento Universitario, si svolgerà venerdì 11 Dicembre 2020 alle ore17.30 sulla piattaforma Google Meet.L'incontro sarà moderato da Andrea Pascali, studente di giurisprudenza.Seguiranno i saluti di Maria Pia Scarciglia, Presidente Antigone Puglia e un contributodella Prof.ssa Maria Mancarella, Garante dei diritti delle persone private dellalibertà personale del Comune di Lecce.Interverranno: Prof. Avv. Giulio DE SIMONE, Docente di Diritto Penale Unisalento, Avv. Alessandro STOMEO, Antigone Puglia, Dott.ssa Ines CASCIARO, Magistrato Presidente facente funzioni - Tribunale di Sorveglianza Lecce.L'evento illustra il panorama regionale della Puglia contestualizzando nel merito anche l’appello che Associazione Antigone Nazionale, Anpi, Cgil, Gruppo Abele e uno schieramento composto da sindacati e associazioni legati alla tutela dei diritti delle persone, hanno firmato e inviato attraverso una lettera al Governo e alla Commissione Giustizia di Camera e Senato, per ridurre il numero delle persone ristrette (sono 7.000 in più rispetto ai posti letto), mettere in sicurezza quelle a rischio, garantire una quotidianità decorosa in questa nuova emergenza pandemica.
Secondo i dati del Garante delle Persone Private delle Libertà Personali, al 13 novembre scorso le persone detenute e registrate sono 54.767, 53.992 quelle fisicamente presenti. La seconda ondata dell’epidemia da Covid-19 sta portando conseguenze pesanti negli istituti di pena, con numeri maggiori rispetto a quelli di marzo e aprile. Quasi 1.000 sono detenuti e operatori positivi, per ciascuna di queste categorie, con ritmi di crescita preoccupanti. In circa il 40% delle carceri del Paese, c'è stato almeno un caso di positività e, in alcuni penitenziari, Antigone ha testimoniato veri e propri focolai. Nonostante ciò, il sovraffollamento è ancora preoccupante: ci sono circa 7.000 detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili. Se si considera che alcune sezioni sono state liberate per i contagiati, la situazione è ancora più difficile di quanto non dicano questi numeri.“C'è bisogno di misure drastiche e urgenti”, sottolineano i firmatari, attraverso misure e proposte per ridurre la popolazione detenuta, mettere in sicurezza le persone sanitariamente a rischio, rendere non rischiosa e piena di senso la vita in carcere.E quindi:Estendere affidamento in prova in casi particolari e domiciliari senza limiti di pena a coloro che soffrono di pregresse patologie fortemente aggravabili in caso di contagio da Covid-19;Domiciliari per chi è ritenuto non pericoloso;Licenze per i detenuti semiliberi;Estendere i domiciliari per la parte finale della pena;Liberazione per buona condotta, strumento assai efficace per diminuire la popolazione carceraria;Dignità e organizzazione per i carcerati, è fondamentale che il diritto alle relazioni affettive venga garantito anche in pandemia, attraverso strumenti come le video-chiamate, che hanno dato buoni risultati nella prima fase del virus e che possono essere potenziate;Prevenzione dei contagi ed efficienza sanitaria, dentro, troppo spesso il carcere non è dotato degli strumenti idonei per proteggere chi lo abita. Così come manca una prospettiva di orizzonte che sappia riportare il giuramento di Ippocrate al centro delle politiche sanitarie in carcere.
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